The Twisted Tale of Amanda Knox è un'ottima operazione simpatia

Giustizia, verità e il punto di vista della Knox, accusata e poi assolta per l'omicidio di Meredith. Su Disney+ è arrivata una serie pronta a riaccendere il circo mediatico.

The Twisted Tale of Amanda Knox

Sarebbe intellettualmente disonesto bollare The Twisted Tale of Amanda Nox come una serie scadente. Tutt'altro. Creato da K.J. Steinberg, lo show è anzi un ottimo esempio di storytelling seriale, capace - dato l'argomento - di conquistare la giusta attenzione tramite una struttura ineccepibile. A cominciare dal cast italiano. Non c'è mai la macchietta, ma anzi c'è l'approfondimento umano capace di risultare credibile, al netto delle controparti reali. Su tutti Francesco Acquaroli, che interpreta il PM Mignini.

The Twisted Tale Of Amanda Knox Grace Van Patten
Grace Van Patten è Amanda Knox

L'attore, a proposito del set americano, ha spiegato in una recente intervista a Virgilio quanto sia stato "gratificante e stimolante", soffermandosi poi sulla morbosità tipica dei casi di cronaca nera: "Ne siamo attratti perché parlano di noi, mostrano il male annidato nella normalità". Ecco, in questo senso, la serie arrivata su Disney+, come anticipa il titolo, è proprio l'estrapolazione della normalità rispetto al male assoluto, spingendo sul voyeurismo. Un'estrapolazione voluta e osservata dal punto di vista di Amanda Knox (interpretata da Grace Van Patten), che produce insieme a Warren Littlefield e Monica Lewinsky (un'altra fatta a pezzi dalla stampa).

The Twisted Tale of Amanda Knox è una dichiarazione di intenti

Va da sé che, visto il coinvolgimento, la produzione della texana Amanda Knox è alquanto controversa. Ciononostante può essere letta come una dichiarazione d'intenti da parte della sospettata, poi accusata, condannata e ancora assolta in cassazione per l'omicidio della coinquilina inglese Meredith Kercher. Un'operazione, questa, che segue il documentario Netflix uscito nel 2016, appena un anno dopo l'assoluzione condivisa con l'ex fidanzato protagonista degli eventi, Raffaele Sollecito (interpretato dal bravo Giuseppe De Domenico), che nella serie ha il peso di essere uno scomodo e ingombrante co-protagonista.

The Twisted Tale Of Amanda Knox Grace Van Patten Giuseppe De Domenico
Sollecito è interpretato da Giuseppe De Domenico

In carcere, come sappiamo, c'è finito solo Rudy Guede, accusato di concorso in omicidio. Liberato nel 2021, dirà al The Sun che "Amanda Knox conosce la verità dei fatti". Una frase criptica che, di certo, non fa luce sulla vicenda, tornata a galla grazie a The Twisted Tale of Amanda Knox. La serie, sotto una luce accondiscendente, commiserevole e riparatoria, appare come un'elaborazione ammaliante e ovviamente sbilanciata fino ad ogni ragionevole dubbio.

Si riaccende il circo (mediatico)

The Twisted Tale Of Amanda Knox Francesco Acquaroli
Francesco Acquaroli in scena

The Twisted Tale of Amanda Knox, dunque, gioca - letteralmente - con il genere (e sappiamo quanto le storie crime siano le predilette), allargandosi verso quel corollario che per mesi ha reso la placida Perugia la capitale mondiale del vizio, della perversione e della brutalità. A proposito, la tristemente celebre villetta è stata ricreata alla perfezione ad Olevano Romano, con solo due giorni di ripresa a Perugia, "La sindaca ha dovuto chiedere scusa ai cittadini, che non hanno ancora dimenticato", spiega sempre Acquaroli in un'intervista a La Lettura del Corriere della Sera.

Il circo mediatico, dunque, diventa l'arma di Amanda Knox per difendere le proprie reazioni davanti alla tragedia (le effusioni con Sollecito l'indomani, sia fuori la villetta che in caserma, o i sorrisi in aula di tribunale, quando era, ricordiamo, formalmente accusata e condannata), elargendosi a corpo estraneo di una sventurata situazione, nonché spremuta dagli interrogatori che la indirizzeranno erroneamente verso l'accusa - poi crollata - a Patrick Lumumba, tanto da guadagnarsi una condanna definitiva a tre anni di carcere per calunnia, senza mai scusarsi con Patrick, a differenza di come la serie ritragga un'Amanda schiacciata dal senso di colpa. "Dice sempre che mi ha chiesto scusa ma non le ho mai ricevute", dichiara Lumumba in un'intervista al Corriere dell'Umbria, ricordando che i giudici della Corte di Cassazione, nella sentenza, scrissero che Knox aveva "piena consapevolezza dell'estraneità" di Lumumba.

Questo non è il favoloso mondo di Amelie

The Twisted Tale Of Amanda Knox Serie Grace Van Patten
Un momento del processo

Gli altri strumenti di difesa, ben illuminati dalla serie attraverso un'oggettività che si lega all'opportunità, sono i numerosi e francamente marchiani errori commessi durante le indagini, tra prove contaminate, ritardate, omesse o approssimative. Un insieme di dettagli che danno la precisa misura del tono, intanto che l'umore generale - generando un cortocircuito quasi invalutabile - cita esplicitamente Il favoloso mondo di Amelie come ispirazione. L'Amanda della serie è una sognatrice, una pura, l'incanto fatta persona. Presentando la serie, Grace Van Petten ha racconta che Amelie è il film preferito della Knox, rispecchiando "la sua visione del mondo". Non solo, nelle note di produzione K.J. Steinberg torna su Il favoloso mondo di Amelie citandolo come alibi per la sera dell'omicidio.

Un'operazione simpatia

Ora, è molto difficile in questo caso scindere i fatti dalla fiction, essendoci la stessa Amanda dietro The Twisted Tale. Figura discutibile che, tra libri, podcast e apparizioni, non ha mai smesso di rimarcare la propria esistenza, e la propria estraneità ai fatti, poi confermata dalla Cassazione. Rispettando il racconto che vuole un univoco punto di vista (o quasi, dato che Giuliano Mignini narra l'episodio 3 e Raffaele Sollecito narra il 5), la sensazione è che Meredith venga dimenticata, mantenendo quell'archetipo narrativo (e giornalistico) in cui la vittima altro non è che un personaggio secondario. Il resto? Uno spettacolo che non può portare ad una conclusione, alimentando la drammatizzazione a favore di sceneggiatura.

Tuttavia, nell'ideologia della serie le vittime sono due. Una duplice devianza che mette sullo stesso piano Meredith e Amanda: una uccisa a 22 anni, l'altra traumatizzata da "una falsa narrazione" e da un mondo "che ti definisce erroneamente". Spinta ad "apparire" per la voglia di "resettare" un errore giudiziario, nonché vittima di quelle norme di genere che la società impone. The Twisted Tale of Amanda Knox dunque ha l'ardire di spostare l'attenzione e quindi il dolore che continua ad avvolgere il caso, ragionando specularmente alla Knox che, tramite intervista a Newsweek, ha chiesto di potersi riconciliare con i famigliari di Meredith. Richiesta rispedita al mittente, ma ancora una volta sintomatica rispetto al personaggio che seguiamo nella serie. Non c'è che dire: l'operazione sarà anche riuscita, ma resta pur sempre un'operazione simpatia.