Prima quel gioiello cinematografico che è Godsford Park, poi quel capolavoro seriale che è Downton Abbey. È cosi che Julian Fellowes si è distinto prima nel Regno Unito e poi in tutto il mondo nel saper scrivere e mettere in scena come nessun altro i period drama. Lo ha fatto anche con The Gilded Age, la sua serie di lunga gestazione per HBO giunta alla terza stagione, ogni lunedì in esclusiva su Sky Serie e in streaming solo su NOW, e appena rinnovata per una quarta.

Neanche a farlo apposta, per tematiche e atmosfera, questo terzo capitolo seriale si sta rivelando la visione perfetta per gli appassionati in astinenza dal mondo di Downton Abbey. I fan potranno saziare la fame di Carson e degli altri protagonisti l'11 settembre, quando il terzo ed ultimo capitolo cinematografico dedicato alla saga arriverà nelle sale italiane con Universal Pictures. Scopriamo insieme perché.
The Gilded Age 3: questione di divorzio

La terza stagione della serie HBO è ambientata nella primavera del 1883. Sebbene ci troviamo quasi un secolo prima rispetto agli eventi che caratterizzano Downton Abbey (tra il 1912 e il 1930, film compresi), non sono pochi i punti in comune tra i rispettivi capitoli numero tre. Prima di tutto, il tema del divorzio: già ritenuto un'onta sociale da tenere nascosta a fine '800, sembra che diverrà il centro dello scandalo nel nuovo lungometraggio colpendo Lady Mary (Michelle Dockery) dopo il suo allontanamento da Henry Talbot (Matthew Goode). Un perfetto ricongiungimento tra due epoche diverse da parte di Julian Fellowes. Nella serie stiamo assistendo alla precaria situazione di Aurora Fane (Kelli O'Hara), la cugina delle sorelle protagoniste, Mrs. van Rhijn (Christine Baranski) e Mrs. Forte (Cynthia Nixon). Il marito di Aurora decide di lasciarla all'improvviso, facendolo sapere a tutto il circolo sociale e costringendola alla separazione perché già coinvolto sentimentalmente con un'altra donna.

Lei inizialmente tenta di fare buon viso a cattivo gioco e mantenere le apparenze, ma il castello di carte crolla molto presto. Sembra che lo stesso destino possa toccare a una delle figlie di Mrs. Astor (Donna Murphy), responsabile del ballo più importante della stagione in città. Entrambe le donne estraniate dalla società potrebbero trovare un'alleata inaspettata nella spietata Mrs. Russell (Carrie Coon), per provare a togliersi di dosso una vergogna inutile e solo apparente. Nel film, a quanto sembra dal trailer, Lady Mary (Michelle Dockery) dovrà affrontare un destino simile ma siamo sicuri che la sua pragmaticità e la scorza dura ereditata dalla nonna le faranno superare a testa alta anche questo ostacolo.
Problemi economici tra i Russell così come tra i Crawley

La compagnia ferroviaria di George Russell (Morgan Spector) rischia la bancarotta in The Gilded Age 3. Il riscatto economico e quindi sociale è un tema estremamente attuale che ha sempre guidato gli ultimi arrivati a New York fin dalla prima stagione; coloro che abitano dall'altra parte della strada sono i Nuovi Ricchi - gli stessi nominati in Titanic e rappresentati dal personaggio di Kathy Bates. Una nuova classe tanto temuta dai vecchi aristocratici di cui Mrs. van Rhijn è l'emblema. La principale new entry, il Duca, promesso sposo a Gladys (Taissa Farmiga) è lo strumento che Bertha utilizza proprio per assicurare lo status sociale alla figlia, a qualsiasi costo, fornendo in cambio la dote e la ricchezza, non sapendo che queste sono in discussione.

Parallelamente, l'altra disgrazia che sembra colpire la tenuta simbolo della serie più celebre di Julian Fellowes in Downton Abbey - Il Gran Finale è la crisi economica. Qualcosa che arriva dagli Stati Uniti e sembra portata da Harold (Paul Giamatti), il fratello di Cora (Elizabeth McGovern). Non aiuta ovviamente lo scandalo d'immagine che colpisce Mary, ora a capo della proprietà, e di conseguenza tutta la famiglia Crawley. Tanto che Lord Grantham sembra mettere per l'ennesima volta in discussione l'intento di lasciare le redini alla primogenita.
Il messaggio della serie e del film: il cambiamento è inevitabile
Intanto nella serie HBO il cameriere John (Ben Ahlers) ha l'occasione di diventare anche lui un Nuovo Ricco grazie all'orologio inventato e perfezionato insieme al primogenito dei Russell, Larry (Harry Richardson). Il messaggio sembra insomma essere questo: tutti possono avere una possibilità di cambiare classe sociale, anche se la vecchia guardia scalpita e batte in piedi di fronte al progresso. Proprio come successo all'autista interpretato da Allen Leech in Downton Abbey.

Sia The Gilded Age che Downton Abbey - Il Gran Finale sembrano infatti esprimere al meglio il concetto del cambiamento che va a braccetto con la Storia: la borghesia sta avendo sempre più spazio, voce in capitolo e possibilità. A discapito di una classe non più dirigente, non più fondamentale, in disuso, che deve imparare a farsi da parte oppure a convivere in modo fruttuoso con i nuovi arrivati anche per la propria sopravvivenza. Questo conferma che la visione della terza stagione del period drama ci prepara in modo impeccabile a quella del lungometraggio in arrivo a settembre. Impeccabile, proprio come la scrittura di Julian Fellowes e come l'aplomb british che l'ha sempre caratterizzata.