The Big Cigar, la recensione: André Holland tra le pagine nere della Storia

La recensione di The Big Cigar: la nuova limited series con André Holland nel ruolo del leader delle Pantere Nere Huey P. Newton. Dal 17 maggio su Apple TV+.

The Big Cigar, la recensione: André Holland tra le pagine nere della Storia

Spesso il cinema e la serialità ci permettono di scoprire periodi e personaggi storici meno conosciuti, potendo così approfondire il loro vissuto, nonché le gesta che hanno compiuto e segnato determinati momenti della Storia. Faremo rientrare sicuramente in questo gruppo The Big Cigar, la nuova miniserie con protagonista André Holland - già apprezzato in American Horror Story e alcuni film sulla black community - affiancato da un cast variegato, che ora si deve fare portavoce di un importante tassello della black history come Huey P. Newton, leader dell'organizzazione delle Pantere Nere che ebbe una vita tutt'altro che semplice. Anche le serie meno riuscite di Apple TV+, dove arriva dal 17 maggio con appuntamento settimanale, partono da una qualità medio-alta, ed è proprio su questo aspetto che ci concentreremo nella nostra recensione.

Una trama latitante

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The Big Cigar: André Holland è Huey P. Newton

The Big Cigar si basa sull'articolo di Joshuah Bearman (Argo), anche produttore esecutivo, e sceglie di seguire un periodo ben preciso della travagliata vita di Huey P. Newton, che intreccia la rivoluzione hollywoodiana a quella sociale. Praticamente un'avventura che vede il fondatore dell'organizzazione storica delle Pantere Nere rifugiarsi a Cuba per sfuggire all'FBI - nella figura dell'indomito e cocciuto agente Sydney Clark (Marc Menchaca) - grazie all'aiuto del famoso duo di produttori Bert Schneider (il nostro Alessandro Nivola, già apprezzato di recente in un altro adattamento seriale, ovvero il film prequel dei Soprano) e Stephen Blauner (P.J. Byrne, Adam Bourke di The Boys e Gen V), in una fuga talmente elaborata da prevedere una finta produzione cinematografica. Ovviamente tutto quello che poteva andare storto... lo farà.

Un cast variegato

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André Holland e Alessandro Nivola in una scena di The Big Cigar

André Holland è particolarmente respingente nei panni di Huey P. Newton, ma proprio in virtù di questo riesce a trasmettere allo spettatore la lotta praticamente senza fine che questa figura fondamentale nella storia della black community ha vissuto: tutto partendo da un'accusa per un crimine che non aveva commesso, utilizzata come pretesto dalle forze dell'ordine. Si parla anche della storia dell'organizzazione nella serie, mostrando più punti di vista non solo quelli del protagonista ma anche quelli del co-fondatore che poi prese un'altra strada, così come Newton. Un'organizzazione che si è rivelata fondamentale nella storia "nera" degli Stati Uniti poiché fautrice di numerose iniziative e luoghi di ritrovo che hanno dato da mangiare e un programma scolastico a molti che non potevano permetterselo.

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The Big Cigar: Tiffany Boone è Gwen Fontaine

Accanto al protagonista troviamo le due donne principali della sua vita: la Gwen Fontaine di Tiffany Boone (già apprezzata in Hunters), l'unica ad avere il coraggio di controbattere la sua leadership e dirgli le cose come stanno, e la Teressa Dixon di Moses Ingram, la sua "donna sul campo" e all'interno dell'organizzazione. L'altro duo ad emergere nel cast nella miniserie è quello maschile, formato dalla coppia Nivola & Byrne che sono effervescenti e portano avanti il tema principale di questa storia talmente assurda da essere (quasi) vera. Chiudono il variegato cast Jaime Ray Newman (Eastwick) nei panni della capricciosa moglie di Stephen, Roz Torrance e Noah Emmerich (The Americans) in quelli del fratello maggiore di Bert, Stanley Schneider, a capo della società di produzione ereditata dal padre che deve far quadrare i conti a tutti i costi con quello che combina il fratello. Proprio quest'ultimo rapporto è messo in parallelo a quello di Bert con Newman, che va oltre il colore della pelle e resiste in nome di un'ideale di giustizia.

Meta-narrazione

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The Big Cigar: i protagonisti in una scena della serie Apple TV+

The Big Cigar è scritta dalla vincitrice del NAACP Image Award Janine Sherman Barrois (Claws, Self-Made), co-adiuvata dal produttore esecutivo Jim Hecht (Winning Time: L'ascesa dei Lakers), e prodotta da Warner Bros. Television ed Epic. Proprio lo sguardo black permette alla storia di essere il più autentica possibile nella sua trasposizione, perdendosi forse un po' troppo nei continui salti temporali avanti e indietro nel racconto, che solo alla fine dei sei episodi lo spettatore riesce a mettere un po' faticosamente insieme. Anche l'uso della camera a mano e il montaggio serrato rendono tutto un po' discontinuo e psichedelico, così come l'uso della luce e della colonna sonora che celebrano il desiderio di ribellione di quel periodo storico, movimentando forse un po' troppo la narrazione. Un racconto che però funziona nel suo essere meta-narrativo e nel giocare con il cinema che ripercorre la realtà dei fatti. Sta tutta lì la chiave di The Big Cigar, per i posteri a venire.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di The Big Cigar confermando come non si tratti di una serie imperdibile ma allo stesso tempo sia importante per comprendere e conoscere meglio una parte di Storia poco raccontata, specialmente per la black community. Interessante il cast variegato anche se a tratti respingente, così come la narrazione discontinua e psichedelica, ma centrata quando va a riflettere in modo meta-narrativo sull’importanza e la capacità del cinema (e per traslato della tv) di raccontare storie e farle arrivare a quante più persone possibili.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
1.6/5

Perché ci piace

  • Far luce sulla figura storica di Huey P. Newton.
  • L’accoppiata Alessandro Nivola & P.J. Byrne.
  • L’aspetto meta-cinematografico del racconto.

Cosa non va

  • André Holland può risultare respingente.
  • Montaggio e regia un po’ troppo discontinui e confusi.
  • Un biopic alternativo ma classico allo stesso tempo.