Quarant'anni e non sentirli. Ripartire come se nulla fosse, dichiarare immediatamente l'intento, sdoganare la farsa cinematografica (e cinefila) al servizio di una visione leggera, ma dal cuore gigantesco. Sono passati quattro decenni dal primo capitolo della saga horror-splatter-demenziale targata Troma Entertainment, tuttavia Macon Blaier, al suo secondo film dopo il discreto I Don't Feel at Home in This World Anymore, rispolvera il mitico mocio di Winston Gooze in The Toxic Avenger, quinto capitolo nonché reboot di un franchise che, negli anni, è divenuto emblema del perfetto B-Movie. Perfetto e, a giudicare dal risultato, ancora molto attuale.
The Toxic Avenger: come tramandare il mito
La trama chiaramente cambia, anche se poi non è così distante da quella raccontata nel 1984 da Michael Herz e Lloyd Kaufman e tramandata via VHS e Betamax, dopo le memorabili proiezioni di mezzanotte nello storico Bleecker Street Cinema di Manhattan. Ambientato in un'America sudicia e immaginaria, segnata dagli estremismi ideologici e politici (quindi no, non così immaginaria), Winston Gooze (Peter Dinklage), che lavora come inserviente per l'azienda farmaceutica BTH, prova a ricucire il rapporto con il figliastro Wade (Jacob Trembley), dopo la morte della madre per cancro.
Lo stesso cancro che, all'improvviso, si impossessa del povero Winston. Una cura sperimentale ci sarebbe, ma è costosa. Durante una cena di raccolta fondi organizzata da Bob Garbinger (Kevin Bacon), potente CEO della BTH, Winston chiede aiuto, venendo però deriso. Intrufolatosi nell'azienda con l'intenzione di farsi giustizia, viene catturato e ucciso dai The Killer Nutz, una banda di schizoidi gangster-rapper al soldo di Garbinger. Dopo essere stato gettato in uno scarico di fanghi tossici, Bob "resuscita", sfigurato e mostruoso. Insieme al suo fidato mocio, Winston diventerà il vigilante mutante che tutti chiameranno Toxie.
Peter Dinklage meraviglioso outsider
The Toxic Avenger, oltre ad essere omaggio al filone assurdo e originale della Troma (capace di fare scuola), è pure un omaggio tanto folle quanto weird a tutti gli esclusi, gli emarginati, gli offesi. La rivincita degli ultimi, sotto forma di b-movie post-moderno, in cui l'umorismo riesce addirittura a mescolarsi ad una tinta drammatica, restando ben saldo al valore pop di un "marchio" storico. Basti pensare al rapporto tra Winston e il figliastro Wade, o al profilo del protagonista, preciso looser di un tempo moderno che lascia indietro chi non riesce a stare al passo. Lo spunto e lo spirito del franchise non solo resta cristallizzato, ma bensì viene adattato al meglio delle possibilità: Peter Dinklage è l'outsider perfetto, in netta contrapposizione allo spietato Kevin Bacon, perfetto nel diametro di un assurdo (ma nemmeno poi tanto) manager.
Sfidare l'arroganza con uno scopettone
L'evoluzione, poi, ha a che fare con la scena, con i colori, con le trovate che si susseguono, accalcandosi verso una risoluzione finale che rivede, di nuovo, il concetto di famiglia. Non manca certo il gore, lo splatter, il trucco prostetico e una certa creatività estetica che ben si lega ad una cornice in costante movimento, ben caratterizzata da un perpetuo rumore di fondo che attraversa orizzontalmente le sequenze.
Certo, The Toxic Avenger funziona meglio quando non sottolinea l'esagerata ed esplosiva natura della sua sceneggiatura, inseguendo una comicità fisica e sanguinosa probabilmente fuori tempo, ma certamente coerente con il tipo di film diretto da Macon Blaie. Solo un dettaglio: lo spirito da horror scalcinato di The Toxic Avenger, ben mischiato al tono da spudorato film di serie B, potrebbe farlo diventare l'intermezzo preferito per tutti coloro che lottano contro un mondo ingiusto e spietato. Armati solo di scopettone e bontà d'animo.
Conclusioni
Rivedere la saga della Troma, secondo uno schema da b-movie dai riverberi attuali. The Toxic Avenger torna al cinema, esaltando la figura dell'outsider. Un anti-eroe per cui tifare, segnato dalla vita, impersonato da un grande e malinconico Peter Dinklage. Un gioco che funziona, soprattutto nelle venature più oscure esaltate da una cornice sociale fin troppo riconoscibile.
Perché ci piace
- Se amate gli outsider, questo è il b-movie horror e mutante che fa per voi.
- Dinklage meraviglioso.
- Kevin Bacon, villain spietato.
- Il contesto sociale.
Cosa non va
- Quando esagera, perde il filo.
- Il finale fin troppo affrettato.