The Last Kingdom: sette re devono morire, la recensione: un finale (versione film) adatto a tutti

La recensione di The Last Kingdom: sette re devono morire: la serie tv con Uhtred di Bebbanburg giunge a conclusione in un film di due ore. Pensato per i fan, ma anche (e soprattutto?) per chi non conosce la saga. In streaming su Netflix.

The Last Kingdom: sette re devono morire, la recensione: un finale (versione film) adatto a tutti

Un funzionale e veloce spiegone iniziale e via nell'azione, tra le acque del fiume Derwent, nella Northumbria Occidentale, spalancando la scena alle alleanze, ai sogni e alle profezie, alle fughe, al perdono e alle infuocate battaglie, ben concepite nonostante ogni frame sia stracaricato in ottica di una ovvia spettacolarizzazione che, lo ammettiamo, riesce a coinvolgere e affascinare. Strana ma a suo mondo intelligente l'operazione dietro The Last Kingdom: sette re devono morire, una sorta di final movie che riassume e conclude la saga di The Last Kingdom, una tra le più seguite serie Netflix, e basata sui romanzi Le storie dei re sassoni scritti da Bernanrd Cornwell. Se torna, naturalmente, il protagonista, Uhtred di Bebbanburg, specifichiamo subito nella nostra recensione quanto il film, diretto da Ed Bazalgette, sia un film polivalente nella sua turgida struttura di dramma fanta-storico: è rivolto ai fan della serie - ritrovando un epilogo che potrebbe soddisfarli - ma è anche studiato per essere un'opera a sé stante, in grado di sorreggersi autonomamente - al netto della qualità artistica - e anzi incuriosire gli spettatori in un turbinio di violenza, brutalità, eroi imperfetti ed epica a buonissimo mercato.

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The Last Kingdom: sette Re devono morire, una scena del film

Effettivamente, visto la discreta tecnica, però non dissimile da linguaggio seriale (ricordiamolo, The Last Kingdom: sette re devono morire è un film!), la conclusione della saga potrebbe essere anche letta come un nuovo inizio, circolare per il pubblico che scopre per la prima volta le gesta di Uhtred, nato sassone ma cresciuto danese, intanto che l'Inghilterra del IX d.C. era suddivisa in sette regni separati, in quel periodo storico descritto come eptarchia anglosassone. Ora, sarebbe difficile prestare attenzione e approfondire tutti i nomi sciorinati nel film, ma il livello di spettacolarizzazione e di intrattenimento è mantenuto alto da un buon ritmo che, tra intrighi, spade e cavalli, non spezza l'attenzione, spingendoci a capire chi sarà, alla fine, il nuovo Re d'Inghilterra.

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The Last Kingdom: sette re devono morire, la trama. Tra film e serie

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The Last Kingdom: sette Re devono morire, una scena del film

Perché tutto nasce da una profezia, ossia quella di Ingrith (Ilona Chevakova), moglie di Finan (Mark Rowley), fidato compagno del nostro protagonista, Uhtred (Alexander Dreymon): "sette re devono morire". Appunto. Qualche attimo dopo, ecco la notizia che infuoca la trama: Re Edoardo è morto. La pace, costruita con fatica, è nuovamente minacciata. Già perché The Last Kingdom: sette re devono morire, riprende direttamente il finale della quinta stagione, portandoci in avanti di alcuni anni. La morte di un Re scuote i regni, e la bramosia di monarchi accende i regni. Ma i diretti eredi sono invece Aethelstan (Harry Gilby) e Aelweard (Ewan Horrocks), sfidandosi per rivendicare la corona.

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The Last Kingdom: sette Re devono morire, una scena del film

La guerra è alle porte, e Uhtred da Bebbanburg, che non ha certamente ambizioni regali, si trova nuovamente davanti ad un bivio: che direzione prendere? Vorrebbe aiutare il fidato principe, Aethlestan, ma il ragazzo sembra aver perso la nobiltà che lo contraddistingueva, abbracciando la religione indotta dal suo consigliere Lord Ingilmunder (Laurie Davidson). Eppure, il centro del film non è l'incoronazione a Winchester, ma andrà a spostarsi (dopo averlo introdotto all'inizio) sulla minaccia del guerriero danese Anlaf (Pekka Strang) che vorrebbe approfittare del caos per separare l'Inghilterra. Se "la guerra arriverà", Uhtred dovrà "scegliere da che parte stare". Sette re, oppure solo uno?

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Andando avanti nella visione di The Last Kingdom: sette re devono morire, ritrovandoci un po' a sorpresa quasi subito nella parte finale, l'umore e la mano di Edward Bazalgette, su sceneggiatura di Martha Hillier (che ha scritto diversi episodi della serie), si fanno via via più oscure, seminando morte, massacri e distruzione, virando poi verso la catartica speranza. Se la trama del film prescinde da una struttura già coerente e appurata, il film mixa un approccio filimico senza tradite mai la concezione seriale, nativa e originale. Allora, se l'idea produttiva appare bilanciata, l'economia generale, sospinta da un moto cinetico abbastanza stiracchiato, è (anche) introduttivo verso quel pubblico poco avvezzo alla serialità, che grazie alle gesta di Uhtred finisce per calarsi in un mondo cruento e spietato, segnato da un'indomabile ferocia e da una prorompente fisicità.

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The Last Kingdom: sette Re devono morire, una scena del film

Il tratto stilistico di The Last Kingdom: sette re devono morire, avvolto dai colori grigi, dall'enfasi e da una sottintesa puzza d'epoca (su cui si scherza, poco prima della battaglia conclusiva davvero ben girata), non può quindi scollarsi troppo dal mondo da cui proviene, ma resta comunque notevole l'intero sforzo scenografico, identificativo e dettagliato (i guerrieri che se la fanno sotto prima della guerra), colpendo (di nuovo) per l'intenzione vincente di essere un film alla portata di un pubblico trasversale. Tuttavia, il film Netflix non vuole ambire ad essere ciò che non è, e proprio per questo tampona, come meglio può, la frettolosità narrativa dovuta ad un montaggio che sfiora le due ore, e quindi marcatamente diverso dalla riflessività di una serie tv. Che vuol dire? Semplice, The Last Kingdom: sette Re devono morire è un film che riassume e accelera gli eventi, confinando una lotta per il trono - dettata dall'epica e dall'onore - in uno script che privilegia l'azione direttissima, enfatizzando (a volte troppo, vedi alla voce colonna sonora) l'atmosfera generale, per poi dimenticare le storyline parallele, e pertanto dimenticando di ricollegare (e chiudere dignitosamente) diverse situazioni. Ciononostante, resta impressa la figura di Uhtred, perfetta per una serie quanto per un (a)tipico film. Del resto, ci sarà un motivo se la fortezza di Bamburgh è ancora in piedi...

Conclusioni

The Last Kingdom: sette re devono morire? Riassumendo la recensione, possiamo subito dire che il film, pur essendo il finale di una serie tv (!), è adatto ai fan e, anche, a chi non conosce la serie Netflix con protagonista Uhtred. Anzi, potremmo quasi dire che, vista una frettolosità generale, il film potrebbe essere apprezzato molto di più dai neofiti, incuriositi da una fanta-storia dall'innegabile fascino.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • La figura di Uhtred.
  • La battaglia finale.
  • Una buona atmosfera.
  • Una serie divenuta film, ma adatta a tutti...

Cosa non va

  • E forse, potrebbe piacere più a chi non conosce la saga...
  • Alcune linee sono riassunte in modo frettoloso.
  • Un'eccessiva enfatizzazione.