The Order è un film utile a capire gli Stati Uniti di oggi

Justin Kurzel ha provato rilanciarsi con un pellicola che utilizza una delle storie di violenza che tanto ama raccontare per scavare fino alle radici della profonda scissione che ha trasformato l'America nell'America di Trump.

L'artwork di The Order

Al di là delle sue due sortite al gran galà del cinema nordamericano in compagnia di Michael Fassbender (non proprio fortunate), Justin Kurzel è sempre stato un regista interessato all'indagine antropologica e sociale attraverso il racconto di storie di violenza. Una strada che lo ha ripagato con un pass per il salto verso i più ambiti palcoscenici e dunque comprensibilmente di nuovo intrapresa nel momento di difficoltà, in cerca di un rilancio.

The Order Jude Law In Una Foto
Jude Law in The Order.

The Order per lui non è quindi un film banale, anzi, per certi aspetti è il più importante della sua carriera, dato che per la prima volta gli permette di fare quello che gli è sempre riuscito meglio, ma su suolo statunitense. Se questo non fosse abbastanza, la pellicola con protagonisti un baffuto Jude Law e un Nicholas Hoult quasi in versione "hilbilly", gioca un ruolo molto importante per scavare in quell'America "profonda" da cui proviene una buona parte del successo trumpiano, provando come il sentimento che incarna proviene da molto lontano.

La Cassandra di Kurzel

The Order Jude Law In Una Scena
Jude Law in The Order... più che altro spara.

The Order è un poliziesco a metà tra la codificazione più in voga nel cinema del secondo millennio, che riprende dal noir l'identificazione tra detective e assassino, e quella più classica, che scava meno nella psicologia e lavora più per archetipi. Un film che sa dell'entroterra degli states, i luoghi dove il trumpismo ha trovato terreno fertile, superando quella barriera quasi esistenziale che non dovrebbe portare nipoti di contadini e minatori a votare un oligarca di New York. Qualcuno che neanche scenderebbe dalla sua limousine semmai si fermasse in quei luoghi.

Il film che raccontò la figura simbolo di questo superamento è probabilmente Elegia Americana, tratto dal libro di memorie di J. D. Vance, prima repubblicano anti Trump e ora vicepresidente degli Stati Uniti d'America. Un libro, come quello da cui è tratto il film di Kurzel, The Silent Brotherhood del 1989. Anzi, più che un libro diciamo un saggio che aveva lo scopo di portare alla luce gli ideali di un movimento suprematista bianco, i cui pensieri, riscontrabili in un altro testo, The Turner Diaries (1978), andarono ben oltre la sua caduta. Pensieri che hanno animato diversi altri gruppi, arrivando a muovere addirittura le azioni di coloro che assaltarono il Campidoglio nel 2021. Gli stessi che Trump ha graziato all'inizio del suo Secondo Mandato.

The Order Scena Film Jude Law Tye Sheridan Hurnee Smollett
Oppure indica cose.

Probabilmente The Order è pensato per essere letto come un ipotetico primo snodo di un fil rouge con cui oggi tutto il Mondo Occidentale è costretto a fare i conti, suonando, in alcune scene, quasi come una profezia preannunciante le parole e le intenzioni più sovversive, estremiste e anti istituzionali degli USA che nel 2025 sono al potere. Tralasciando (per ovvi motivi) tutta la questione legata agli apocalittici scenari tecnocratici.

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The Order e l'America di Trump

The Order Jude Law Nicholas Hoult Jurnee Smollet Tye Sheridan Venezia 2024 Iynqvyj
Il cast di The Order a Venezia 81.

Le figure di Jude Law di Nicholas Hoult sono le due Americhe a confronto. La prima stanca, depressa e incapace di gestire, financo di vedere, il proprio lascito, e la seconda giovane, rabbiosa, violenta, gelida e prolifica. Nonostante il disfacimento del gruppo neo nazista, The Order lascia il dubbio che la partita l'abbia comunque vinta il leader del movimento, tanto che il rogo finale sembra quasi un rito della consacrazione. Come se il fumo dei suoi ideali volasse nel cielo.

Dentro la "Silent Brotherood" ci sono le ombre delle promesse e persino dei gesti che hanno caratterizzato la prima fase del Trump 2.0, forse con l'unica eccezione di una visione totalmente antisemita, la stessa che portò la setta a ribattezzare il governo statunitense con l'acronimo ZOG (Zionist Occupied Government). Anche se, anche qui, ci sarebbe da discutere su più di qualche punto. L'idea alla base del movimento era comunque quella di costituire uno Stato secessionista, che fosse in grado di dar vita ad una guerra civile su suolo americano. Una sorta di metaprequel di Civil War di Alex Garland, uscito a distanza, guarda caso, di pochi mesi.

Al di là della sua struttura da cinema di genere dalla bontà o meno del giudizio, The Order è importante per il suo essere un testo audiovisivo assolutamente a fuoco quando si guarda alla profonda crisi che ha animato il sentimento degli statunintesi in questa prima parte degli anni Duemila. Una frattura che proviene da lontano e che alla fine è riuscita ad entrare nelle stanze più importanti della politica, segnando un corso importante della Storia attuale. Per comprendere un fenomeno è fondamentale cercare di arrivare a capire le sue radici. Questa era l'ambizione di Justin Kurzel, oltre che rilanciare la sua carriera, of course.