Del potere di cui parli non me ne faccio niente. Ho qualcosa di meglio: la disperazione - Han Tae Oh
Abbiamo aperto la recensione con le parole di uno dei protagonisti di The Impossible Heir, il nuovo K-Drama di Disney+, ma forse potrebbero essere anche quelle di chi voleva disperatamente che questo fosse il nuovo grande successo seriale della piattaforma. Invece, finisce per fare i conti con la dura realtà in quanto, almeno per ora, lo show non sembra essere all'altezza delle aspettative. In questa recensione dei primi 4 episodi di The Impossible Heir, infatti, vedremo come uno dei titoli più promettenti della stagione non stia tenendo fede alle promesse e alle premesse che ne anticipavano l'arrivo, dato che ci si aspettava grandi cose non solo per il presunto budget apparentemente alquanto ingente (si parla di 20 miliardi di Won, ovvero sui 15 milioni di dollari per un totale di 12 episodi), ma soprattutto per il cast di talento che il drama può vantare, dal Lee Jae Wook di Alchemy of Souls e Extra-Ordinary You (nonché di recente al centro del gossip coreano per la sua relazione con la leader delle aespa Karina), al membro del gruppo K-Pop U-Kiss Lee Jun Young, già apprezzato in qualità di attore in numerosi show come Imitation e Let Me Be Your Knight. Ma allora, cosa sta andando storto?
Una struttura che non convince
Se avevate dato un'occhiata ai trailer e ai materiali promozionali di The Impossible Heir, l'idea che potevate esservi fatti di questo show era probabilmente quella di una serie feroce e spietata, un complesso racconto di lotte per il potere dal ritmo serrato che ci avrebbe regalato memorabili dialoghi e sorprendenti colpi di scena. Il tutto a discapito del (e in parte anche grazie al) fatto di incasellarsi in quel sotto-genere che ormai è conosciuto come Chaebol Drama, ovvero serie con al centro le famiglie ricche e prestigiose a capo di grandi conglomerati industriali (solitamente chaebol sta a indicare anche i cosiddetti "figli di papà"), di cui gli appassionati di queste storie conoscono già fin troppo bene le dinamiche. E in effetti, di chaebol parliamo quando abbiamo di fronte Kang Inha (Lee Jun Young), figlio illegittimo della famiglia Kang, proprietaria di un grosso conglomerato di aziende coreane, e del mondo in cui lui e l'amico Han Tae Oh (Lee Jae Wook) - il nuovo arrivato con un passato tormentato e tanta disperazione a guidarlo, come vi anticipavamo - si ripromettono di farsi strada, contro ogni previsione che li vedrebbe fortemente sfavoriti.
The Impossible Heir: oltre le premesse
La premessa è dunque totalmente tipica del genere, ma sappiamo quanto i cliché possano funzionare se sfruttati a dovere, quindi il bisogno di preoccuparsi, almeno a questo punto, non sorge ancora; in più, la sanguinolenta scena iniziale a effetto, con l'intenzione di creare ancora più hype per ciò che verrà (o meglio, che è già accaduto e che ha condotto fino a quel punto, trattandosi fondamentalmente di un flashforward), fa decisamente ben sperare... o no? Arrivati al quarto episodio, The Impossible Heir resta ancora ben al di sotto delle aspettative, tra scrittura piuttosto scialba e priva di arguzia, e continui salti temporali che non sembrano trovare piena giustificazione in una scelta di stile e non contribuiscono positivamente alla narrazione. Non è un caso che diversi netizen abbiano etichettato come confusionario e gratuitamente convoluto il racconto, che sembra rimanere vittima di una volontà di distinguersi e colpire a tutti i costi, non rendendosi conto di quanto nel frattempo stia perdendo a livello qualitativo.
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La speranza è l'ultima a morire
Sono 12 gli episodi di The Impossible Heir (che intanto arrivano ogni mercoledì in coppia), per cui c'è ancora tempo per ribaltare completamente la situazione, o perlomeno migliorarla. Ciò di cui ha bisogno ora lo show è innanzitutto un salto qualitativo nella sua struttura, sia formale che contenutistica, come anche nello sviluppo dei personaggi, finora poco ispirato e ancora troppo stereotipato (per non parlare del presunto triangolo amoroso di cui si devono ancora afferrare bene le dinamiche, se non l'intera essenza).
Un vero peccato, considerando gli attori a disposizione e la loro capacità di calarsi alla perfezione in ruoli fortemente drammatici, nonché la chimica tra i due co-protagonisti (minore, invece, quella di entrambi con Hong Suzu, interprete di Na Hyewon). Se poi, una volta riusciti a rientrare in pista e una volta imboccato il giusto percorso, potrà seguire qualche svarione, poco male: l'importante ora è restituire a The Impossible Heir le condizioni necessarie per poter competere ad armi pari con tanti altri drama di simile forgia, e non finire nel dimenticatoio, o peggio, nella lista di quegli show dal grande potenziale sprecato.
Conclusioni
In questa recensione preliminare di The Impossible Heir non può che essere tale anche il nostro giudizio, mancando gran parte degli episodi al suo completamento. Quel che abbiamo visto finora nel nuovo K-Drama di Disney+, tuttavia, potrebbe essere definito con il termine inglese “underwhelming”, poiché, almeno in questa prima tranche della storia, risulta tutto poco incisivo e memorabile. Attendiamo dunque a dita incrociate una rimonta di quelle tipiche delle più entusiasmanti competizioni sportive, perché il potenziale di The Impossible Heir è davvero troppo elevato per restare solo “l’ennesimo chaebol drama”.
Perché ci piace
- Cast promettente.
- Storia sì stereotipata, ma dal buon potenziale .
Cosa non va
- Narrazione confusionaria e superficiale.
- Uso eccessivo di salti temporali e omissioni.
- Scarso sviluppo dei personaggi.