Ed eccoci qua, di nuovo alle prese con Joel, Ellie e tutti i sopravvissuti all'infezione da cordyceps che ha tramutato la maggior parte degli abitanti del pianeta in aberranti creature poco amichevoli. Dopo la trionfale prima stagione, The Last of Us, la serie HBO curata da Craig Mazin, Neil Druckmann e prodotta con PlayStation Production, è tornata con una seconda stagione da sette episodi che, come noto, adatteranno solo una parte della monumentale Parte II uscita, originariamente, su PlayStation 4 nel 2020. Come con le puntate arrivate nel 2023, anche la stagione 2 di The Last of Us proporrà situazioni prese di peso dal videogame ad altre che vengono invece cambiate, ampliate o aggiunte di sana pianta.

E, da questo punto di vista, l'episodio 1 ha tanto da dire e da dare. In questo approfondimento, analizzeremo quelle che sono le principali differenze fra serie TV e videogioco di The Last of Us 2 (limitatamente alla puntata già disponibile, in Italia, su Sky e NOW). Chiaramente, se non l'avete ancora vista, evitate la lettura perché l'articolo contiene pesanti spoiler.
Il filo del discorso
La seconda stagione di The Last of Us si apre con una puntata scritta e diretta da Craig Mazin. Nel videogame veniamo subito messi di fronte alla confessione di Joel a suo fratello Tommy. L'uomo svela tutto quello che è accaduto a Salt Lake City, al Saint Mary's Hospital, della decisione che ha preso di salvare Ellie, della mattanza fatta e della bugia che ha poi raccontato alla ragazza. Bugia che finirà per minare alle basi il rapporto di fiducia che li legava.
Poi li accompagniamo mentre, a cavallo, tornano a Jackson rientrando dal loro turno di ronda. Tommy giura al fratello che, se sarà necessario, quello che gli è stato detto sarà un segreto che si porterà nella tomba. Finiti i titoli di testa, c'è uno stacco temporale: Joel bussa alla rimessa del garage in cui si è trasferita Ellie per portarle in regalo la chitarra che aveva recuperato - e poi restaurato - nella ronda iniziale col fratello e le suona una canzone su cui torneremo fra poco. Fra i due le cose sembrano non andare, la ragazza è molto fredda nei confronti del suo padre putativo. Successivamente, ha inizio il gioco vero e proprio con una fase di tutorial con Ellie a Jackson in cui conosciamo Jessie, Maria (la mogie di Tommy) e Dina, con cui poi Ellie avrà un turno di pattuglia fuori dalle mura della città.

Future Days ovvero Giorni futuri, questo il titolo della 2x01 di The Last of Us che cita una nota canzone dei Pearl Jam che ha una grande importanza nel videogame dalla quale la produzione HBO è tratta, comincia lì dove la prima stagione finiva. Sul crinale della montagna che si affaccia su Jackson, con Joel che giura a Ellie che la storia sulle Luci che le ha raccontato corrisponde a realtà. Una deviazione non da poco, necessaria per ricordare al pubblico televisivo dove eravamo rimasti. Ma non è la sola, enorme differenza che in questo episodio possiamo vedere nella sola introduzione che precede la sigla.
A carte scoperte
Dopo che Ellie e Dina uscivano dalle mura di Jackson, il gioco ci metteva alla guida di un altro personaggio, una ragazza di cui inizialmente non conosciamo il nome, che si risveglia, dopo un sonno tormentato, in una baita immersa in una tormenta di neve dove ha trascorso la notte insieme ad altri compagni e compagne "di squadra" per così dire. Uno le dice che vuole accompagnarla in un posto per mostrarle qualcosa. Future Days farà, probabilmente, discutere perché gioca a carte scoperte. Torniamo subito a Salt Lake City e alle sue giraffe dove vediamo, nell'area verde nei pressi della struttura, un gruppo di persone che ha da poco seppellito le vittime di Joel. Una ragazza sembra decisamente molto più scossa delle altre.
Si ripromette di voler trovare il responsabile e di volerlo uccidere. Lentamente. Contrariamente al videogame, dove il tema della vendetta viene introdotto in maniera più graduale con uno shock factor enorme, l'adattamento televisivo ci dice subito dove andrà a parare la storia. Anche qua, come nel caso precedente, è una mossa ad uso e consumo del pubblico televisivo che, così, sa subito cosa c'è in ballo per i personaggi. Ma, forse, è un espediente più banale rispetto a come la questione viene affrontata nel videogame. E si tratta di una considerazione che non ha a che fare con le possibilità interattive che un medium offre rispetto all'altro. Dopo questi due antefatti e dopo la sigla, il racconto si sposta più avanti nel tempo, cinque anni dopo i fatti della prima stagione.
Più Jackson
Nel videogame, conosciamo Jackson attraverso la già menzionata fase di tutorial grazie alla quale il giocatore può prendere dimestichezza con i comandi. Un tutorial che passa anche attraverso una divertente battaglia a palle di neve. Nella 2x01 della produzione supervisionata da Craig Mazin e Neil Druckmann viene dato molto più spazio alla comunità e ai suoi abitanti.
Le stesse dinamiche relazionali fra le persone che vivono all'interno di questa oasi di tranquillità (?) montana sono più sviluppate rispetto al videogame. Lo stesso Joel sembra avere con Dina un livello di confidenza che nel videogame non viene minimamente mostrato. Certo, non sembra avere la più pallida idea di quello che possa esserci o non esserci davvero fra lei ed Ellie, ma è proprio con Dina che Joel si sfoga ammettendo tutta la sua amarezza per come vanno le cose con lei. Poco dopo, la puntata ci presenta anche un personaggio che, nel videogame, non esiste proprio: la terapeuta Gail, interpretata da Catherine O'Hara.

Nella sessione con Gail, Joel si lamenta per la deriva della su relazione con Ellie e allora la terapeuta lo esorta a essere "meno noioso" perché è normale essere maltrattati da una figlia (anche se putativa) di 19 anni e di rivelare davvero cosa sia accaduto. Per spronarlo, la stessa Gail gli vomita addosso la rabbia che cova verso di lui: scopriamo che è stato proprio Joel a uccidere suo marito Eugene. Quello che, nel videogame, aveva una discreta scorta di marijuana auto-prodotta nascosta nel sotterraneo di un edificio fuori da Jackson. Dispiace notare come quest'aggiunta sia non del tutto azzeccata e superflua. Ha una mera funzione espositiva, ci spiega, a parole, come dovrebbero sentirsi i personaggi. Una caduta di stile per una produzione come The Last of Us che ci ha abituato decisamente meglio.
Nuovi infetti
Nel videogame, Ellie e Dina sono di pattuglia da sole, nella serie con una caposquadra e altri abitanti di Jackson. Sia nel videogame che nella produzione televisiva, si ritrovano a esplorare l'interno di un supermercato, il Greenplace Market. Nel videogame questo culmina in un momento decisamente action in cui devono far fronte a svariati infetti, fra clicker e runner. In Future Days incontrano un paio di clicker nel piano con gli uffici dell'attività e poi, quando Ellie precipita al piano di sotto, incontra un nuovo tipo d'infetto. Più furtivo e intelligente, in grado di tendere veri e propri agguati. È uno (anzi, una) stalker. In The Last of Us 1, e nel DLC Left Behind, s'incontrano sporadicamente mentre nella seconda parte del videogame sono molto più diffusi, specie a Seattle.
Ellie e Dina si ritrovano poi sedute di fronte al consiglio della comunità di Jackson (che nel gioco è assente) per informare tutti dell'esistenza di questa nuova tipologia d'infetti, un'informazione, questa, che viene presa con cautela da alcuni fra i presenti, non del tutto convinti della veridicità di quanto detto dalle due. Al termine dell'episodio, vediamo che, da una tubatura rotta, dei rizomi di cordyceps iniziano a muoversi. Problemi in arrivo? È probabile. Ma si tratta di problemi che, nel videogame, non vengono affrontati dai personaggi. Ma su questo torneremo nei prossimi giorni.