The Crow - Il Corvo: ma che ne sanno i Duemila del film con Brandon Lee?

Il nuovo Corvo punta alle nuove generazioni, che probabilmente non conosco la tragica storia dietro il film del 1994. Un film tutt'ora profondamente significativo.

Brandon Lee nell'iconico ruolo de Il Corvo

Ma che ne sanno i Duemila de Il Corvo - The Crow con Brandon Lee, diretto da Alex Proyas? È una domanda che è bene porsi. Perché è arrivato il nuovo The Crow - Il Corvo, reboot di quella pellicola, a sua volta tratta da un famoso fumetto di James O'Barr. Non appena le prime immagini di Bill Skarsgård nei panni di Eric Draven sono apparse, sono cominciate a fioccare le polemiche: si chiama Eric, e non un altro personaggio portato dall'aldilà dal corvo, come nei sequel del film. Per cui non può essere così diverso dall'originale.

Il corvo: un immagine del film
Una delle immagini simbolo del film di Alex Proyas.

Ha un look da artista trap, con il volto coperto di tatuaggi, e il sangue nero gli solca il volto. Ed è probabile che questo nuovo The Crow - Il Corvo verrà visto da un pubblico molto giovane, che ne apprezzerà il look dei protagonisti, la storia, le atmosfere. Sarebbe bello che, una volta visto il nuovo Corvo, avessero la curiosità di andarsi a vedere il cult del 1994. Per chi non ha vissuto gli anni Novanta è difficile capire che cosa abbia significato Il Corvo. Allora proviamo a raccontarlo, evocando soprattutto le sensazioni dell'epoca.

So Ninenties: ecco cos'erano gli anni Novanta

Brandon Lee è l'interprete de Il Corvo
Brandon Lee, protagonista de Il Corvo, è morto per un incidente sul set il 31 marzo 1993.

A costo di passare per nostalgici, vorremmo dire che negli anni Novanta tutto si viveva in modo diverso: la musica, il cinema, i libri, anche lo sport. Tutto era molto più intenso. Non c'era internet e le notizie, le immagini, i prodotti culturali viaggiavano in tempi e in modi completamente diversi. Non esisteva il digitale, era analogico. E non avevamo tutto a disposizione, in streaming, con un click. Quando volevi vedere un film dovevi conquistartelo: uscire, andare al cinema, fare la fila. E quando un film diventava un evento, le sale venivano invase. E, se un titolo ci entrava dentro, capitava che si andasse a vederlo più volte. In attesa dell'uscita home video, anche quella spesso sospirata. Non c'erano i social media e le notizie viaggiavano sui quotidiani e sui telegiornali. E delle notizie si discuteva a voce.

31 marzo 1993: Brandon Lee muore sul set de Il Corvo

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Brandon Lee in una sequenza al cimitero di Detroit: un tragico presagio di morte

Così, nella primavera del 1993, con il Il corvo ancora in lavorazione, era uscita la notizia che Brandon Lee, figlio della star del cinema d'azione orientale Bruce Lee, era morto sul set (la data è il 31 marzo). Colpito da un proiettile, dal colpo di una pistola che, da prassi, avrebbe dovuto essere caricata a salve eppure, per un tragico errore umano, non lo era. La notizia, di per sé, aveva scosso. Sarà per il mito di Bruce Lee, sarà per il fatto che Brandon era giovane. Sarà che il cinema lo abbiamo visto sempre come sogno, spettacolo, una terra dove tutto è possibile ma tutto è dichiaratamente finzione. E l'idea che qualcuno potesse morire per un film ci lasciava attoniti.

Lo sguardo di Brandon Lee: fu amore a prima vista

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Il look e lo sguardo Brandon Lee ne hanno fatto immediatamente un'icona

Con il tempo sono arrivate anche le foto di Brandon Lee. Al naturale, ma soprattutto nell'iconico look del Corvo. I capelli nero corvino, ricci e lunghi fin sotto l'orecchio. Il volto bianco, da copione, ed emaciato. E dietro al trucco, due occhi scuri a mandorla che gli donavano uno sguardo tagliente e intrigante. Le ragazze si innamoravano a prima vista. Tutto questo era completato dal look da rockstar. Un lungo cappotto di pelle sopra una maglia e pantaloni: tutto rigorosamente nero, tutto attillato. Il look del Corvo valorizzava la figura snella e allo stesso tempo potente di Lee.

Anni Novanta: il rock era sexy

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Eric Draven, il personaggio di Brandon Lee, nella storia è un musicista rock

Negli anni Novanta il rock la faceva ancora da padrone. Se il grunge proponeva un look minimale, da altre parti si spostava verso un evidente mood dark: gli U2 di Achtung Baby avevano lanciato il personaggio della Mosca, legato alla canzone The Fly, che voleva Bono fasciato di pelle nera, riprendendo aspetti da Elvis, Jim Morrison e Gary Glitter. I Cure, band simbolo del dark, dopo il loro album Wish e il tour mondiale, erano all'apice del successo. I Depeche Mode avevano registrato Songs Of Faith And Devotion, il loro album più rock, e stava nascendo la stella dei Nine Inch Nails di Trent Reznor. Lo stesso David Bowie stava tornando con 1.Outside, con look e musiche molto dark. All'epoca, il rock era sexy. E Brandon Lee era sexy. Un attore rockstar (Eric Draven, nella storia, è un musicista rock) scomparso a 28 anni, non molto lontano dai 27 anni che hanno segnato la fine di tante star.

Il film viene completato ricostruendo al computer Brandon

Brandon Lee è Il Corvo
Brandon Lee: le sequenze mancanti sono state ricreate con controfigure e grazie al computer

Dopo la notizia della morte di Brandon Lee arrivò quella che il film sarebbe arrivato sugli schermi. Era stato terminato aggiungendo solo alcune scene che mancavano alla fine della lavorazione. La soluzione trovata fece notizia: alcune scene erano state girate con delle controfigure, ma altre scene erano state completate prendendo le immagini di Brandon Lee, e ricostruendo il personaggio al computer per farlo muovere su immagini girate senza di lui. Adesso sembra una cosa naturale. Ma allora non era affatto una cosa facile. Se non era mai stata usata, sicuramente lo era stata di rado. E così la curiosità era anche vedere come la tecnologia fosse venuta in soccorso dell'arte, permettendoci di vedere un film ormai già diventato maledetto e per questo affascinante.

Un film che ha richiamato il popolo del rock

Laurence Mason è Tin Tin ne Il Corvo
Laurence Mason è Tin Tin nel film del 1994 di Alex Proyas

Arrivato sugli schermi, Il Corvo ha conquistato immediatamente tutti. Alex Proyas, il regista che veniva dal mondo dei videoclip (aveva diretto clip per Sting, INXS, YES, Crowded House e Alphaville) aveva confezionato un film, che lungi dall'essere un lungo video, era però sapientemente montato a tempo di musica, si fondeva con essa in modo che suono e immagini si sostenessero a vicenda. Se pensiamo a Il Corvo pensiamo al basso e le chitarre incalzanti di Burn dei Cure, il pezzo portante della colonna sonora. ci sono anche i Nine Inch Nails, band che abbiamo appena citato, che suonano Dead Souls, un brano dei Joy Division, band simbolo del post-punk. Joy Division e Cure avevano influenzato James O'Barr nella scrittura del fumetto. Accanto a loro ecco anche Stone Temple Pilots, Rage Against The Machine, Helmet, Pantera e Jesus And Mary Chain. Si va dalla new wave al dark, al grunge, al metal, al crossover fino allo shoegaze. E Il Corvo, così, ha richiamato anche il popolo del rock. Erano gli anni Novanta, e quando si viveva il rock si andava a viverlo anche al cinema.

The Crow - Il Corvo, la recensione: Eric Draven torna a vivere grazie alla prova di Bill Skarsgård

Eric Draven, il perfetto eroe romantico

Una splendida immagine di Brandon Lee ne Il Corvo
Brandon Lee: il suo Eric Draven è il perfetto eroe romantico, un uomo che torna dall'inferno per amore.

Ma l'arrivo sul grande schermo de Il corvo ha sancito, come detto, l'amore per Brandon Lee del pubblico femminile. Una volta visto su schermo, non ci si poteva non innamorare di lui. Il suo Eric Draven era il perfetto eroe romantico: qualcuno capace di tornare dall'inferno per amore, di attraversare la vita e la morte, qualsiasi dimensione per la propria innamorata. Il fatto che fosse morto anche nella vita reale rendeva tutto più doloroso, intenso. Un rimpianto per qualcuno che, una volta incontrato, è già perduto e irraggiungibile. Un po' quello che ha provato la generazione cresciuta negli anni Ottanta, che ha conosciuto in differita Marilyn Monroe sapendo già che era perduta per sempre. Nel 1994, ad aprile, in tanti abbiamo pianto la morte di Kurt Cobain. Ma avevamo avuto modo di conoscerlo da qualche anno, attraverso vari dischi, canzoni, video, concerti. Nell'autunno di quell'anno (il film uscì in Italia il 22 settembre) avremmo conosciuto Brandon Lee sapendo che lo avremmo visto quella volta, e poi mai più. Con un altro aspetto inquietante. Sapendo come era morto, guardando Il Corvo ci siamo chiesti, quasi a ogni scena, quale fosse stato quel colpo a lui fatale.