Eccoci arrivati alla recensione di The Walking Dead 10x08, il midseason finale, l'episodio che deve tirare un po' le somme di quanto accaduto nelle ultime settimane e regalarci momenti abbastanza forti da giustificare la nostra attenzione quando la serie di punta della AMC ritornerà sugli schermi a febbraio. Una missione che oggi sembra quasi impossibile, alla luce dell'emorragia continua di pubblico nei soli Stati Uniti: negli ultimi due anni gli ascolti sono scesi da una media di circa 8 milioni di spettatori a episodio a poco sopra i 3 milioni, conseguenza inevitabile di una gestione sempre più altalenante e raffazzonata del materiale di base, anche se con l'arrivo di Angela Kang come showrunner c'è stato il sentore di qualche cambiamento in positivo (e presumibilmente i momenti più bassi delle prime fasi del suo operato - vedi l'uscita di scena di Rick Grimes - erano un retaggio di quanto fatto dal suo predecessore, impossibile da modificare a causa del calendario di lavorazione della serie). E anche prescindendo da questi dati, difficilmente questo capitolo farà particolari miracoli per risollevare le sorti dell'adattamento del fumetto di Robert Kirkman.
Gli intrighi di Dante
Avevamo lasciato The Walking Dead, un episodio fa, con un colpo di scena ben congegnato e sorprendente: Dante, personaggio piuttosto insopportabile, era in realtà un Sussurratore sotto copertura, infiltratosi nella comunità di Alexandria su ordine di Alpha per seminare discordia e distruggere i nostri eroi dall'interno. Il finale del settimo capitolo, dove lui uccideva Siddiq per celare le proprie malefatte - tutte esplicitate in questa sede nell'ottima sequenza d'apertura - lasciava intendere che si pensasse di sfruttarlo almeno per arrivare al cliffhanger midseason o all'inizio della seconda metà di stagione, approfittando della suspense generata dal vantaggio dello spettatore rispetto agli altri personaggi in termini di consapevolezza di ciò che sta accadendo. E invece no: il doppiogiochista viene smascherato in tempi brevi, chiuso in gabbia e - altra sorpresa gradita ma in parte anche frustrante - ucciso da Gabriel, ennesimo personaggio vittima del brutto vizio di accantonare ogni forma di caratterizzazione per lunghi periodi prima che gli autori si rendano conto di avere un'ampia (anzi, troppo ampia) gamma di figure da approfondire. La brutalità della scena stessa è notevole, grazie alla regia di John Dahl che ci ricorda quanto la serie possa essere efficace nel rappresentare un mondo dove il confine tra bene e male è ormai quasi inesistente, ma è un momento isolato che non riscatta del tutto la sciatteria con cui Gabriel è stato gestito ultimamente. Ci saranno conseguenze durature? Dato il contesto, è difficile da dire.
Michonne, chi era costei?
Un discorso analogo vale per Michonne, che dopo la morte apparente di Rick è stata una presenza solo saltuariamente interessante, laddove avrebbe avuto senso darle un ruolo di spessore in vista del prossimo addio alla serie di Danai Gurira, che proprio nel corso del decimo ciclo lascerà definitivamente l'universo dei morti viventi. L'episodio si ricorda improvvisamente della sua esistenza, mandandola in missione verso altri lidi per recuperare armi da usare - forse - contro Alpha e i Sussurratori.
Una svolta interessante per il personaggio, ma ancora una volta la sensazione è quella di assistere all'operato di sceneggiatori che improvvisamente si sono ricordati di dover porre le basi per un'uscita di scena che, considerando gli standard dello show, difficilmente rimarrà impressa nella memoria di chi ancora, mosso da un'inspiegabile fedeltà, segue la serie (basti pensare a Maggie, il cui ritorno non è escluso dato che Lauren Cohan se n'è andata solo per altri obblighi contrattuali). Può darsi che la seconda metà di stagione smentisca quest'impressione, ma per ora è difficile non pensare che si tratti di troppo poco, troppo tardi.
The Walking Dead 10x06, la recensione: l'arte di fare le cose a metà
Attenti alla buca!
E poi arriviamo al cliffhanger, quello che dovrebbe tenerci col fiato sospeso per un paio di mesi. Missione compiuta? Sì e no. Da un lato, Carol, Daryl e altri membri del gruppo rinchiusi in una caverna sotterranea con l'orda di zombie controllata da Alpha è una fonte di suspense di non poco conto; dall'altro, salvo per i personaggi minori che sono a dir poco sacrificabili, è difficile immaginare che ci sia un autentico pericolo imminente, che in questo caso non farebbe altro che diminuire ragionevolmente un cast le cui dimensioni spropositate sono il motivo principale per cui, da alcuni anni a questa parte, la scrittura si è dimostrata piuttosto squilibrata e a tratti schizofrenica. A questo punto, però, gli elementi giusti per una seconda metà di stagione più solida ci sono tutti: i Sussurratori rimangono una minaccia degna del tono horror che lo show vorrebbe avere, i personaggi principali stanno tutti ritrovando la personalità che il più delle volte si era presa una lunga pausa caffè, e persino Negan è diventato un elemento prezioso per la progressione drammaturgica della serie. Rimane da vedere se tali promesse saranno mantenute.
Conclusioni
Giunti al termine della nostra recensione di The Walking Dead 10x08, ci congediamo provvisoriamente dalla serie zombie della AMC con la stessa sensazione che domina da qualche anno: le promesse di un miglioramento ci sono, ma la struttura altalenante dello show fa sì che sia difficile manifestare vero entusiasmo per ciò che verrà in seguito. Appuntamento a febbraio, quindi, per scoprire se la tanto annunciata evoluzione a livello drammaturgico si farà finalmente un po' più stabile.
Perché ci piace
- Alcuni personaggi sottoutilizzati in precedenza tornano ad avere un ruolo attivo.
- La gestione del cliffhanger dell'episodio precedente è imperfetta ma interessante.
- Il finale è ricco di potenziale.
Cosa non va
- La scrittura continua ad alternare alti e bassi, soprattutto con la caratterizzazione dei protagonisti.