L'arte ha la meglio su tutto, anche sulla morte. Così, superata la fase più delicata dell'elaborazione del lutto per la perdita della moglie Carolyn, morta di cancro a 66 anni, David Cronenberg si è rimboccato le maniche realizzando un'oscura pellicola incentrata su un imprenditore hi-tech vedovo che inventa un dispositivo per connettersi con i morti all'interno di un sudario funebre. Il tutto con conseguenze sempre più macabre.
"L'idea di The Shrouds viene dalla vita stessa" ha rivelato il regista in conferenza stampa a Cannes 2024. "Dopo la morte di mia moglie ero bloccato, non sapevo se avrei girato altri film. Poi ho sentito l'impulso di raccontare una storia non realistica né autobiografica, ma legata alla mia esperienza con la morte e con la perdita. In quel senso è il mio film più autobiografico, anche se non è naturalista".
Alter ego
Come suo alter ego, David Cronenberg ha scommesso su Vincent Cassel che, in The Shrouds, ha la stessa acconciatura del regista mentre a Cannes si presenta con barba lunga e capelli rasati. "Ha cambiato look per dissimulare la somiglianza con me" scherza Cronenberg, mentre Cassel ammette di essere stato sorpreso dalla richiesta del regista di "interpretare un personaggio ispirato a lui. Non sentivo di trasformarmi in lui anche se parlo molto. Non ho mai parlato così tanto in un film prima d'ora. Quando mi sono vestito e ho visto la mia faccia dopo il make-up ho capito che la somiglianza era inevitabile, ma non ho mai cercato di imitarlo. Abbiamo fatto tre film insieme e forse ho interiorizzato i suoi modi".
Se Vincent Cassel interpreta un vedovo inconsolabile, David Cronenberg ha affidato il ruolo della moglie a Diane Kruger, che ha preso il posto di Lea Seydoux, inizialmente coinvolta nel progetto. "Non avevo mai lavorato con David prima di The Shrouds" spiega lei. "Ci siamo incontrati e abbiamo parlato a lungo dello script, non sapevo che fosse basato sulla sua storia. Mi ha offerto tre ruoli, per me è stato scioccante, ho accettato di corsa. David non fa letture del copione e non prova. Quando mi ha detto 'Ci vediamo tra due settimane', gli ho chiesto come avremmo lavorato, se c'era spazio per improvvisare, ma lui ha risposto di no dicendo che 'è tutto sulla pagina'. Sul set mi sono amata e quando ti senti amata puoi fare qualsiasi cosa". Riguardo alla sua immagine decomposta, l'attrice scherza: "Vengo bene da morta. Non avevo mai recitato così nuda, mi sentivo vulnerabile, ma alla fine è stata un'esperienza affascinante".
Cronenberg e la tecnologia "funebre"
Il protagonista di The Shrouds usa la tecnologia a disposizione portandola a conseguenze estreme per mantenere un contatto con gli affetti defunti. La funzione strumentale della tecnologia è una visione che condivide lo stesso David Cronenberg il quale ammette che "anche se i miei lavori non sono complicati come quelli della Marvel, la CGI ha reso i film più facili da fare. Ci sono classici che contengono errori madornali, ma adesso basta un intervento in CGI per correggere di tutto. Ho visto corti scritti, diretti e realizzati interamente dall'intelligenza artificiale. Dobbiamo esserne felici o averne paura? Io dico entrambi".
Quando, però, si parla di applicare la tecnologia a un momento intimo come la morte subentrano questioni morali che il regista liquida opponendo una prospettiva storica: "Gli egiziani hanno costruito le piramidi per seppellire i cadaveri. Nei secoli l'uomo si è sempre posto il problema di come onorare i morti conservando la vicinanza coi vivi. Con l'evoluzione della tecnologia ovviamente cambia il modo. Di fronte al mio film, molti si sono scandalizzati e negano che utilizzerebbero un'invenzione come quella creata dal protagonista, ma nella mia immaginazione molte persone sarebbero interessate a fare questa cosa dopo la morte".