The Order, recensione: Jude Law a caccia di neonazisti

The Order di Justin Kurzel ci offre un Jude Law inedito, stanco e imbolsito, che indaga sui neonazisti americani degli anni '80. Un film dolorosamente attuale, in dialogo con il presente. Dopo Venezia 2024, prossimamente su Prime Video.

Jude Law in una scena di The Order

Le immagini dell'invasione del Campidoglio degli Stati Uniti nel gennaio 2021 hanno scosso tutto il mondo: è proprio da qui che parte il film di Justin Kurzel, The Order, prodotto dalla Riff Raff Entertainment di Jude Law, che si concede anche il ruolo da protagonista. Baffoni, aria dimessa e accento americano, l'attore inglese è l'agente FBI Terry Husk, specializzato in indagini su mafia e organizzazioni criminali, che, nel 1983, arriva nella cittadina di Metaline, a Washington, per indagare su esponenti del suprematismo bianco.

The Order Jude Law In Una Scena
Jude Law in un'immagine di The Order

L'unico membro della polizia locale disposto a dargli informazioni è Jamie Bowen (Tye Sheridan), che ha sposato una nativa americana con cui ha avuto due figli, costantemente minacciarti da razzisti locali. Grazie a una sua intuizione, i due presto capiscono che una serie di bombe lasciate in cinema a luci rosse e - soprattutto - diverse rapine a banche locali sono opera di un gruppo di neonazisti organizzati, fondato da Bob Mathews (Nicholas Hoult), che ha fondato il "The Order" del titolo per prendere d'assalto il paese. I soldi gli servono per creare un esercito.

Presentato in concorso a Venezia 2024, The Order arriverà su Prime Video e sembra cominciare direttamente con il presente. E anche con un altro titolo presente al Lido: nella serie M. Il figlio del secolo, il Mussolini di Luca Marinelli dice, guardando direttamente in camera: "La democrazia è bellissima, ti dà un sacco di libertà, anche quella di distruggerla". Ebbene le idee e i metodi di Bob Mathews ricalcano perfettamente quelli del Duce. Il suo testo di partenza però è il libro The Turner Diaries di William Luther Pierce, neonazista e fondatore della National Alliance. Pubblicato nel 1978, viene fatto passare come un racconto per bambini, invece teorizza la liberazione degli Stati Uniti da ebrei e afroamericani attraverso sei passaggi. L'ultimo è proprio la presa del Campidoglio. Gli esponenti di estrema destra e sostenitori di Trump che hanno invaso Capitol Hill avevano quel libro dalla copertina rossa nella cintura.

L'intolleranza è l'ideologia dei mediocri

The Order Set
Dietro le quinte di The Order

The Order si apre con la trasmissione radiofonica di Alan Berg (Marc Maron), in cui lo speaker, dovendosi difendere costantemente da interventi aggressivi e razzisti da parte di antisemiti, dice che l'odio razziale è ciò che unisce i mediocri: non potendo prendersela con se stessi per la loro situazione infelice, cercano di dare un senso alla propria esistenza concentrando frustrazione e odio verso altre persone. Parole verissime, che ritraggono perfettamente quanto accaduto e che, purtroppo, continua ad accadere in ogni epoca e parte del mondo ogni volta che ebrei, neri, omosessuali e donne vengono aggrediti da parte di uomini bianchi violenti e ignoranti, che non conoscono altra risorsa se non quella della violenza.

Il tipo di persone perfette da utilizzare per i propri scopi da qualcuno con un minimo di intelligenza e carisma in più, che si chiami Benito Mussolini, Adolf Hilter o Bob Mathews. Kurzel è bravo a presentarcelo come un leader naturalmente carismatico, in grado di aizzare folle, sedurre donne e sovvertire l'ordine costituito, chiedendo a gran voce fatti invece che parole. Nicholas Hoult è l'interprete perfetto per questa persona che si presenta come il ragazzo della porta accanto e ha allo stesso tempo un lampo di luce sinistra negli occhi.

The Order: il suprematismo bianco negli Stati Uniti raccontato da Justin Kurzel

Jude Law bravissimo in un ruolo insolito

Tutti i thriller e crime americani degli ultimi dieci anni non riescono a staccarsi da True Detective: la serie creata da Nic Pizzolatto con protagonisti Matthew McConaughey e Woody Harrelson continua a fare scuola. Ormai è impossibile vedere un dialogo in macchina per le strade degli Stati Uniti che non ci ricordi i discorsi pessimisti dei due attori. A interpretare una variazione del personaggio di Rust Cohle è appunto Jude Law, in un ruolo abbastanza inedito per lui.

The Order Scena Film Jude Law Tye Sheridan Hurnee Smollett
The Order: Jude Law, Tye Sheridan e Jurnee Smollett in una scena del film

Imbolsito, affaticato e stanco, è molto convincente nel ruolo dell'agente FBI che ha abbandonato moglie, figlie e ogni forma di gioia per dare la caccia ai peggior criminali del mondo. Nel seguire le sue indagini il regista è bravo a giocare con i generi, trasformando il film quasi in un western (bellissima la scena in arancione, ormai un marchio di fabbrica del regista, come nel Macbeth con Michael Fassbender), in cui ciò che davvero conta è l'ebrezza della caccia. Terry sembra infatti cercare più il brivido dell'inseguimento che fare bene il proprio lavoro. E forse questa è l'essenza stessa degli Stati Uniti: un luogo bellissimo che è stato messo sotto il proprio stivale dall'uomo bianco, aggressivo e violento, che non riesce a interagirci se non con la violenza e le armi.

Conclusioni

The Order di Justin Kurzel racconta la storia vera della caccia del neonazista americano Bob Mathews, fondatore, negli anni '80, del gruppo armato organizzato The Order che, seguendo gli insegnamenti del testo The Turner Diaries di William Luther Pierce, progettava di prendere il Campidoglio e liberare gli Stati Uniti da ebrei e neri. Jude Law, anche produttore, è bravo nel ruolo dell'agente FBI Terry Husk, che, quasi come in un western (o in un episodio di True Detecrtive), dà la caccia ai peggiori criminali del mondo.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.9/5

Perché ci piace

  • L'interpretazione di Jude Law.
  • La regia di Justin Kurzel (che ancora una volta ci regala una splendida scena arancione).
  • Il ritmo incalzante.

Cosa non va

  • Il film non brilla per originalità, ma funziona.