Di questa prima metà abbondante di Festival di Berlino 2017, The Party di Sally Potter è stato il film più applaudito al termine della proiezione stampa, per un entusiasmo e riscontro positivo che è echeggiato fino all'arrivo del numeroso cast in sala conferenze. Applausi convinti per un film che questo generoso saluto lo merita abbondantemente per il modo in cui mette in scena una tragedia ammantandola nei panni comodi della commedia, per i dialoghi brillanti e le ottime interpretazioni.
Ad accompagnare la regista alla presentazione berlinese, una nutrita rappresentanza di questo ampio cast di qualità, da Cillian Murphy a Kristin Scott Thomas, Bruno Ganz, Timothy Spall e Patricia Clarkson. Tutti evidentemente orgogliosi del lavoro svolto e dell'opportunità di lavorare ad un film con uno script così potente. Tutti pronti a rispondere alle domande e curiosità della stampa presente, che si sono concentrate sia sulla scrittura che sulle interpretazioni, senza tralasciare la splendida fotografia di Aleksei Rodionov, che ha dato spessore e corpo al bianco e nero in cui The Party è stato girato.
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Le fondamenta di The Party
Uno degli elementi chiave del film di Sally Potter sono i fulminanti dialoghi, che la regista spiega così: "Dipende solo dal saper ascoltare con attenzione come parlano le persone, in modo particolare a quello che non dicono. Molti dialoghi si basano su questo: le cose che la gente pensa ma sa, o sente, di non poter dire." Parole accompagnate da una significativa selezione musicale, a cominciare dalla musica d'apertura della quale è stato chiesto alla regista se fosse una scelta politica, post Brexit: "Assolutamente, la scelta di 'Jerusalem' senza testo è una scelta politica, come lo è qualunque altra cosa nel film, che è una commedia politica," ha spiegato la Potter ricordando come la votazione pro Brexit sia arrivata a metà delle riprese, lasciandoli distrutti e senza parole. Ha poi aggiunto: "Il film è un leggero e amorevole sguardo allo stato d'Inghilterra. Una Inghilterra rovinata. Tutto può andare storto nel mondo quando la gente perde di vista i propri principi."
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Un altro elemento chiave del film è senza dubbio la scelta di girare in un intenso ed emozionante bianco e nero: "È stata una decisione presa abbastanza presto, perché sentivo che il bianco e nero desse incredibile spazio al colore delle emozioni. Perché non siamo distratti da un apparente realismo. Molti dei miei film preferiti di tutti i tempi sono in bianco e nero e sono contenta di rientrare in questa tradizione." Un lavoro fatto a braccetto con il suo direttore della fotografia. "Ho avuto il piacere di lavorare con Rodionov per la prima volta tanti anni fa per Orlando, ha un modo di riprendere molto rivolto allo script e gli attori, i suoi non sono estetismi fine a sé stessi. Rientra nella tradizione russa di un'illuminazione capace di evidenziare gli aspetti drammatici dei volti e della scena."
Un cast da brividi
Un film come quello della Potter non potrebbe funzionare senza un gran cast e infatti tutte le figure che affollano la scena hanno attori di spessore a dar loro vita. Ma come ha creato questa alchimia? "Prima di tutto scelgo attori fantastici con cui lavorare ed è importante il rapporto che si viene a creare con loro, amando ed apprezzando quello che fanno, cercando di vedere in ogni momento il genio nella persona, spingendoli nella direzione in cui voglio andare ma sempre rispettando le loro idee al riguardo. E' la magia della collaborazione." "Quando ho letto lo script la prima volta," ha raccontato Timothy Spall, "ero semplicemente contento di lavorare di nuovo con Sally, ma poi, man mano che il cast si formava, mi sono reso conto che stava mettendo insieme un gruppo di grandissimo talento. E' stata un'esperienza davvero intensa, girata in un periodo brevissimo. Tutti hanno dato il massimo, con senso di mutuo rispetto, anteponendo il testo e il suo significato a sé stessi."
"Ogni minuto è stato prezioso sul set, gli ha fatto eco Patricia Clarkson, " la complicità che si è venuta a creare e l'umorismo che ognuno di noi ha messo in questo lavoro sono stati fondamentale per portare su schermo questa storia. Ci siamo innamorati gli uni degli altri!" "E' stato quasi come lavorare a teatro," ha confermato Kristin Scott Thomas, "con gli attori tutti insieme e la pressione. Sono stata quasi terrorizzata all'inizio, come prima di andare sul palco, sentivo di non ricordare il testo, di non sapere quello che stavamo facendo, e non avevamo molto tempo per ripetere le scene. Ma alla fine è stata una delle esperienze migliori della mia carriera."
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Tensione... teatrale
Uno degli elementi di tensione del film è il personaggio di Cillian Murphy e gli viene chiesto se sia stato difficile interpretare questo ruolo delicato: "Sally ha passato molto tempo con ognuno di noi, per definire il personaggio e come si inserisce nella storia" ha spiegato, aggiungendo qualcosa su come la storia si dipana: "Quello che ho amato dello script è il modo deliberato in cui svia lo spettatore, facendogli credere qualcosa sin dal principio. Lo spettatore vede il mio personaggio e pensa 'O Dio, ha una pistola' e inoltre non gli appare mentalmente stabile e sa che qualcosa dovrà succedere. Per un attore è fantastico un ruolo che inizia con dei presupposti e poi lo porta in una direzione completamente diversa."
L'impostazione teatrale di The Party non è certo sfuggita ai giornalisti, che hanno indagato in tal senso anche con la regista, per capire se ci fosse stata l'intenzione di portarlo direttamente su un palco. "È sempre stato concepito come un film, ma affonda le radici in quelle che sono la basi del cinema e che fanno riferimento alla tradizione teatrale che si basa sull'interpretazione" ha spiegato Sally Potter, che ha poi aggiunto: "Volevo però che sembrasse profondamente cinematografico, con una messa in scena che non sapesse di palcoscenico. È un po' un antidoto alle grandi produzioni fatte di budget alti, tanti effetti e imponenza."