The Sticky - Il grande furto si è distinta da subito nel catalogo Prime Video per la storia che racconta: il vero e folle furto di sciroppo d'acero dalle riserve naturali del Quebec nel 2012. La versione televisiva non è solo romanzata ma dichiaratamente non vicina alla realtà dei fatti. Un'idea dei due creatore, Ed Herro e Brian Donovan che abbiamo incontrato per raccontarci il dietro le quinte e soprattutto il prosieguo della storia.
The Sticky: intervista agli showrunner
Ed Herro e Brian Donovan sono americani ma si sono gettati anima e corpo in questa storia 100% canadese. Scherza il secondo: "Quando vivevo a Montreal mentre giravamo la serie, avevo una sacca di sciroppo d'acero che tenevo in frigo e, non sto scherzando, quando avevo sete andavo a berne un po' come fosse acqua". Una vera e propria comfort beverage.
Partiamo proprio dal disclaimer all'inizio di ogni episodio della serie Prime Video che ricorda che quello che stiamo per vedere non è assolutamente la storia vera di ciò che è accaduto realmente nel 2012. Una reference a Fargo per settare subito il tono del racconto? Dice Brian: "In realtà è un'assoluta coincidenza che entrambi abbiamo pensato a quel tipo di incipit. Ma Fargo è sicuramente qualcosa di cui abbiamo parlato a livello stilistico, dall'aspetto visivo al tono, qualcosa che abbiamo cercato di costruire fin da subito".
Aggiunge Ed: "La nostra storia è ispirata ad un crimine reale quindi non volevamo fare alcun tipo di supposizione, legalmente e creativamente, volevamo essere liberi. Abbiamo lavorato a lungo su cosa dire in quel frangente, e nella sceneggiatura iniziale avevamo scelto un altro approccio ma non era chiaro che era solamente ispirato da e che ci saremmo presi grosse libertà nella narrazione, quindi volevamo essere trasparenti ma anche divertenti".
A proposito di Fargo, che ha sempre indagato l'inettitudine umana - tanto il film quanto soprattutto la serie di Hawley: "Volevamo analizzare soprattutto cosa fanno le persone quando vengono messe in un angolo. Quando si lavora per qualcuno che non ti rispetta e non ti paga abbastanza. Quando la tua vita non sta andando come avresti voluto, i tuoi sogni non si sono realizzati. Volevamo fosse questo a guidare la storia".
Gli fa eco Herro: "Limiti, sia reali che percepiti. Gli altri guardano i tre protagonisti dall'alto in basso e non si aspettano che siano in grado di fare certe cose. Questo dà loro una spinta ma l'ha data anche a noi autori nel cercare di analizzare le loro debolezze e i loro punti di forza. Tutti hanno entrambi e si possono riconoscere in questo. Chiunque vorrebbe fare di più ma ha dei limiti".
Chiosa Donovan: "E nessuno sopporta il proprio capo (ride). Al punto da voler rubare da lui in questo caso. Nessuno arriverebbe a tanto ma riusciamo a comprendere perché lo stanno facendo. Ognuno ha il proprio obiettivo: Ruth lo fa per riavere la casa e il marito, Mike vuole farsi un nome nella propria famiglia criminale e Remy vuole solamente una squadra di sicurezza. Tutto ciò che crea uno 'stufato' interessante in cui ognuno di loro deve capire come cavarsela".
Heist series mon amour
The Sticky - Il grande furto racconta una storia tanto surreale quanto umana. Il genere va spesso a braccetto con la commedia. Anche in questo caso, a tratti grottesca: "Credo perché una rapina tende quasi sempre alla follia perché le cose possono andare male. Quando abbiamo iniziato a lavorare alla serie dicevamo alla gente 'Che succederebbe se Ed e io dovessimo rubare 500 mucche?'" Un totale disastro secondo i due autori, con qualche animale morto lungo la strada.
Continua Brian: "I nostri protagonisti sono tre persone che non sanno sostanzialmente cosa stanno facendo e il caos prende il sopravvento. Questo penso sia il potere degli **heist++: c'è il drama e la tensione ma c'è anche la comedy perché qualcosa andrà sicuramente storto, rendendo tutto più eccitante".
Sentenzia Ed: "Amo la Ocean's Trilogy ma sono fin troppo bravi. È tutto appariscente e preciso, che è fichissimo da vedere ma non andrebbe così se noi rubassimo le mucche. Volevamo mostrare quella preoccupazione e come ogni volta che il trio pensa di aver risolto un problema, ne crea altri due ancora più grossi".
Un cameo prezioso
La dark comedy è prodotta tra gli altri da Jason Blum e da Jamie Lee Curtis e quest'ultima appare anche in una comparsata nel finale (scena post-credits compresa). Il suo personaggio, Bo, della famiglia criminale di Mike (Chris Diamantopoulos) originariamente era stato scritto per un uomo grande e barbuto. Racconta Herro: "Jamie ci disse che adorava il progetto e le sarebbe piaciuto farne parte, soprattutto se avesse avuto delle scene con Margo Martindale (Ruth). A quel punto ci siamo detti 'Perché non cambiare Bo in questa donna fredda e senza scrupoli?' Jamie ha fatto un gran lavoro e ne è uscito un personaggio grandioso, davvero divertente da vedere. È preziosa per lavorarci insieme. Tutti i giorni in cui era in città è venuta sul set per aiutare ed era la prima ad arrivare e l'ultima ad andarsene nei giorni in cui doveva girare".
Aggiunge Donovan: _"L'unica sua richiesta era che avrebbe dovuto flirtare in scena con Margo. Le bastava partecipare ad una sequenza. Noi le dicemmo che avevamo un possibile personaggio che avrebbe occupato un intero episodio e non sapevamo se avrebbe trovato il tempo. Lei ha organizzato i suoi impegni e ha spaccato! Senza freni e senza peli sulla lingua, la Jamie che avremmo sempre voluto vedere.
The Sticky, la recensione: la serie con il furto più dolce (e tragicomico) di tutti i tempi
Girare in Canada, per il Canada
Molte serie soprattutto negli ultimi anni sono girate in Canada ma ambientate da altre parti. Com'è realizzarne una al 100% canadese per due americani? Dice Ed: _"Sapevamo di non essere autoctoni quindi abbiamo cercato di coinvolgere quanti più canadesi possibili nella troupe e tra le comparse. Eccezion fatta per Margo e Jamie, tutti gli altri sono canadesi davanti e dietro la macchina da presa. Siamo arrivati a Montreal e siamo rimasti sopraffatti dall'affetto, dall'accoglienza e dalla sinergia che tutti loro hanno portato sul set.
Conferma Brian: "Credo loro stessi fossero entusiasti di partecipare al progetto perché ognuno di loro finora aveva sempre lavorato a Montreal ma raccontando la storia di un altro luogo: Boston, New York, addirittura Sarajevo come ci hanno raccontato. Qui è il Québec per il Québec. Portare in tv la loro casa con la loro autenticità ha fatto certamente la differenza. Hanno superato davvero le nostre aspettative quando siamo arrivati sul set. Tutto reale e autentico".
Verso il futuro
Il finale - occhio agli spoiler - apre ad una stagione 2, una volta effettuato il colpo impossibile e con Bo tornata dalla morte in ospedale. Dice Herro: "Fin dall'inizio l'abbiamo presentata come una serie di più stagioni. Volevamo seguire il percorso di questi personaggi. L'heist è un grande punto di partenza ma una volta avvenuto il furto c'è molto altro da esplorare, i loro alti e bassi, in modo quasi shakesperiano e tragicomico".
Chiude Donovan: "L'abbiamo costruita per una storia di cinque stagioni. Abbiamo pur sempre i mutui da pagare (ride). Nella peggiore delle ipotesi, c'è il furto delle mucche come piano B".