The Last of Us 2, Lorenzo Scattorin sulla seconda morte di Joel: "Serviva genuinità emotiva"

In occasione di FalComics 2025 e del finale di Stagione di The Last of Us 2, abbiamo chiacchierato a lungo con la voce italiana del personaggio, l'attore e doppiatore Lorenzo Scattorin.

Joe Miller

The Last of Us 2 è arrivato alla fine della sua corsa. Un percorso che, come era stato ampiamente previsto da chi conosceva già il videogame, si è interrotto nello stesso identico modo della controparte videoludica. Sulle pagine di Movieplayer abbiamo seguito con estrema attenzione questa seconda stagione della creazione di Neil Druckmann e Craig Mazin prodotta da HBO e PlayStation Productions con delle analisi settimanali che hanno spaziato dalla primissima recensione spoiler free, a quelle episodio per episodio passando per gli approfondimenti relativi all'esplorazione delle somiglianze e delle differenze fra l'adattamento tv e il materiale originale.

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La primissima immagine della stagione 1 di The Last of Us diffusa al tempo

Avviandoci verso la conclusione - momentanea sia chiaro perché altre stagioni arriveranno - di questo cammino, abbiamo deciso di chiacchierare di tutto questo con un attore molto interessato e coinvolto in tutto ciò che ha a che fare con la saga Naughty Dog, Lorenzo Scattorin, la voce italiana di Joel Miller sia nei videogame che nella serie TV, col quale abbiamo discusso a lungo in occasione di FalComics '25.

Storia VS interattività

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Un'immagine che precede il primo trauma per i telespettatori di The Last of Us

The Last of Us non è l'unico videogame con cui hai avuto a che fare. Secondo te nel titolo Naughty Dog conta di più la componente narrativa o quella interattiva? Io ho sempre preferito la prima e come va a condizionare il secondo elemento dell'equazione.
"Personalmente ritengo che quando i lavori funzionano lo fanno perché hanno tutte le componenti che sono, scusa il gioco di parole e la ripetizione, funzionali all'ottenimento del 100% del lavoro, vanno a miscelarsi una con l'altra e a equilibrarsi una con l'altra. Per cui è sempre un insieme di fattori che devono funzionare andando poi a determinare il risultato finale. Ti dico questa cosa proprio perché in relazione a The Last of Us, quello ottenuto è stato un risultato unico. Probabilmente, forse, il primo episodio è stato ancora più deflagrante a livello di emozioni e di riscontro del pubblico. Però anche la seconda parte è stata, al di là del fatto che la trave portante sia decaduta in maniera così, un po' particolare [ride, ndr.], è stata estremamente... a mio modo di vedere inaspettata, specie in riferimento al finale".

Le polemiche sul videogame e il casting della serie

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Il casting di Bella Ramsey ha suscitato tantissime polemiche

Hai mai seguito le polemiche che hanno accompagnato sia il gioco di The Last of Us 2 che la seconda stagione? Quelle che hanno preso di mira la svolta narrativa dell'uccisione di Joel, il casting delle varie attrici...
"Sono forse un po' politicamente scorretto da questo punto di vista, nel senso che tutti hanno la possibilità di dire quello che pensano e trovo che sia giustissimo. Però c'è un fatto: le persone si sentono in diritto di avanzare delle critiche che dovrebbero essere, in teoria, appannaggio di chi è l'ideatore, di chi inventa, crea una storia e poi va a dipanarla pian piano. Poi è naturale: a posteriori può eventualmente dire "però avremmo potuto fare, avremmo potuto percorrere questa strada al posto di questa". Sul fatto delle polemiche più terra-terra, cioè quella che riguarda la scelta degli attori, in primis per Ellie, ho seguito abbastanza le discussioni degli appassionati su Bella Ramsey. Onestamente, anch'io sono rimasto perplesso all'inizio, però altrettanto onestamente ti dico che poi lei mi ha convinto. Alla fine un'attrice ti deve convincere con la sua arte non per la sua aderenza estetica al personaggio che deve interpretare, il suo scopo è convincerti e trascinarti con sé all'interno di una storia. Bella Ramsey c'è riuscita, l'ho trovata estremamente intensa, bravissima. Poi dopo possiamo disquisire sul fatto che rispetto al gioco, a come Ellie cresce e maturi fra la prima e la seconda parte, lei sia rimasta un po' troppo "piccola", non abbia avuto una trasformazione fisica di un certo. Anche se forse rende più nella prima stagione, quando è più piccola".

The Last of Us 2: l'episodio 6 è il più simile e, allo stesso tempo, il più diverso dal gioco The Last of Us 2: l'episodio 6 è il più simile e, allo stesso tempo, il più diverso dal gioco

La trasformazione e l'evoluzione di Ellie in TV

Ecco, esatto. Hai centrato il punto. Anche a me le questioni estetiche non interessano. Però l'ho trovata più in linea con Ellie nella prima stagione. Nella seconda mi è sembrata un po' "troppo piccola", ma soprattutto poco a fuoco. Non c'è una trasformazione.
"Sì, hai ragione, ma è altrettanto vero che da un punto di vista emotivo e psicologico, invece la trasformazione c'è, eccome. Per come l'ho vissuta io, per quelle che sono state le scene nelle quali ho lavorato, interagito con lei, forse è ancora più marcata che non nel videogioco la trasformazione".

Dici?
"Sì, è tutto molto soggettivo per carità. Per come l'ho vissuta io, sì. Ed è questo il particolare per il quale ti dico che mi ha convinto, perché è stata estremamente intensa, addirittura quasi fastidiosa in senso positivo in certi momenti, talmente era cattiva, in antitesi, in contrasto, in conflitto con il personaggio di Joel. Possono rimanere dei dubbi su quello che dicevamo prima, certo, però per quanto riguarda la parte narrativa, quali sono le cose a cui ti riferivi che non ti tornano?"

"Per me c'è un passaggio molto critico: quando Dina svela a Ellie di essere incinta. Nel videogame è un momento carico di una certa gravitas, nella serie TV viene risolto come se fossimo in una sit-com, in leggerezza. Come se la storia non fosse ambientata in un mondo post-apocalittico. È completamente fuori fase. Ma in generale è il livello medio della scrittura della seconda stagione che mi ha impressionato, in negativo. Specie perché quello che Druckmann e Mazin hanno fatto durante la stagione 1 per me era quasi esente da errori. Qua le uniche puntate davvero a fuoco sono quelle in cui c'è ancora Joel".

"Secondo me il discorso della storia del rapporto con Joel, dei vari personaggi e di Ellie ovviamente, era tratteggiato in maniera talmente nitida, talmente ben scritta che sarebbe stato un delitto deragliare da quei binari. Sicuramente è stata una scelta voluta quella di voler modificare alcuni aspetti. In adattamenti come questo ci sono anche delle necessità televisive, non so come dirti, perché poi è un ambito che io ho toccato nella mia vita lavorativa seppur non in maniera molto profonda, per cui ti parlo da appassionato o da persona che può informarsi in merito. Ci sono delle impellenze che richiedono delle variazioni sulla base di una volontà che si sviluppa nel corso degli anni".

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Bill & Frank, i protagonisti dell'acclamata 1x03 di The Last of Us

"Nell'adattamento, avere meno situazioni di combattimento con i mostri e più attenzione sull'amore tra due donne, tra due uomini, è una scelta. Il pubblico poi può essere d'accordo, può essere contrario. Io ho trovato la storia d'amore di Bill e Frank stupenda, delicatissima, bellissima. Lì secondo me era assolutamente comprensibile volerlo fare, probabilmente pure per dare un segnale, per sensibilizzare una società che è ancora troppo indietro da questo punto di vista".

Rivivere un trauma: la "seconda morte" di Joel

Lavorando alla serie hai rivissuto un momento molto drammatico, la morte di Joel. Come hai vissuto questa seconda "partita a golf"?
"Un trauma la prima volta, almeno adesso sapevo cosa andava incontro".

Peraltro tecnicamente, come funziona? I gemiti di dolore che sentiamo sono tutti tuoi? Sono di Pedro Pascal? Un po' e un po'?
"In alcuni passaggi sono miei, in altri come nell'ultimissima parte, sono urla fossero di Pedro Pascal".

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Pedro Pascal nella seconda stagione di The Last of Us

Ma torniamo al golf
"Allora, innanzitutto diciamo che mi ha fatto molta impressione la ricostruzione, per certi versi fedelissima, super fedelissima, le inquadrature, gli oggetti di scena, i dialoghi... è stato come ripercorrere un po' un film brutto, nel senso di film di cui non ami il finale, però andava fatto. L'importante era riuscire a ricreare, per quanto possibile, la stessa genuinità emotiva avuta al tempo del lavoro sul gioco, perché rifare una scena come quella, per quanto intensa, prevede il rischio di non viverla genuinamente come la prima volta e il risultato potrebbe risentirne. La tensione massima era tutta rivolta a quell'aspetto: cercare di farla come se non ci avessi mai avuto a che fare".

Una minaccia che incombe

Per chiudere non ti faccio una domanda, ma cito solo l'argomento di cui vorrei sapere la tua opinione: l'intelligenza artificiale.
"Meno male che poi dovrai sbobinare perché potrei andare avanti a lungo".

Ho tanti giga liberi sul telefono.
"La mia idea te l'ho esplicitata prima a pranzo: secondo me è in atto un qualche cosa di potenzialmente devastante per il genere umano in generale, non solo per la mia professione. E non voglio farla troppo grossa perché questa volta si tratta di una sostituzione dell'essere umano cion un software che può andare oltre l'essere un mero strumento. Quello che abbiamo visto e che abbiamo subodorato in decine e decine e decine di film nella nostra vita fin da quando eravamo ragazzini sta esplodendo e sta prendendo corpo. E fa molta paura, ma non a me nello specifico. Qui ci sono in ballo centinaia di ruoli, di professioni di eccellenze e centinaia di milioni di posti di lavoro".

"Persone che potrebbero venr sostituite da un software che fa tutto come noi, magari meglio di noi, in un tempo infinitesimalmente più piccolo, facendo cose che non nascono da un cuore, non nascono da un cervello umano che, per quanto imperfetto, sarà sempre meglio di quello che nasce da un software. Sono molto critico da questo punto di vista: bisognerebbe impegnarsi e risolvere molte altre cose oggi, come in passato e come nel futuro, rispetto alla volontà di creare qualche cosa che possa far costare tutto di meno, che possa togliere il lavoro a milioni di persone, che possa rendere tutto accessibile a chiunque. Quando si viene al mondo bisogna crescere capendo che bisogna seguire un percorso diverso per ognuno di noi e bisogna faticare e bisogna studiare, studiare, studiare, avere la volontà di arrivare e ottenere un risultato. Anche le cose più semplici necessitano di un percorso che prevede fatica, prevede impegno, sbattimento. Magari la penso così perché sono vecchio però così mi è stato insegnato. Pensiamo di rendere tutto più facile con l'IA ma in realtà complicheremo la vita a tutti".