Mescolare il più classico dei whodunit, Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, con le claustrofobiche atmosfere e le location di un cult dell'horror come La cosa, può essere sì un operazione rischiosa ma, trovata la giusta chiave di lettura da cui cominciare, può senza dubbio dare vita ad un racconto affascinante e coinvolgente. Prodotta da The Mediapro Studio e da Hulo Japan, scritta da David e Alex Pastor e diretta da Jorge Dorado, The Head, serie appena arrivata su Amazon Prime Video, ci trasporta in un'isolata stazione scientifica del Polo Sud, dove un gruppo di ricercatori affronta i mesi invernali in totale isolamento. Con l'arrivo dell'estate, e con il ritorno del resto del team, il comandante Johan Berg (Alexandre Willaume), che aveva lasciato la moglie Annika alla base, si troverà davanti ad un terribile ed inaspettato spettacolo: parte del team è stato violentemente trucidato, alcuni dei suoi compagni sono scomparsi e solo la dottoressa Maggie (Katherine O'Donnely), in evidente stato confusionale, è l'unica ad essere ritrovata viva. Per l'uomo comincia così una corsa contro il tempo per trovare sua moglie ed identificare il colpevole degli efferati omicidi: un flashback dopo l'altro scopriamo il passato dei personaggi ed i dettagli della loro permanenza nella stazione di ricerca durante l'inverno, svelando così, nel corso dei sei episodi che compongono la serie, l'intricato mistero che ha dato il via all'intera vicenda.
"La nostra idea era molto semplice: sviluppare un thriller tutto contenuto in un'unica location, una stazione di ricerca in Antartide, delle persone vengono uccise nel primo episodio e da lì si scatena tutto il resto. Una premessa è molto forte ed intrigante: volevamo fare una versione più violenta di un libro di Agatha Christie." ci ha spiegato lo sceneggiatore David Pastor durante la conferenza di presentazione della serie, a cui ha partecipato insieme a molti altri membri del cast tecnico ed artistico - e a proposito, qui potete leggere la nostra recensione di The Head. "Si tratta di un'ambientazione estrema, sia per le bassissime temperature che per l'isolamento dei personaggi, che ci ha catturato fin dall'inizio. Abbiamo capito subito sarebbe stata una sfida creare uno show in quelle condizioni e partendo da una tale promessa, ma eravamo sicuri avrebbe potuto attrarre moltissimo gli spettatori."
Un thriller senza polizia ed il legame con il film di Carpenter
"L'elemento più interessante di The Head è che dopo soli dieci minuti dall'inizio già sai che cosa è successo, e devi cominciare a chiederti come è accaduto e chi lo ha fatto. Inoltre volevamo sviluppare un thriller in cui la polizia avesse un ruolo molto limitato, ci è sembrata un'idea estremamente innovativa, qualcosa che in molti non si aspettano." ha spiegato Ran Tellem, uno dei produttori di The Mediapro Studio, sottolineando quanto sia interessante il fato che a portare avanti le indagini sia proprio il personaggio di Alexandre Willaume, motivato principalmente dalla volontà di ritrovare la moglie scomparsa.
La connessione con il classico dell'horror di Carpenter, come vi accennavamo, è evidente nelle atmosfere, claustrofobiche ed asfissianti, oltre che nella location. A mancare però è l'elemento sovrannaturale, niente alieni o creature malefiche ad introdursi nella stazione per fare una carneficina dei suoi occupanti, ma solo la crudeltà dell'essere umano: "Non volevamo inserire l'aspetto sovrannaturale, volevamo una storia che fosse realistica, senza gli elementi tipici della science fiction, che avrebbero limitato il piacere nella visione" ci ha raccontato David Pastor "Come scrittore penso che creare una storia con una soluzione di quel tipo sia in qualche modo come barare, non si tratta più di un mistery, ma di science fiction. Non volevamo rifare La Cosa, già esiste." Il film di Carpenter viene però citato apertamente, proprio all'inizio della serie: una delle tradizioni dei team "invernali" è quella di dare inizio alla stagione di buio proprio con una proiezione del film. Jorge Varado, il regista di The Head, ci ha svelato che non si tratta di un particolare che gli scrittori si sono inventati per arricchire la storia: "In fase di ricerca abbiamo parlato con scienziati che lavorano ed hanno lavorato in Antartide, ci hanno raccontato che ogni inverno hanno davvero la tradizione di guardare La Cosa tutti insieme. Abbiamo pensato che fosse un dettaglio veramente divertente da inserire nella serie."
Una storia estremamente complessa e stratificata
Dopo il ritorno del team invernale alla stazione di ricerca cominciano le indagini condotte da Johan Berg, e pian piano sveliamo molti segreti che potrebbero portarci alla soluzione del mistero. "La storia è estremamente ben scritta, ognuno dei personaggi ha qualcosa in ballo, ognuno può essere un sospettato. Mi verrebbe da definirla come una bellissima - ma al tempo stesso molto spaventosa - cipolla, che cominci a sfogliare ma non hai alcuna di idea di che cosa aspettarti", ci ha raccontato Laura Bach, "Ogni personaggio è parte di questa cipolla. The Head è una serie estremamente profonda, alla fine ti rendi conto di quanti strati abbia, ci sono moltissimi elementi in cui il pubblico può ritrovarsi. La storia parla d'amore e di che cosa si deve fare per l'ingiustizia."
Laura ci ha spiegato come il ruolo di una donna come quella che interpreta, la scienziata Annika, in un ambiente quasi esclusivamente maschile come quello della ricerca, sia una delle tematiche più importati della serie: " Il mio personaggio è una donna che lavora in un mondo principalmente gestito da uomini, come molti ambienti di questo tipo sono, è lei a trovare questo batterio che potenzialmente potrebbe salvare milioni di vite, e per questo si trova a fare ricerca in Antartide. La frustrazione è che lei non può essere responsabile della scoperta perché è una donna. È un tema molto caldo ora nel mondo." A metterla in ombra Arthur Wilde, interpretato da John Lynch, la superstar del progetto a cui stanno partecipando: " Il mio personaggio è un biologo che ha fatto, insieme ad Annika, un'incredibile scoperta. È un uomo completamente guidato dal suo ego, è molto intelligente e carismatico, ma ci sono anche lati molto negativi del suo carattere. Vista l'entità del suo lavoro tutte le cose negative su di lui vengono in qualche modo tenute nascoste."
Un cast internazionale
"The Head è una serie di una qualità molto alta, è un prodotto internazionale parlato in quattro lingue - inglese, danese, svedese, e spagnolo - ed interpretato da un cast incredibile, proveniente da ben sei paesi diversi", ci ha spiegato Laura Fernandez Espeso, anche lei tra le produttrici. "Il cast internazionale che abbiamo messo insieme è fantastico, persone che vengono da tanti paesi diversi, con modi di recitare estremamente differenti tra loro, ma che insieme sul set sono diventati una squadra meravigliosa e, quando vedrete lo show, vi accorgerete dell'incredibile energia che scorre tra loro." ha poi sottolineato Ran Tellem.
Tra gli interpreti anche Álvaro Morte, diventato famoso nel mondo per essere il Professore ne La casa di carta: "Partecipare a The Head per me è stata un incredibile esperienza, soprattuto perché ho potuto lavorare insieme a così tante persone piene di talento.". Poi ha sottolineato come il suo personaggio sia complesso e stratificato: "In una storia come questa è essenziale non sapere come i personaggi sono realmente fino alla fine, ognuno di loro ha talmente tanti strati e dettagli nascosti. In base a chi racconta la storia, si scoprono sempre cose nuove."
Ci sarà una seconda stagione?
Non potevamo che chiedercelo: ci sarà spazio per una seconda stagione dei The Head? Jorge Varado ci ha confessato "Mi piacerebbe moltissimo lavorare ancora con queste persone. Ho detto fin dall'inizio che il più grande problema della sceneggiatura è stato dover uccidere tutti quei personaggi così presto. La nostra ambizione è stata però quella di raccontare una storia completa, dall'inizio alla fine. Non volevamo lasciare le persone in sospeso. Se ci sarà una seconda stagione, la storia che racconteremo sarà un'altra: la visione di The Head è qualcosa che potremo ricreare, in una nuova storia però." "Possiamo adattare The Head a storie simili ma fondamentalmente diverse, basate sulle stesse idee e con lo stesso tipo di personaggi" conclude Ran Tellem. Speriamo quindi che non ci si faccia sfuggire l'opportunità e vengano prodotte altre stagioni di The Head in futuro.