The Kelly Gang, la recensione: l'allucinata e feroce parabola del leggendario bandito australiano Ned Kelly

La recensione di The Kelly Gang: il visivamente affascinante film di Justin Kurzel, che abbiamo potuto apprezzare grazie al blu-ray CG-Adler, racconta con stile cupo e allucinato e con un ottimo cast la folle esistenza di Ned Kelly.

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The Kelly Gang: George MacKay in una scena del film

Ascesa e caduta di Ned Kelly, il più famoso e giovane bandito d'Australia. Come vedremo nella recensione di The Kelly Gang, che abbiamo potuto scoprire grazie all'uscita homevideo targata CG-Adler, il film diretto da Justin Kurzel e tratto dal romanzo "La ballata di Ned Kelly" di Peter Carrey, racconta la storia del leggendario giovane ribelle e fuorilegge che riunì un gruppo di guerriglieri per organizzare una feroce ribellione contro i soprusi dell'impero britannico e la brutalità della polizia. Un film cupo, disperato e visivamente potente, dotato di un super cast che annovera George MacKay, Nicholas Hoult, Darce Montgomery e Russell Crowe.

Ned e una folle esistenza segnata fin dall'infanzia

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The Kelly Gang: una scena del film

The Kelly Gang inizia nell'Australia del 1867: Ned è un bambino dall'infanzia difficile e feroce: vive con la famiglia in una catapecchia in mezzo al nulla, con sua madre senza scrupoli che si vende per soldi mentre il marito resta imperterrito a guardare senza muovere un dito. Morto l'uomo, la spietata madre vende Ned a un bandito perché lo faccia diventare un uomo in un'iniziazione quantomai violenta e traumatica. Ned rientrerà in famiglia qualche anno dopo, per ricadere di nuovo nella sinistra attrattiva di sua madre, e poi sposare la causa irlandese in un movimento di guerriglieri vestiti da donna (perché "la pazzia è la cosa che spaventa di più") e combattere a suon di imprese folli, rapine e omicidi i modi decisi della polizia. Per finire male, impiccato a soli 25 anni.

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The Kelly Gang: George MacKay in una scena del film

La causa irlandese e la seduzione del male

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True History of the Kelly Gang: una scena del film

Cambio di passo per Justin Kurzel, che dopo un'interessante versione di Macbeth, aveva diretto cinque anni fa il dimenticabile Assassin's Creed. Nel 2019 per The Kelly Gang invece è tornato nella sua Australia per raccontare quella che è un'icona discutibile della causa irlandese, una vera e propria leggenda nazionale, che mise su una feroce banda per sfidare la tirannia del colonialismo britannico e la brutalità della polizia.

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The Kelly Gang: una scena del film

Un personaggio tra l'altro portato altre volte al cinema (lo interpretarono Mick Jagger e Heath Ledger), nei cui panni stavolta c'è George MacKay (e da piccolo Orlando Schwerdt). Kurzel qui prende la strada della visionarietà e il prodotto che ne esce, pur con alcune pecche, è molto valido. Colpisce soprattutto l'inevitabile e fatale china di Ned, segnato fin dall'infanzia verso un'esistenza ribelle, sempre al limite, condita da violenze e omicidi, alcol e ignoranza, una strada alla quale presto si adeguerà, travolto dalla seduzione del male.

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The Kelly Gang: una scena del film

Atmosfere allucinate per un'umanità degradata

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True History of the Kelly Gang: Russell Crowe in una scena

Il regista gioca con visioni, colore, musica e atmosfere allucinate e post apocalittiche per rendere ancora più folle l'ineluttabile percorso di Ned verso la fine, in una messa in scena forte e coraggiosa, senza remore nel mostrare l'abiezione e la trivialità umana. Eppure, in questa china inarrestabile dove la fatalità regna sovrana e il male è la normalità in una baraonda di fame, miseria e crimine, ci sono personaggi che sembrano ben peggio di lui e che ne hanno segnato l'esistenza. Dall'ignobile madre Ellen (Essie Davis) al bandito Harry Power, che Russell Crowe riesce a rendere brutale e spietato nell'iniziazione del ragazzo.

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True History of the Kelly Gang: Charlie Hunnam in una scena

Senza dimenticare le ambiguità dell'agente di polizia Fitzpatrick (Nicholas Hoult). Ne esce un mondo di degradazione totale, un'umanità allo sbando, senza regole né morale, disperata e senza nessuna speranza. Kurzel centra per gran parte del film l'obiettivo, anche se in qualche occasione finisce per andare fuori fuoco, indugiando troppo sugli eccessi e deragliando nella seconda parte in qualche rivolo piuttosto confuso, segno di una certa difficoltà a mantenere la barra dritta fino alla fine.

Il blu-ray: video ottimo e un super audio, ma pochi extra

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Come detto, abbiamo potuto apprezzare The Kelly Gang grazie al blu-ray targato CG-Adler. Un prodotto tecnicamente eccellente, anche se povero di extra visto che c'è solamente il trailer. Il video mostra un'invidiabile compattezza al cospetto di scene complicate, con condizioni di luminosità al limite, interni scuri oppure esterni bui e illuminati solamente dalle fiamme. Anche in queste circostanze il quadro è solido e il dettaglio resta molto buono, capace di emergere anche nelle ombre. Superbo anche l'audio in DTS HD 5.1, traccia presente sia in italiano che in originale. L'ascolto è davvero immersivo e trascinante grazie al lavoro sulle musiche e sugli effetti sonori, che coinvolgono sempre tutti i diffusori. Ben riprodotte anche le scene di azione con le sparatorie, ma notevole anche l'ambienza di insieme. Un buon impatto del sub e dialoghi impeccabili completano un ottimo audio.

Conclusioni

Come abbiamo visto nella recensione di The Kelly Gang, il film di Justin Kurzel è efficace nel raccontare la breve esistenza di Ned Kelly, leggendario bandito d’Australia, e della sua parabola segnata da un ambiente feroce e degradato, dove imperano miseria e crimine e il male diventa ineluttabilmente la normalità per sopravvivere. Ottimo cast e film dall’indubbio fascino visivo, peccato per qualche eccesso stilistico di troppo e alcuni passaggi confusi.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • Uno stile cupo e visivamente potente.
  • La disperazione di ambiente e vite degradati si percepisce da ogni fotogramma.
  • L’ineluttabilità di un’esistenza al limite segnata fin dall’infanzia.
  • Un cast davvero notevole.

Cosa non va

  • Qualche eccesso stilistico di troppo.
  • Nella seconda parte alcuni passaggi tolgono linearità al film.