The Good Wife: Il commento all'episodio All Tapped Out

Un episodio organico e appassionante che risolleva un po' i toni dopo i due malinconici episodi immediatamente successivi alla tragica scomparsa di Will Gardner.

Il plot
Con Alicia ancora fuori gioco, Clarke e Cary bloccano allo stadio embrionale il progetto di fusione tra la Florrick/ Agos e la Lockhart/ Gardner. David Lee ne approfitta per imporre a Diane la sua idea di fusione, cosicché lo studio diventa Lockart, Gardner & Canning; l'impatto iniziale con Louis Canning non è semplice, soprattutto per Kalinda. Nel frattempo però Alicia viene richiamata al dovere per aiutare Finn Polmar, che il procuratore distrettuale sembra voler usare come capro espiatorio per il caso di Jeffrey Grant, l'assassino di Will; ma a metterla in allerta c'è anche la visita agli uffici della Florrick/ Agos di un giovane che si dichiara collaboratore esterno della NSA, e che sembra sapere un po' troppo di quello che si comunicano telefonicamente i partner dello studio.

Cosa ci è piaciuto di questo episodio

She's back. Avrebbe voluto rimanere a letto con i suoi ricordi e con i suoi guilty pleasures televisivi qualche giorno in più, la nostra Alicia; avrebbe potuto concedersi un altro episodio dal ritmo blando, dal cuore contemplativo, il nostro show; ma questa è la quinta, gloriosa stagione di The Good Wife, c'è un Emmy (o più di uno) a cui puntare, e bisogna riprendere la vita di sempre, anche se non sarà mai, davvero, la vita di sempre, dopo gli ultimi drammatici eventi, la fuga professionale, la morte di Will, la rottura con Peter.
Alicia si "sveglia" per dare una mano a Finn Polmar, l'uomo che è stato accanto a Will negli ultimi istanti della sua vita, ma soprattutto si scuote quando subodora l'ordine di sorveglianza ai suoi danni da parte della NSA. Sono Cary e Clarke che stanno assistendo il giovane Jeff Dellinger, collaboratore della NSA che teme di essere finito nei guai per essersi inavvertitamente portato a casa il lavoro, ma è Alicia a percepire, pur nella distanza del suo dolore, qualche lapsus rivelatore nelle dichiarazioni del giovane. Forse perché ha da perdere più degli altri, dato che le intercettazioni possono di struggere non solo la sua ma anche la carriera di Peter, e il futuro dei suoi figli; forse perché deve proteggere, ad ogni costo, ciò che le è rimasto, per quanto misero sia. Dei collaboratori che possono sorprenderla prendendo decisioni senza consultarla, un mestiere, che, a ben guardare, non ama fino in fondo, ma che le permette di mettere a nudo ipocrisie e ingiustizie che la disgustano, e un lungo calendario di eventi che forse per lei non significano molto, ma sono la prova tangibile di ciò che ha conquistato per sé stessa, e di ciò che ha aiutato suo marito a conquistare.
Michael J. Fox cerca casa. Per molti sarà stato traumatico, non c'è dubbio, vedere Louis Canning/ Michael J. Fox trasferirsi di punto in bianco nell'ufficio di Will, mettere mano ai suoi casi, pretendere la collaborazione della riluttante Kalinda. Ma è un effetto assolutamente voluto: i nostri autori giocano con quel senso di vuoto dentro di noi, non cercano di riempirlo con una illustre guest star che manca dallo show da talmente tanto tempo che tutti, lui incluso, devono ricordarci le ragioni per cui è così fastidioso. E' evidente che la via che dobbiamo percorrere adesso non sarà sempre piacevole; d'altronde, non lo era nemmeno prima. Ma il bello di Canning è che è impossibile prevedere le sue mosse, capire se gli capita mai di essere sincero: sfruttando anche i suoi problemi neurologici, come d'altronde fa Canning, Fox è in grado di offrire una performance assolutamente destabilizzante. Scordatevi il sorriso fascinoso di Will Gardner, i suoi traffici a fin di bene, i suoi brindisi e i suoi balli con Diane, sembrano dirci i King; "il nuovo Will" è un uomo che fa infuriare Kalinda e lascia sconcertata Diane, ma nel frattempo agisce subito per vie misteriose per risolvere i problemi dello studio legale; un uomo che dichiara a cuore aperto di aver cercato a lungo un "casa" come la Lockhart/ Gardner (& Canning) senza trovarla, ma che ci sono buone possibilità lo stia dicendo per raggirare i suoi colleghi, noi e probabilmente sé stesso. Non è Will, non sarà Will, ma non per questo renderà noioso The Good Wife, anzi.

Un burner per Mr. Florrick. Riesce sempre a farci dimenticare, con una mossa egoistica, un commento insensibile, di che pasta è fatto il governatore dell'Illinois Peter Florrick (Chris Noth). Poi arrivano scene come quella in cui stende al suolo l'amico senatore che ha tentato di "rassicurarlo" sull'inesistenza dell'ordine di sorveglianza della NSA e siamo lì, con Eli, ad ammirarlo. Fino alla prossima mossa egoistica e al prossimo commento insensibile.

Cosa, invece, non ci ha convinto

La pazza idea di Jeff Dellinger. Il buon Jeff (la guest star di ritorno Zach Woods), uno degli impagabili nerd della NSA che abbiamo imparato a conoscere da quando sono stati introdotti in The Bit Bucket, si trova ad affrontare un piccolo ma inquietante dilemma durante l'appuntamento settimanale con il poligrafo, e pensa bene di rivolgersi a uno studio legale. Quale studio legale? Ma naturalmente quello su cui sta lavorando segretamente da mesi! E' vero che questi giovani impiegati della NSA, tra video-tormentoni di YouTube, scherzi, lazzi e T-Shirt deliranti, non sono mai stati presentati come dei modelli di raziocinio, ma è semplicemente impensabile che un uomo sano di mente, in una situazione del genere, faccia quello che fa Dellinger. Certo, senza questa arguta pensata, non ci sarebbe stato un episodio divertente come All Tapped Out. Per cui passi il paradosso per questa volta, non è certo il primo che perdoniamo in nome del disegno narrativo dei King; ma ci auguriamo che il tasso di assurdità rimanga su livelli tollerabili nei prossimi episodi, per poter avere il tempo di dimenticare una grossa debolezza come questa.

What's Next?
Ci attende una recurring guest star speciale la prossima settimana, l'amabile uxoricida Colin Sweeney/ Dylan Baker. E dove c'è Sweeney, ci sono guai!

Note a margine
A proposito di Emmy, la scorsa settimana la CBS ha lanciato una sorta di campagna "aggressiva" per il suo show di punta, in cui si pone l'accento su un vantaggio notevole che questa annata di The Good Wife ha nei confronti dei suoi diretti concorrenti: ben 22 episodi, contro i sette di Mad Men, gli otto di True Detective e Breaking Bad, i dieci de Il trono di spade e via dicendo. Loro non si risparmiano. Nemmeno in fatto di veleno.
Infine, se avete iniziato a sentire fatalmente e inevitabilmente la nostalgia di Josh Charles, sappiate che tornerà la prossima settimana, anche se solo nelle vesti di regista. Magra consolazione, ce ne rendiamo conto.

Movieplayer.it

4.0/5