Ve lo diciamo subito all'inizio della recensione di The Crown 6 parte 1 - la seconda arriverà tra un mese su Netflix - dato il calo che tutti, noi per primi, avevamo potuto notare nel quinto ciclo di episodi: c'è speranza. Le nuove quattro puntate, disponibili sulla piattaforma dal 14 novembre, sembrano aver ritrovato quella freschezza e quel lustro che Peter Morgan aveva saputo donare alla serie nelle prime quattro annate. Com'era facile intuire dato come ci eravamo lasciati alla fine della quinta stagione - ovvero poche settimane prima della morte di Diana Spencer - questa prima parte dell'ultimo giro di boa si incentra sugli eventi immediatamente precedenti e successivi all'evento che ha scosso il mondo intero il 31 agosto 1997.
Post mortem
Uno dei difetti principali della precedente stagione - anche se assimilabili a quanto accaduto nella realtà in quegli anni, ovvero l'importanza e il valore della Corona inglese offuscati dall'amore del popolo per Diana prendendo le sue parti in ogni occasione - era stato incentrare la narrazione principalmente sulla fine della relazione tra il Principe e la Principessa del Galles, lasciando in ombra la Regina Elisabetta II ora interpretata da Imelda Staunton. La serie Netflix si è sempre intitolata The Crown parlando quindi di tutto ciò che ruota intorno al Dovere che impone la Corona inglese, compresa la reggente britannica più longeva della storia, ma in questo caso era proprio evidente lo spostamento dell'ago della bilancia nella narrazione.
L'altro difetto era stato proporre episodi monografici come da tradizione per lo show ma con molto meno appeal e spesso ridondanti rispetto al passato. La sesta ed ultima stagione di The Crown sembra correggere il tiro partendo da Diana (e Carlo) per mostrarne poi l'effetto sugli altri membri della famiglia reale per contraltare. Ci si concentra stavolta su un'altra relazione fondamentale per le ultime settimane di vita della Principessa del Popolo: quella con Dodi Fayed (Khalid Abdalla), succube del padre Mohamed (Salim Daw), che aveva adocchiato in Diana una possibile scalata sociale per il figlio.
The Crown 5: perché è la stagione di Diana e di Elizabeth Debicki
Punti di vista
Come sempre nel serial, vengono mostrati tutti i punti di vista nella storia controversa della morte di Diana, con Peter Morgan che diviene meno di parte rispetto al quinto ciclo, ritrova la scrittura brillante e raffinata che aveva caratterizzato le prime quattro stagioni, nonostante si apra ad un periodo sempre più vicino al nostro e quindi più pop-olare, anche nella scelta dei brani per la colonna sonora. Due sono le tematiche centrali che lo showrunner vuole affrontare in questa prima parte dell'ultima stagione: da un lato la famiglia, con il rapporto genitori-figli tra Diana e i suoi ragazzi (due perfetti Rufus Kampa e Fflyn Edwards) parallelamente a quello tra Mohamed e Dodi, e ancora quello tra Elisabetta e Carlo. Tutti gli altri personaggi vanno in secondo piano, incluso il Tony Blair di Bertie Carver, con qualche debole accenno su Anna, Margherita e Filippo, per dare risalto al finale tragico della storia tra Carlo e Diana.
Mentre Elizabeth Debicki conferma la propria bravura, donando un ultimo sguardo triste ma sbarazzino alla sua Lady D., ritroviamo Dominic West - che era forse l'unico casting finora a non averci convinto in The Crown - maggiormente a proprio agio nei panni del Principe del Galles. Il quarto episodio, che è quello che per ora ci dà un commiato fino a dicembre, è particolarmente emozionante, calibrato, riuscito e permette a Peter Morgan di rispolverare quanto aveva fatto in The Queen ma stavolta in formato episodico e seriale. Dopo Helen Mirren, anche Imelda Staunton può dare finalmente conferma del proprio talento nel diventare Elisabetta e ci dà speranza per le puntate a venire.
No foto, no flash
L'altra tematica preponderante della stagione è sicuramente quella dedicata alla comunicazione e ai media (soprattutto inglesi) e alla loro ossessione per la Principessa Diana. Un episodio in particolare mostra due punti di vista fotografici opposti che andranno a collimare in qualche modo, proprio nello stile di Morgan. Il confine largamente superato da parte dei paparazzi e dei giornali scandalistici nel voler entrare a tutti i costi, e spesso senza invito, nella vita privata di Diana è stata una delle cause che hanno portato a quel fatale incidente in galleria in quel di Parigi alla fine dell'estate, un evento che ha (di)mostrato per l'ultima volta il potere della Principessa sull'opinione pubblica, che non andava sottovalutato. C'è un dialogo tra Carlo e la Regina a questo proposito lampante: "Non possiamo continuare a pretendere che la nostra vita sia privata quando vogliamo e pubblica quando ci conviene. Non possiamo averle entrambe. Dobbiamo accettarlo". E noi dobbiamo accettare che questo è l'inizio della fine per il gioiello della corona seriale di Netflix e presto dovremo dirle definitivamente addio.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di The Crown 6 parte 1 sottolineando come si tratti di un giudizio parziale che però ci fa ben sperare per la seconda parte di stagione, che vedremo tra un mese e che sarà il vero banco di prova. Era inevitabile concentrarsi sulla morte di Diana Spencer e su Elizabeth Debicki (e Dominic West) ma finalmente anche Imelda Staunton riesce ad avere i suoi momenti. In ombra tutti gli altri personaggi, ma sicuramente Peter Morgan, che ritroviamo fresco ed elegante, ci tornerà per un commiato come si deve a tutti i membri della Corona.
Perché ci piace
- La ritrovata scrittura raffinata di Peter Morgan.
- Elizabeth Debicki è una conferma, Dominic West più a proprio agio.
- Un escamotage narrativo che permette anche a Imelda Staunton di brillare.
- L’aver dedicato “solo” quattro episodi su dieci alla morte di Diana.
Cosa non va
- Chi sperava nel ritorno degli episodi monografici rimarrà deluso.
- Ci si “dimentica” di tutti gli altri personaggi, incluso Tony Blair.