Essendoci impostati in un mood da giorno di pioggia e romantic comedy adolescenziale che riscalda i cuori, è complicato abbandonarsi a questa recensione di The Last Summer senza dover sottolineare da subito che le nostre speranze romantiche sono state disattese. Questo intreccio di storie di ragazzi all'indomani del diploma, nell'ultima estate prima della loro vita da adulti, con il college o un lavoro ad aspettarli, risulta più un patchwork di situazioni da teen movie mal assortite che un film da annoverare tra i must-watch del genere, di cui Netflix si sta facendo portavoce. Nonostante la presenza di teen star come KJ Apa di Riverdale o Tyler Posey di Teen Wolf, il risultato è uno strano mix tra atmosfere in stile La vita è un sogno che si fondono con gag all'American Pie per poi evocare lo spettro di film come L'arte di cavarsela, Quel fantastico peggior anno della mia vita o The First Time.
Troppe storie
The Last Summer mette da subito in chiaro cosa vuole raccontare, mostrandoci i vari protagonisti del film quasi a dichiarare qual è punto di partenza della loro storia: due "ahimè" tipici nerd che vorrebbero fare la loro prima esperienza con una ragazza, il bello e solitario Griffin ( KJ Apa), figlio di genitori che lo vorrebbero alla Colombia University mentre il suo sogno è Berkeley; Phoebe (Maia Mitchell) immersa nel suo sogno da regista alla NYU; una coppia, Alec( Jacob Latimore) e Erin (Halston Sage) che decide di lasciarsi prima di esser divisa da due college diversi ed infine Audrey (Sosie Bacon, figlia di Kevin Bacon e Kyra Sedgwick) messa in lista da attesa da tutti i college a cui aspira che finisce ad occupare il suo tempo facendo l'assistente ad una casalinga ex attrice bambina ed a sua figlia già lanciata nel mondo dello spettacolo. Un quadro interessante per un film che dovrebbe essere corale ma non riesce a supportare ed alimentare il suo obiettivo. Basta poco per capire che l'unica storia che tutti vorrebbero seguire, forse anche lo sceneggiatore e il regista William Bindley, è quella dell'amore che nasce, malgrado tutto, tra Griffin e Phoebe mentre ai restanti "co-protagonisti" viene dedicato un tempo disattento e superficiale che non ne delinea il percorso.
Gli stereotipi che non funzionano
Perché non tifiamo per due outsider nerd che cercano di trovare la loro strada nel mondo reale dove, per citare il film, ci si può creare una nuova reputazione? Perché non sogniamo con Erin quando incontra un idolo del baseball, interpretato da Tyler Posey, che guarda caso, la nota, cadendole addosso nel catturare una palla? Eppure siamo in presenza di quel che potrebbe definirsi un perfetto "bell'incontro - meet cute" per dirla omaggiando u'apprezzata commedia come L'amore non va in vacanza. Dov'è la falla? Lo abbiamo già sottolineato con The Perfect Date che si salvava grazie a Noah Centineo e qualche deviazione dal teen movie classico: non basta avere le facce giuste e gli amati stereotipi a comporre il puzzle poiché se non si fanno sforzi per andare fuori traccia e aggiungere qualche piccola idea originale, si finisce per scimmiottare il genere senza riuscire a distinguersi dalla massa.
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La storia d'amore che funziona
Nel suo intento di riscrivere le regole della commedia romantica e di diventare faro di punta per il racconto di formazione tra adolescenza e post-adolescenza, bisogna riconoscere a Netflix di averci visto giusto con la coppia Griffin-Phoebe che funziona. La loro storia d'amore è costellata di dialoghi alla Sundance Film Festival e che nel loro essere convenzionalmente atipici, donano un tocco piacevole al corso del film che ci mette anche la musica giusta come un bel brano di Sarah Jaffe, Clementine, e il gioco è fatto.
Funzionano e ne valgono la visione quindi le corse in bicicletta, la musica ascoltata nell'auricolare condiviso, l'incertezza sui messaggi che dovrebbero mostrarti interessato ma non troppo, il primo bacio, il primo "non" appuntamento e tutto il corollario tipico dei migliori film d'amore adolescenziale. Ed ancora le dissertazioni in materia di cibo perfetto e le numerosissime citazioni a registi che hanno fatto epoca o film culto come IT, rappresentano una piacevole collezione di richiami da collezionare.
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Per chi ha nostalgia dell'adolescenza
Il grande successo di film come After o A un metro da te al cinema e serie Netflix come Tredici o Sex Education prova che gli adolescenti, se rappresentati sul piccolo e grande schermo, ripagano distribuzioni e network con attenzione e dedizione. Film come The Last Summer vogliono fare un passo oltre questo target e colpire anche chi adolescente lo è stato e ne ha nostalgia. È cosi che lo schema ripetuto da Netflix, che qui purtroppo non è abbastanza, è spesso quello di solleticare l'attenzione di un pubblico più adulto, omaggiandolo con rimandi a titoli o attori delle rom -com iconiche: un momento di Gabrielle Anwar ed è subito Amore con interessi con Michael J Fox oppure qualcuno per caso nomina Un compleanno da ricordare - Sixteen Candles e siamo in atmosfera 80's. Se non ci sono altri elementi a suscitare la curiosità dello spettatore però, questo non basta, anche se ci piace ed è la strada giusta.
Conclusioni
Alla fine della nostra recensione di The Last Summer, ribadiamo quanto detto inizialmente: pur premiando Netflix per l’impegno con cui investe nel riscrivere e rimodellare la commedia romantica e il teen movie, non possiamo fare a meno di sottolineare che questo film dimostra come, l’inserire nomi di richiamo per gli adolescenti ed elementi classici del genere, non basti a fare il successo di una pellicola. Troppe storie, qui poco approfondite e trattate superficialmente, a comporre un film che è corale solo sulla carta, distraggono lo spettatore dai due personaggi su cui vale veramente la pena concentrarsi e sul loro giovane amore. Un passo falso con tanti punti di forza su cui appoggiarsi per alzarsi e ritentare.
Perché ci piace
- La coppia KJ Apa - Maia Mitchell funziona e in loro presenza sembra di essere in una buona teen comedy indipendente.
- La fotografia tipica in stile filtro instagram lo rende un film piacevole e spensierato da vedere.
Cosa non va
- Punta troppo sugli stereotipi del genere e sulle facce di richiamo per i teenager, trascurando i contenuti.
- Sulla carta è un film corale ma le troppe storie trattate superficialmente, distraggono dall’unica che vale la pena seguire e a cui il regista sembra dare il maggior peso.
- Non investe su ciò che i personaggi hanno di speciale ma più su ciò che li rende collocabili all’interno dei clichè del genere.