Le serie britanniche, a maggior ragione se sono miniserie e quindi con un numero limitato di episodi che chiude la storia, hanno un aplomb e un'eleganza pari a nessun'altra produzione, rendendo anche il serial meno riuscito degno di nota e con un equilibrio narrativo e registico come pochi altri. Non tutte le ciambelle però riescono col buco e in questo piccolo sottoinsieme ci tocca inserire The Gold, in streaming su Paramount+, che come spiegheremo nella nostra recensione, non è totalmente andato a vuoto ma manca di quel carisma tipico dei prodotti inglesi. Questo nonostante si riallacci ad una storia realmente accaduta, al genere heist che funziona (quasi) sempre al cinema e in tv e nonostante il cast di pregio coinvolto. Vediamo insieme perché.
Una rapina color oro
Scritta da Neil Forsyth (Guilt) e diretta da Aneil Karia e Lawrence Gough, The Gold come suggerisce il titolo si concentra sull'oro al centro di un fatto di cronaca realmente accaduto. Durante una rapina avvenuta nel 1983 al deposito Brink's-Mat, situato a Heathrow, nella periferia londinese (dove c'è l'aeroporto, per capirci), un gruppo di sei uomini, aiutati da un addetto alla sicurezza come complice, entrano minacciando di far saltare in aria l'edificio se i due agenti di guardia non apriranno il caveau. I ladri, però, hanno una sorpresa inaspettata: ancor prima di accedere al magazzino interno, si ritrovano per le mani non i 3 milioni di sterline che pensavano di racimolare, bensì 3 tonnellate di oro divise tra 7000 lingotti, per un valore di 26 milioni di sterline (circa 100 milioni di euro di oggi). Un avvenimento sconvolgente che rese la rapina davvero "il colpo del secolo" come spesso vengono immeritatamente tacciati questi eventi che ribalzano presto sui tabloid. Non è questo il caso e anzi l'indagine fu doppia e durò moltissimi anni, tanto che si dice che chiunque indossi dell'oro acquistato nel Regno Unito dopo il 1983 probabilmente abbia addosso del materiale proveniente dal Brink's-Mat.
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Una rapina, due casi
La rapina di questa storia è davvero singolare, perché quello che poteva sembra una fortuna per i malviventi coinvolti si rivela presto una bella gatta da pelare: come smantellare e distribuire infatti così tanto oro senza creare sospetti e non venire quindi rintracciati? È su questa seconda fase che si concentrano soprattutto i sei episodi che compongono la miniserie, che parte col vantaggio di poter raccontare comunque due storie: la rapina in sé e poi le sue conseguenze e il secondo caso (anzi una vera e propria rete di casi) che va a creare. Le indagini sul colpo grosso e quelle su tutto ciò che è venuto dopo: quasi quarant'anni di omicidi, fallimenti finanziari, tradimenti all'interno della cerchia coinvolta - lo show si concentra sul primo decennio. Riciclare il denaro è un conto, riciclare l'oro è ben altra questione: si prova a fonderlo, a piazzare i diamanti trovati insieme ad esso, ma la situazione si complica sempre più, lasciando una scia di indizi... e di morte. Tutti questi spunti narrativi però non sono sfruttati fino in fondo dallo show che manca, paradossalmente, di ritmo e tensione. Complice la regia, forse un po' troppo distaccata, complice la scrittura, stranamente piatta, la parte giudiziaria risulta paradossalmente poco coinvolgente, lo stesso dicasi per l'aspetto più prettamente investigativo.
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Un cast di prim'ordine, ma il risultato non è stellato
Il cast coinvolto in The Gold è di tutto rispetto e anche particolarmente variegato: Hugh Bonneville (il buon Lord Grantham di Downton Abbey), Dominic Cooper (Jesse Custer di Preacher, ma anche il giovane Howard Stark di Agent Carter), Charlotte Spencer, Sean Harris, Jack Lowden (che potreste aver apprezzato nella spy story Slow Horses) e Tom Cullen (anche lui visto in Downton Abbey e in Knightfall). Bonneville interpreta Brian Boyce, il poliziotto che mette in piedi una task force perché, nonostante i sei imputati vengano individuati quasi subito, rimane il problema di recuperare due terzi della refurtiva.
E da lì parte una serie di incastri narrativi tra le varie storyline e i detective che provano a far terra bruciata intorno ai sospettati per accerchiarli e soprattutto provare il loro coinvolgimento e scoprire che fine abbia fatto l'oro. Proprio come nella proverbiale corsa dall'oro americana, anche qui c'è una ricerca spasmodica per questa "El Dorado delle rapine" (con tanti riferimenti alla leggendaria città sepolta sparsi lungo il serial). Uno degli imputati sarà soprannominato "Goldfinger" e questo nome diverrà di nuovo leggenda due decenni dopo 007. Insomma The Gold è una miniserie che partiva con tutti gli elementi utili a creare qualcosa di unico e indimenticabile, eppure il risultato finale non è, purtroppo, all'altezza degli ingredienti e delle aspettative.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di The Gold dispiaciuti che, nonostante avesse tutte le carte in regola per imporsi come l’ennesima serie di stampo britsh impeccabile, il risultato sia poco soddisfacente. Ottimo cast, soggetto originale di base per il doppio racconto che generava, il genere heist che funziona normalmente, sommati in questo caso ad una scrittura e regia poco frizzanti, hanno portato ad un prodotto con poco appeal e pathos narrativo.
Perché ci piace
- La peculiarità della storia vera che ha ispirato il racconto.
- Il genere heist.
- L’imponente cast coinvolto…
Cosa non va
- …che però rimane sempre al di qua della telecamera.
- Non tutti i personaggi hanno il giusto spazio e una caratterizzazione efficace.
- La scrittura e la regia potevano fare molto di più.