E' arrivata alla sua conclusione la seconda stagione di Terminator: The Sarah Connor Chronicles e sembra sempre più improbabile il suo rinnovo per il prossimo anno, anche a fronte degli ascolti dell'ultimo episodio andato in onda, Born to Run, che si è fermato a 3.6 milioni di spettatori, non arrivando ai quattro milioni che potevano dare agli autori qualche speranza per ottenere un ordine per il prossimo anno. Niente di ufficiale per ora, e probabilmente per avere una dichiarazione della Fox al riguardo dovremo aspettare gli upfront di maggio, ma la voce che gira lascia poche speranze per gli spettatori della serie, divisi da un finale ben costruito e che, con coraggio, ha stravolto quanto visto finora e lasciandoci pieni di curiosità su quello che ci sarebbe in cantiere per il prosieguo della storia.
E' stato direttamente il coordinatore degli sceneggiatori, Josh Friedman, a scrivere l'episodio che conclude l'avventura televisiva di Sarah Connor e compagni per quest'anno, e forse per sempre, e come sappiamo, quando gli autori di punta di una serie scendono in campo in prima persona, lo fanno per gettare le basi per grossi cambiamenti o eventi chiave dello show. Così è stato anche in questo caso, perchè Born to Run ha messo in campo tutto quello che era mancato nel corso della stagione, ovvero azione, continuità e quel gusto nel giocare con i paradossi temporali che è la base del franchise creato da James Cameron.
L'episodio inizia proseguendo il finale del precedente, quindi troviamo Sarah in carcere ed interrogata dall'agente Auldridge (interpretato da Joshua Malina): l'agente sembra aver scavato a fondo nel passato della donna e dimostra di aver colto tutti gli indizi del viaggio indietro nel tempo e delle implicazioni di molte delle cose che la stessa Sarah raccontava nel periodo trascorso nell'ospedale psichiatrico da cui l'abbiamo vista evadere in Terminator 2: Il giorno del giudizio. L'agente è infatti molto interessato a John e fa capire alla donna di volerli aiutare, ma quando si è Sarah Connor una delle prime cose da fare è non fidarsi di tanta disponibilità, quindi la sua naturale reazione è di insistere sulla sua versione (John è morto nell'incidente alla banca, quello che, nel pilot della serie, li aveva portati avanti nel tempo) e rifiuta di dire altro, chiedendo di parlare solo con il suo confessore. Si tratta del prete nella cui chiesa i Connor si sono rifugiati ad inizio stagione, nel periodo in cui Cameron aveva dato segni di malfunzionamento e voleva terminare John, usando l'uomo per mandare un messaggio all'esterno, ed in particolare al figlio: fuggire via non appena possibile.
Intanto John è preoccupato dei malfunzionamenti di Cameron ed in particolare nella possibilità che la sua batteria a base nucleare possa avere delle perdite di radiazioni non rilevate dai suoi circuiti di protezione e che possano aver portato al presunto tumore della madre. La prima reazione di Cameron è di ostentata sicurezza in sè stessa e nei suoi strumenti di diagnostica, ma poi si concede a John per una verifica, in una sequenza che concretizza i sottintesi sessuali che sono stati portati avanti tra i due per tutta la durata della serie e sottolinea il forte rapporto e la forte connessione tra i due, nel bene e nel male.
Ma nonostante riceva l'ordine della madre di fuggire, un'idea appoggiata anche da Cameron per la sicurezza di John, il giovane Connor non ha intenzione di obbedire ed è invece deciso a liberare la madre dal carcere in cui è rinchiusa e lo fa usando la stessa Cameron. La cyborg si introduce si forza nel carcere, in una scena scritta e girata da Jeffrey G. Hunt in perfetto stile Terminator, liberando la Connor e tutte le altre prigioniere, ma il suo lavoro non è ancora finito perchè una volta fuori John le chiede che percentuale di danni ha subito e se è in grado di effettuare una nuova missione.
Il gruppo si separa: John e la madre, con Ellison, vanno ad incontrare la Weaver per quello che loro pensano sia uno scontro al vertice; a Cameron è affidato il compito di distruggere tutto quello che c'è nei piani interrati della Zeira Corp.
Tutti insieme raggiungono i piani bassi e scoprono che John Henry è sparito, portando con sè il chip di Cameron e la Weaver sa che la sua creatura ha viaggiato nel tempo perchè in possesso della tecnologia per farlo, così decide di seguirlo. John decide di andare con lei, per recuperare il chip di Cameron, ma Sarah non ha intenzione di andare con lui, la sua missione è lì e fermerà Skynet nel presente. Le basta allontanarsi di un passo da John mentre sono nella bolla che li porterà nel futuro perchè la sua distanza dal figlio diventi insormontabile, separandoli una volta per tutte.
Il sorprendente finale della stagione (e della serie?) è quindi nel futuro, dove John reincontra Derek e Kyle, che però dimostrano di non conoscere il suo nome, ed una Cameron che ci appare molto più umana, quindi è probabile che sia la Allison dell'episodio Blackout (Allison from Palmdale).
Molte domande che temiamo non troveranno risposta. Ci piace che la serie abbia deciso di lasciarci con un finale che possa far discutere, chiudendo al meglio un annata dello show che ha avuto comunque alti e bassi, ma non possiamo non provare curiosità riguardo le intenzioni degli autori per una eventuale terza stagione, consci della difficoltà di affrontare la parte ambientata nel futuro dell'ambientazione della saga, che comporterebbe inevitabilmente il doversi coordinare con i prossimi film che sicuramente verranno messi in cantiere se Terminator Salvation confermerà gli incassi che ci si aspettano da lui.