The Boys 3, recensione dei primi tre episodi: eroi sempre più cattivi su Prime Video

La recensione dei primi episodi della terza stagione di The Boys, la popolare serie di Amazon Prime Video basata sul fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson.

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The Boys 3: un'immagine della terza stagione

Scrivere la recensione dei primi tre episodi The Boys 3 (il modello di distribuzione è lo stesso della seconda stagione: tre episodi subito, gli altri a cadenza settimanale), significa ritornare finalmente nel mondo folle creato da Garth Ennis e Darick Robertson e portato sullo schermo da Eric Kripke. Un mondo dove i supereroi sono al pari degli influencer, dove avere poteri speciali significa essere una star, e dove tutti, ma proprio tutti, sono propensi a comportamenti molto scorretti (come visto anche nello spin-off animato che racconta storie non per forza legate al filone narrativo principale). Un mondo di cui avevamo bisogno, data la sua fortissima carica satirica non solo nei confronti dei supereroi (durante la promozione della seconda annata Kripke ha detto che nella terza si parlerà anche di pandemie), e di cui abbiamo sentito la mancanza nell'intervallo imposto dal Covid, che ha portato a una lavorazione più lunga del previsto per quella che è la stagione più ambiziosa dello show: per ora vi diciamo solo che il sesto episodio, l'ultimo di quelli mostrati in anteprima alla stampa, adatta la miniserie fumettistica Herogasm, uno dei capisaldi dell'universo cartaceo a livello di eccessi.

Un anno vissuto poco pericolosamente

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The Boys 3: Jack Quaid in una scena

È passato un anno dalla fine della seconda stagione di The Boys, con la scoperta che Stormfront aderiva a ideologie naziste e la morte inaspettata di Becca, moglie di Butcher. Il leader dei Boys ha tenuto un profilo basso per dodici mesi, anche se non ha mai smesso di indagare su metodi per eliminare definitivamente Homelander, il quale a sua volta è sotto pressione su più fronti per mantenere un'immagine rispettabile dopo che è venuto fuori che frequentava una supereroina nazista. Per questo i dirigenti di Vought decidono di rimaneggiare la leadership ufficiale dei Sette, le cui fila sono oggetto di discussione tra nuove reclute e membri storici che vogliono tornare. Quanto a Hughie, egli è felicemente impegnato con Starlight e contento di lavorare per la deputata Victoria Neuman, la quale gestisce un dipartimento adibito al monitoraggio legale delle attività dei Super. Tutto regolare, quindi, se non fosse che la stessa Neuman, come abbiamo scoperto nel finale della seconda annata, è a sua volta dotata di poteri che usa per il proprio tornaconto. E tra lei che non può nascondere per sempre la sua vera natura e Homelander che non ne può più di essere sottomesso, l'equilibrio precario messo in piedi nell'ultimo anno è decisamente a rischio...

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Amore e anarchia

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The Boys 3: una scena della serie

I primi tre episodi lasciano intendere che lo spirito della serie sia tutto sommato intatto, anzi, con un desiderio di spingersi sempre più oltre, come in una scena del primo capitolo dove gli autori sembrano quasi voler dichiarare di essere pronti a tutto per raggiungere nuove vette di humour estremo e per certi versi "esplosivo". Il tutto in un ambito satirico che si fa sempre più sfrenato, dimostrando di stare al passo coi tempi in modo deliziosamente caustico: il film sui Sette, di cui abbiamo visto le riprese nella stagione precedente, diventa qui una frecciatina multipla nei confronti del genere supereroistico, tra riprese aggiuntive (con tanto di allusione a un altro blockbuster che è stato rigirato pesantemente, Rogue One: A Star Wars Story) e la possibilità di dirottare i titoli direttamente in streaming (in questo caso una piattaforma di nome Vought+). E agli elementi di genere si sovrappone un ritratto fin troppo verosimile, e in più punti inquietante, del mondo in cui viviamo: vedere per credere, un accostamento tutt'altro che casuale fra Homelander e un certo ex-presidente degli Stati Uniti.

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The Boys 3: una foto di scena

Ma tra una gag scurrile e un momento di violenza inaudita, cifra stilistica che si riconferma con grande gioia, si fa strada anche una sincerità emotiva sempre più potente, che ci ricorda che sotto la scorza archetipica si celano persone (più o meno) umane, nelle quali ci riconosciamo in modo che l'impatto dello show sia ancora più forte. È quasi più memorabile una conversazione a letto fra Hughie e Starlight che la trovata stomachevole di turno, o almeno sono essenzialmente allo stesso livello, perché nel corso degli episodi è stato costruito un universo che fa ridere ma anche riflettere, perché non tanto lontano dal nostro in termini di come si comportano gli individui che lo popolano. Ed è soprattutto per questo motivo che la formula settimanale funziona: tenere sulle spine lo spettatore è un modo efficace per mantenere in vita le conversazioni sulla serie quando il destino dei personaggi ci sta a cuore.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione dei primi tre episodi di The Boys 3 sottolineando come si tratti di una stagione che conferma la spudoratezza e l'irriverenza, ma anche il cuore, della serie di Amazon Prime Video.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • Le trovate provocatorie ed eccessive continuano a funzionare alla grande.
  • I nuovi ingressi nel cast annunciano promesse intriganti per gli episodi a venire.
  • La trama orizzontale assume contorni ancora più interessanti.

Cosa non va

  • La formula dei tre episodi subito e gli altri a seguire settimanalmente rischia ancora una volta di far arrabbiare parte dei fan.