Una donna cerca di superare lo scorrere del tempo dall'abbandono del suo amante, accanto a lei solo le valige che lui ancora non è venuto a riprendersi ed un cane a cui manca tremendamente il suo padrone. In queste poche righe il cuore del corto presentato a Venezia 77 dal regista spagnolo Pedro Almodóvar, The Human Voice, interamente costruito attorno alla magnetica figura di una Tilda Swinton più in forma che mai. Tratto da una pièce teatrale di Jean Cocteau, a cui Almodóvar si era più volte ispirato in passato (in particolare per il suo amatissimo Donne sull'orlo di una crisi di nervi), questo corto è la sua prima opera interamente in lingua inglese e - parola del regista - gli ha fatto scoprire un'incredibile alchimia con l'attrice britannica: " Mi piacerebbe tantissimo che il nostro rapporto continuasse, la nostra storia d'amore, se così la vogliamo definire," ha affermato Almodóvar "quando si trova la chimica assoluta con un attore non c'è niente di paragonabile per una persona che fa il mio lavoro, permette di andare molto più lontano nel film a cui si sta lavorando".
Durante la conferenza stampa di presentazione del film alla Mostra del Cinema abbiamo parlato con il regista, con uno dei produttori (il fratello di Pedro Almodóvar, Agustin) e Tilda Swinton, tutti entusiasti di aver avuto la possibilità di lavorare insieme e di sperimentare liberamente nella messa in scena di questa storia. "Lavorare insieme a Tilda è stato meraviglioso, lei ha reso questa prima esperienza in inglese molto più facile" confessa Agustin Almodóvar, "mentre giravamo il film avevamo quasi l'impressione di lavorare con qualcuno che collabora con noi da moltissimo tempo."
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Una nuova esperienza
Nemmeno Tilda Swinton si esime dall'elogiare il cinema di Almodóvar e la sua personalità come individuo e regista: "La mia relazione con il lavoro di Pedro è iniziata con la visione di Donne sull'orlo di una crisi di nervi, sono rimasta stregata dal suo cinema", racconta l'attrice, "pensate che ho un amico che è un monaco benedettino che un giorno mi disse 'pregherò che tu possa lavorare con Almodóvar'. Pensavo fosso impossibile visto che non parlo spagnolo, ma la magia del cinema va al di la delle differenze linguistiche".
Parlando proprio del fatto che questo sia stato il suo primo film in lingua inglese, il regista approfondisce il processo di scrittura della sceneggiatura: "Ho scritto in spagnolo e poi è stato tradotto, sono stato molto aiutato proprio da Tilda che ha corretto alcune frasi, alcune espressioni. Inizialmente è stato difficile lavorare in un'altra lingua, ma poi quando Tilda si è impadronita del personaggio è stato incredibile sentire il testo con quel tipo di musicalità, con la voce con cui lei pronunciava ogni frase."
La fine del lockdown e i progetti futuri
Un'opera tratta da una pièce teatrale che però viene modificata e adattata da Almodóvar: "Questo corto è stata un'esperienza molto liberatoria, volevo creare qualcosa di essenzialmente teatrale ma al tempo stesso cinematografico, per me è stato un esperimento, ho riscritto quasi completamente le parole di Cocteau, volevo renderlo completamente mio." Il regista spiega poi come questo cortometraggio si distacchi dalle altre sue opere più recenti: "Con Julieta mi sento di aver iniziato un nuovo ciclo, rispetto al passato sto cercando di ottenere una narrazione più contenuta, scevra di elementi ma in cui cerco di andare più a fondo possibile, The Human Voice però si distacca da questa tendenza che ho adottato, è un corto molto barocco, colorato. In un momento in cui tutti vogliono fare delle serie, poi, io ho voluto fare un corto."
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Il regista continua raccontando che cosa abbia significato per lui lavorare nel periodo subito posteriore al lockdown e che cosa, secondo lui, dovremmo imparare da quanto accaduto: "Quest'esperienza, a mio parere, ha dimostrato quanto la cultura sia necessaria, in questo periodo ci ha riempito il tempo, sono le serie, i film, i libri ad averci aiutato a superare questa situazione". Poi però sottolinea quanto per lui sia importante far presto ritorno nelle sale cinematografiche, che stanno pian piano riaprendo: "Andare al cinema è come iniziare una nuova avventura, andare in un luogo dove si può condividere con tanti sconosciuti un'emozione, si tratta di un esperienza fondamentale a livello umano, e come regista per me è qualcosa di molto importante." Almodóvar conclude anticipando i suoi prossimi progetti: il regista è già in fase di pre-produzione con il suo prossimo film, ma confessa di aver già scritto due cortometraggi che potrebbero seguire The Human Voice, "si tratta di un western molto particolare e di una storia distopica, ambientata in un futuro in cui i cinema sono scomparsi."