The Race - Corsa Mortale, la recensione: una corsa folle, ma coinvolgente, per provare a sopravvivere

The Race - Corsa Mortale, la recensione della prima stagione della serie in arrivo su Sky e NOW Tv dal cast stellare.

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The Race - Corsa Mortale: Sean Bean in una foto della serie

A metà tra il mondo di The Walking Dead e quello di the Purge, la nuova serie in arrivo dal 17 dicembre su Sky e Now TV propone un mondo post-apocalittico che - come sveliamo in questa recensione di The Race - Corsa Mortale - riesce a intrattenere prevalentemente grazie al talento dell'incredibile cast coinvolto nel progetto. Gli otto episodi che compongono la prima stagione, forse l'unica che verrà prodotta, faticano a dimostrare la propria identità a causa di una struttura frammentata che a tratti funziona e coinvolge e a tratti appare dispersiva, in un continuo susseguirsi di passato e presente e alternarsi di protagonisti.

Al centro della storia ci sono infatti vari team che stanno partecipando a una corsa automobilistica potenzialmente mortale con lo scopo di afferrare una possibilità di salvezza e di avere un futuro migliore.
Se la premessa potrebbe non apparire particolarmente brillante, a convincere gli spettatori a dare una chance al progetto potrebbe essere invece essere la composizione del cast che comprende star del calibro di Sean Bean, Billy Zane, Miranda Richardson, Adam Brody e Malachi Kirby.

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Una corsa per conquistare la salvezza

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The Race - Corsa Mortale, due dei protagonisti della serie

La serie The Race: Corsa mortale è ambientata in un futuro non troppo distante in cui un virus ha trasformato gli esseri umani in creature terrificanti che attaccano le persone. Per proteggere la popolazione e limitare il contagio, il governo nel Regno Unito ha imposto un coprifuoco dalle 7 di sera alle 7 di mattina: gli infetti sono infatti iper sensibili ai raggi ultravioletti, quindi si nascondono durante il giorno per poi attaccare di notte. Un giovane miliardario (Adam Brody) offre però un'incredibile opportunità: partecipare a una gara illegale che si svolge ogni anno di notte e che prevede una corsa automobilistica di circa 1.000 chilometri. In palio, per chi riuscirà a tagliare il traguardo per primo, c'è la possibilità di trasferirsi su un'isola protetta.
I partecipanti sono molto diversi tra loro: dal "generale" Chambers (Sean Bean) e la fidanzata incinta Faith (Rose Williams) a un gruppo sgangherato a bordo di un vecchio furgoncino della Volkswagen guidato da un "cowboy" (Billy Zane), passando poi per famiglie e guidatori solitari di cui, episodio dopo episodio, si raccontano il passato e le motivazioni che li hanno spinti a tentare la sorte.

Tanti personaggi diversi per riflettere sull'animo umano

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The Race - Corsa Mortale, una delle famiglie coinvolte nella corsa

Matthew Read, già nel team di titoli di successo come Happy Valley e Peaky Blinders, ha creato l'originale progetto che riserva non poche sorprese durante le varie tappe dell'adrenalinica corsa.
Nonostante i grandi nomi coinvolti nelle riprese, il primo elemento interessante è rappresentato dal fatto che i veri protagonisti della storia sono tre personaggi che nelle prime battute potrebbero apparire defilati: Kaye, paramedico interpretato da Phoebe Fox e che si rivelerà proprio verso il finale di stagione una presenza chiave legata persino alla diffusione del virus; il giovane Roman, affidato a Ike Bennett, costretto a crescere troppo in fretta e assumersi la responsabilità della sua intera famiglia; e la determinata Faith, parte assegnata a Rose Williams, segnata da un passato tragico che ha lasciato il segno. La narrazione ruota intorno a queste tre figure molto diverse e il cui destino si intreccia durante la notte trascorsa sulla strada. Le figure proposte sullo schermo rappresentano in modo intelligente numerosi background sociali e permettono così di mostrare le differenti reazioni alla realtà post-apocalittica: da chi scivola verso la follia e perde il controllo di un'esistenza apparentemente pianificata con estrema attenzione, come il team guidato da Joker Jones, ai genitori che sperano di regalare un futuro ai propri figli dovendo decidere se mettere da parte ogni morale o mantenere la propria umanità anche di fronte ai rischi mortali. L'intera stagione si svolge nel corso di una sola notte e sono quindi i flashback a permettere di dare spessore ai personaggi, rivelando in alcuni casi degli elementi totalmente inaspettati. Le interpretazioni sono tutte di buon livello: Sean Bean propone un "generale" sopra le righe e scontroso, Adam Brody è una figura enigmatica quanto basta per sostenere la sua apparizione negli ultimi episodi, le figure femminili guidate da Miranda Richardson, Rose Williams e Phoebe Fox appaiono forti e vulnerabili al tempo stesso, Billy Zane e Jason Thorpe, invece, sono entrambi irresistibilmente folli.

Una sceneggiatura coraggiosa e in grado di sorprendere

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The Race - Corsa Mortale, Billy Zane in una foto della serie

Lo show sa dosare bene le sequenze d'azione e i momenti maggiormente all'insegna dell'introspezione e, sotto la superficie dell'ormai fin troppo usata apocalisse zombie, nasconde una riflessione interessante sulla società e sull'animo umano che emerge progressivamente durante le puntate. L'atmosfera quasi in stile anni '80, nonostante l'ambientazione nel futuro, è enfatizzata fin dai titoli di testa e dai brani scelti per la colonna sonora, e si adatta bene alla regia molto dinamica del trio di registi coinvolti nel progetto - Colm McCarthy (Peaky Blinders), Christopher Smith e Brian Kelly - che passano da immagini in stile videogioco con scritte che aiutano a capire la posizione in cui si trovano i partecipanti alla gara a sequenze horror con le creature che attaccano chi è costretto per vari motivi a uscire dal proprio veicolo.

La sceneggiatura, seppur piena di stereotipi e battute quasi surreali, attribuisce al racconto un ritmo invidiabile e ha il coraggio di far uscire di scena in modo inaspettato e piuttosto violento molti dei protagonisti sorprendendo gli spettatori. Pur fondendo spunti narrativi tratti da successi come Mad Max: Fury Road o i già citati The Purge o The Walking Dead, senza nemmeno dimenticare 28 giorni dopo o Death Race, la formula proposta dagli autori funziona e convince chi è alla ricerca di una visione senza troppe pretese in grado di intrattenere tra brividi, momenti splatter e riflessioni sul valore della famiglia. The Race - Corsa Mortale appare persino in più momenti come una versione live-action e destinata a un pubblico adulto di Wacky Races - Le corse pazze con le sue squadre in corsa a bordo di autovetture modificate di ogni tipo e team dalle personalità incredibilmente variegate.

Conclusioni

Come abbiamo accennato nella nostra recensione di The Race - Corsa mortale, il progetto decolla dopo i primi episodi necessari a introdurre il contesto e i protagonisti coinvolti nel racconto, trovando un buon equilibrio tra passato e presente che rende intrigante e stimolante la visione di questa corsa verso la salvezza. Le scelte inaspettate prese dai protagonisti e le uscite di scena quasi del tutto imprevedibili contribuiscono a mantenere alta la tensione e, come in ogni progetto britannico, non manca nemmeno quella dose di senso dell'umorismo che sdrammatizza le situazioni maggiormente sopra le righe. Esagerato, folle e adrenalinico, lo show creato da Matthew Read non offre nulla di veramente inedito, ma regala un approccio originale e fresco al genere post-apocalittico.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • La sceneggiatura regala molte sorprese e uscite di scena inaspettate.
  • Il mix di horror e corsa in stile videogame mantiene alto il ritmo.
  • Billy Zane regala un'interpretazione esilarante e dei momenti memorabili.
  • Il cast di alto livello rende i personaggi credibili e coinvolgenti.
  • L'alternarsi di atmosfere ed elementi "vintage" funziona.

Cosa non va

  • Le battute sono in più momenti all'insegna di stereotipi e sopra le righe.
  • Il gran numero di personaggi coinvolti non permette di dare a tutti lo spazio adeguato.
  • Alcuni passaggi della storia vengono risolti in modo rapido e sbrigativo.
  • L'elemento post-apocalittico ha veramente poco di razionale nonostante la spiegazione "scientifica" proposta verso il finale.