The Dead Don't Hurt, recensione: buona la seconda da regista per Viggo Mortensen

Il secondo film da regista di Viggo Mortensen è un western che mette al centro la figura femminile: Vicky Krieps dà vita a un personaggio memorabile. In sala dal 24 ottobre.

Viggo Mortensen in The Dead Don't Hurt - I morti non soffrono

Viggo Mortensen, per sua stessa ammissione, ha sempre rubato con gli occhi dai grandi autori con cui ha lavorato. David Cronenberg, Peter Jackson, Jane Campion, Brian De Palma: mentre era sui loro set ha capito che voleva fare il regista anche lui. Dopo l'esordio nel 2020 con Falling, arriva ora il secondo film diretto da Mortensen, The Dead Don't Hurt - I morti non soffrono, nelle sale italiane dal 24 ottobre dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024.

I Morti Non Soffrono Viggo Mortensen Vicky Krieps
Viggo Mortensen e Vicky Krieps in The Dead Don't Hurt

Cominciato a scrivere durante la pandemia, si tratta di un western atipico: Mortensen si è anche ritagliato il ruolo di Holger Olsen, ma la vera protagonista è Vicky Krieps, che interpreta Vivienne Le Coudy. Entrambi sono andati in America lasciandosi alle spalle i paesi d'origine - lei viene dal Canada francese e lui è danese - per farsi una nuova vita in California. Precisamente a San Francisco. Si conoscono al mercato del pesce e Olsen rimane molto colpito da questa donna sicura, che non vuole farsi trattare come una preda da conquistare.

Perché Vivienne attira l'attenzione di diverse persone e purtroppo non tutte raccomandabili: tra queste c'è infatti anche Solly McLeod (Weston Jeffries), figlio di uno degli uomini più ricchi della città. Che, nemmeno a dirlo, è abituato a fare e ad avere tutto quello che vuole, senza mai subire conseguenze. Quando Olsen decide di partire per andare a combattere la guerra di secessione americana, con l'intento nobile di aiutare ad abolire la schiavitù, la donna deve quindi badare a se stessa. Ed è qui che comincia un altro film: lì dove un western classico avrebbe seguito l'uomo al fronte, Mortensen invece è molto più interessato a raccontare la storia di chi resta.

Lo sguardo romantico di Viggo Mortensen

I Morti Non Soffrono Viggo Mortensen
Viggo Mortensen in The Dead Don't Hurt

Ce n'eravamo accorti già con Falling: il Viggo Mortensen regista ha uno sguardo molto sensibile e romantico. Anche compositore della colonna sonora oltre che sceneggiatore, il suo film ha un ritmo lento, meditativo: potremmo dire quasi che sia un western filosofico, in cui l'autore riflette sull'esistenza più che buttarci in mezzo all'azione. E, grazie al rapporto tra i due personaggi principali, ci mostra una storia d'amore bellissima: quella tra Vivienne e Holger è un'unione di anime. A un certo punto sembra quasi di assistere a una versione a cavallo di I ponti di Madison County.

A commuovere più di tutto però è lo spirito indomabile della protagonista: perfino una persona violenta e arrogante come McLeod non riesce a capire come, nonostante le offese e le umiliazioni sul corpo, continui a rimanere fiera e saldissima nella mente. E questo sguardo di ammirazione non è soltanto per lei: è rivolto anche al pianista messicano e i sui suoi bambini, anche loro vittime delle attenzioni moleste di McLeod. Mortensen è un altro regista che, cambiando il punto di vista su uno dei generi cinematografici che, per eccellenza, ha esaltato la figura del maschio bianco dominante, sembra dirci che questo sistema di valori sia ormai superato e inaccettabile, anche se ancora molto ingombrante.

E se non fosse abbastanza chiaro, lo ribadisce il finale, in cui si parla della "fine di questo mondo". Dove il mondo in questione potrebbe essere, appunto, la figura dell'uomo come unico detentore del ruolo apicale nella società, degli Stati Uniti come prima potenza mondiale, o anche del cinema come l'abbiamo sempre inteso. Alla domanda su che cosa significhi questa "fine" Mortensen risponde sibillino: "La cosa più bella per me è aver fatto un film che ognuno può interpretare come vuole". Quindi magari anche tutte queste cose insieme.

Un'ottima interpretazione di Vicky Krieps

I Morti Non Soffrono Vicky Krieps Scena
Vicky Krieps in The Dead Don't Hurt

Una cosa però è sicura: Vicky Krieps è un'attrice splendida. Mortensen ha detto di aver pensato a lei per il suo film dopo averla vista in Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson. E anche qui il suo viso particolarissimo, che sembra contemporaneamente quello di una bambina e di una donna adulta, ipnotizza chi la guarda sul grande schermo. È suo lo sguardo che trasmette più forza e speranza: uno sguardo che sa di futuro. Nonostante tutto.

Conclusioni

Con il secondo film da regista Viggo Mortensen conferma non soltanto un talento per le immagini, ma anche uno sguardo meditativo, quasi filosofico, sul mondo. Anche sceneggiatore e autore della colonna sonora, questo western atipico è pieno di sensibilità e permette alla protagonista Vicky Krieps di brillare.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • La sensibilità quasi da filosofo di Viggo Mortensen.
  • L’interpretazione di Vicky Krieps.
  • La colonna sonora di Viggo Mortensen.
  • Il breve cameo iniziale della spada di Aragorn.

Cosa non va

  • Il ritmo è molto lento: chi cerca azione e sparatorie potrebbe rimanere deluso.