The Lodge, la recensione: quando isolamento e paranoia conducono alla follia

La recensione di The Lodge, horror di Veronika Franz e Severin Fiala con Riley Keough, che racconta una storia ricca di mistero ed enigmi irrisolti.

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The Lodge: una scena del film

Dopo aver visto il trailer di questo secondo film del duo Veronika Franz e Severin Fiala, conosciuti per il riuscitissimo Goodnight Mommy, dobbiamo ammettere che eravamo particolarmente intrigati. La storia di una donna che rimane isolata in uno chalet di montagna con i due figli del nuovo fidanzato, perseguitata da chissà quali demoni del suo passato (o di quello dei bambini), forniva tantissimi spunti per un ottimo film horror, in cui magari unire gli elementi del thriller psicologico a quelli della classica ghost story. Come vedremo in questa recensione di The Lodge le nostre aspettative per questo film sono però rimaste in parte deluse: dopo un inizio convincente, ricco di scene estremamente suggestive calibrate alla perfezione per angosciare lo spettatore, nella seconda parte la tensione comincia a venire meno ed il film si trascina verso un finale nel complesso anticlimatico.

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The Lodge: una sequenza del film

A non funzionare sono quindi, a nostro parere, sia lo sviluppo narrativo, in cui le ipotesi e le possibilità si accavallano senza però trovare una soluzione soddisfacente, che il ritmo, che cala rovinosamente proprio sul finale. L'influenza poi di horror recenti come The Witch (che ha magistralmente rappresentato quali possono essere gli effetti dell'isolamento forzato sulla psiche delle persone) ed Hereditary, contribuisce nel confronto ad evidenziare i difetti di The Lodge, lasciando insoddisfatto un pubblico composto da fruitori abituali di questo genere di pellicole.

Troppe ipotesi ma poche soluzioni

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The Lodge: un'immagine del film

L'incipit della storia è piuttosto semplice: qualche mese dopo il suicidio della ex moglie, Richard (Richard Armitage) decide di far conoscere ai figli la nuova fidanzata Grace (Riley Keough), portandola, i giorni prima di Natale, nel loro chalet di montagna. Costretto a tornare in città per lavoro, Richard lascia da sola Grace con Amy ed Aiden (Lia McHugh e Jaden Martell), che si mostrano però estremamente freddi e scostanti nei suoi confronti (ritenendola la causa della morte della madre). Grace, che si porta dietro il fardello di essere l'unica sopravvissuta di una setta religiosa guidata proprio da suo padre, con il passare dei giorni comincia a soffrire dell'isolamento e della solitudine, che riportano a galla ricordi dolorosi e traumi irrisolti. La casa sembra poi nascondere oscuri segreti, e i suoi inquilini si sentono sempre più braccati da sinistre presenze.

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The Lodge: Riley Keough in una scena del film

The Lodge è costruito per portare chi guarda a porsi continuamente delle domande, passando da un'ipotesi all'altra sulla possibile conclusione della storia. Il problema però è che quando finalmente ci viene fornita la soluzione dell'enigma, questa risulta in contraddizione con alcuni degli elementi che ci erano stati presentati in precedenza, lasciandoci confusi e (ebbene si) piuttosto delusi. Il calo di ritmo, che come dicevamo è evidente sul finale, ha poi come principale conseguenza quella di svuotare di pathos proprio il momento della grande rivelazione, suscitando indifferenza nello spettatore invece che coinvolgerlo.

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The Lodge: una scena del film

Un altro elemento che non è riuscito a convincerci è la presenza dell'inquietate casa di bambole che, fin dall'inizio del film, accompagna lo sviluppo della trama (e sì, qui il confronto con Hereditary - Le radici del male risulta più che necessario). Pur fornendo nel finale una spiegazione del perché al suo interno vi si riproducano alcune delle scene più importanti del film, sembra utilizzata più per depistare lo spettatore, spingendolo verso l'ipotesi del sovrannaturale, che come strumento narrativo vero e proprio. Anche la presenza in casa di così tanti oggetti religiosi (che supponiamo essere appartenuti alla defunta madre dei bambini) è un elemento che non viene mai approfondito a dovere, servendo esclusivamente per angosciare di più la protagonista e per spingerla verso la follia.

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Un cast ridotto ma che regge bene il film

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The Lodge: una sequenza del thriller

Parlando del cast sia Riley Keough che i bambini sono molto convincenti nelle loro interpretazioni, e reggono bene da soli le quasi due ore di film. Keough, soprattutto, è in grado di rappresentare bene la spirale di follia in cui il suo personaggio viene trascinato, anche se (ma qui torniamo ad un problema di sceneggiatura, non di interpretazione) il suo crollo psicologico ed emotivo nel finale ci sembra comunque un pò affrettato. Pur non fornendo l'approfondimento necessario di nessuno dei personaggi - anche l'infanzia di Grace nella setta viene solo tratteggiata, ed è un vero peccato - è Richard a risultare quello peggio delineato. La sua ingenuità e noncuranza nel lasciare i figli con la nuova fidanzata (dopo che loro stessi gli hanno detto di attribuirle la colpa del suicidio della madre) ci sembra, più che superficiale, totalmente ingiustificata.

Un horror con buone premesse ma un intreccio confuso

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The Lodge: una scena del film con Riley Keough e Richard Armitage

Non possiamo che concludere con un confronto tra The Lodge e il primo film dello stesso team di registi, Goodnight Mommy. Entrambe le pellicole partono da una premessa simile: due bambini e una figura materna sono costretti ad una situazione di isolamento sociale che porta stravolgimenti emotivi e psicologici in uno di loro. Rispetto al film precedente, però, The Lodge compie un evidente passo indietro, basandosi su una sceneggiatura meno perfetta e costruita con minor cura. Anche in questo caso si cerca di stupire lo spettatore, ma i troppi elementi di cui viene sovraccaricato il film (il suicidio della madre, l'infanzia di Grace nella setta e la questione religiosa, le possibili presenze sovrannaturali...) rendono l'intreccio piuttosto confuso. Le idee però c'erano tutte e, al termine della pellicola, restiamo comunque colpiti da molti degli spunti e delle suggestioni che il film ci propone. Strutturando l'intreccio in un altro modo (e magari gestendo la soluzione finale in maniera diversa), questo The Lodge avrebbe potuto conquistarci come Goodnight Mommy o, chissà, come i già citati Hereditary e The Witch.

Conclusioni

Al termine di questa recensione di The Lodge, non possiamo che ripetere ancora una volta come l'horror di Veronika Franz e Severin Fiala abbia delle ottime premesse (e proponga interessati spunti di riflessione) ma non riesca appieno nello sviluppo della sceneggiatura, sovraccarica di elementi e quindi piuttosto confusa. Dopo un inizio convincente, ricco di scene estremamente suggestive, nella seconda parte la tensione cala e il film si trascina verso un finale nel complesso anticlimatico.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
2.5/5

Perché ci piace

  • Le premesse interessanti e gli spunti che il film ci propone.
  • Alcune scene molto inquietanti e ben costruite.
  • Riley Keough ed i giovani interpreti sono molto convincenti nei loro ruoli.

Cosa non va

  • I personaggi non vengono approfonditi come vorremmo.
  • Il finale anticlimatico che non viene gestito nel migliore dei modi.