Testa o croce?, recensione: il West è una questione femminile

Un wester movie atipico, poetico, rivoluzionario e capace di sovvertire i modelli, come riveliamo nella nostra opinione sul film con Nadia Tereszkiewicz e Alessandro Borghi. Al cinema dal 2 ottobre.

Nadia Tereszkiewicz e Alessandro Borghi a cavallo

Un western femminista e citazionista per Matteo Zoppis e Alessio Rigo De Righi, come rivela la nostra recensione di Testa o croce? Alla seconda opera di finzione, la coppia di registi torna a esplorare una nuova leggenda dell'Italia di fine '800 mescolando fatti storici, invenzione e mito, a cavallo tra sguardo documentaristico e accurata finzione. Un'atipica storia d'amore, di fuga e di vendetta si intreccia al tour italiano di Buffalo Bill che, a cavallo tra fine '800 e il 1906, visitò due volte l'Italia col suo Wild West Show.

Testa O Croce Rosa Nadia Tereszkiewicz
Nadia Tereszkiewicz impugna la pistola

Il film si apre proprio sulla famosa sfida tra butteri e cowboy del circo di Bill che si svolse a Cisterna di Latina nel 1890 e si concluse con la vittoria dei butteri. E sarà proprio uno di loro, il ruvido Santino, interpretato da Alessandro Borghi, l'atipico eroe romantico di Testa o croce? Al suo fianco, una protagonista femminile da tenere d'occhio, l'impavida Rosa, una Nadia Tereszkiewicz tutta lentiggini e riccioli rossi. Nel film la vediamo cavalcare, sparare, rotolarsi nella polvere e dormire sotto le stelle come una perfetta donna del West, ma il personaggio di Rosa riserverà ben altre sorprese. A "sancire" la veridicità dei fatti raccontati è la scelta di affidare proprio all'istrionico Buffalo Bill, interpretato da John C. Reilly, il ruolo di voce narrante.

La struttura narrativa di un western fuori dai canoni

Con un occhio agli spaghetti western di Sergio Leone e uno ai (pochi) western al femminile della vecchia Hollywood come Le furie, Johnny Guitar o Il grinta, Matteo Zoppis e Alessio Rigo De Righi provano a costruire una via alternativa senza snaturare il genere. I registi trovano terreno fertile nella brulla campagna laziale che, stracolma di banditi e brutti ceffi com'è, non ha molto da invidiare alla California ottocentesca. Ma se l'iconografia western viene riprodotta in modo abbastanza puntuale nelle location in Lazio e nella bassa Toscana, la "rivoluzione" arriva da una struttura narrativa costruita appositamente per sovvertire i cliché.

Testa Croce Alessandro Borghi Nadia Tereskovitz
Nadia Tereszkiewicz e Alessandro Borghi guadano la palude

Il film si apre, infatti, sul Wild West Show di Buffalo Bill. Come abbiamo anticipato, l'eroe del West funge da narratore - sia interno che esterno - della vicenda e il suo circo è l'espediente che dà il là agli eventi. Alessandro Borghi si impone quasi immediatamente come eroe che sfida apertamente il villain, il signorotto locale che ha ospitato il circo e che caldeggia il confronto tra butteri e cowboy non per dimostrare la superiorità dei suoi uomini, bensì per scommettere contro di loro e recuperare un po' di soldi. Ma a mettergli i bastoni tra le ruote interviene il Santino di Borghi, rozzo e villano quanto si voglia, ma abilissimo a domare cavalli selvaggi.

Eroe o eroina? Il capovolgimento dei ruoli

Testa Croce John C Reilly
John C. Reilly nei panni di Buffalo Bill

Fin da subito l'eroe di Santino ci appare fuori dai canoni. Se lo scarso eloquio e le abilità manuali lo assimilano fin da subito ai rudi cowboy in fuga di tanti western, va anche detto che non è esattamente lui a rapire la bella di turno. È Rosa che, pur di disfarsi di un marito violento e brutale, lo elimina facendo involontariamente ricadere la colpa su Santino per poi darsi alla fuga con lui. Nei quattro capitoli in cui la storia è strutturata seguiamo l'evoluzione del rapporto tra Rosa e Santino che va di pari passo col loro tentativo di lasciare l'Italia. C'è anche spazio per una curiosa parentesi quando i due fuggiaschi si uniscono a un gruppo di anarchici insurrezionalisti intenzionati a sabotare la costruzione della ferrovia.

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Man mano che l'avventura prosegue, la leadership passa da Santino a Rosa. Dopo le sciagure occorse, la donna si rivela capace di prendere in mano il proprio destino senza avere bisogno di nessun uomo che la protegga. Al maschio fragile si contrappone la donna forte e astuta, padrona di se stessa e intenzionata a non accettare più nessun compromesso. Una figura moderna e attuale, che capovolge il paradigma della fanciulla indifesa di johnfordiana memoria per rivendicare la propria indipendenza con ogni mezzo.

Come ti distruggo il mito del West

Testa Croce Alessandro Borghi
Alessandro Borghi in prigione

Se il punto di partenza di Testa o croce? è la leggenda dello scontro tra butteri e cowboy con cui Matteo Zoppis e Alessio Rigo de Righi sono cresciuti, a un accurato lavoro di ricostruzione storica sull'immagine - dalle splendide luci naturali di Simone d'Arcangelo alle efficaci musiche di Vittorio Giampietro passando per le azzeccatissime location del Circeo, che hanno richiesto la ri-costruzione parziale delle paludi prosciugate dalla calura estiva - corrisponde uno stravolgimento della narrazione del West.

Testa Croce Alessandro Borghi Nadia Tereskovitz Bacio
Il bacio tra Nadia Tereszkiewicz e Alessandro Borghi

Il racconto è rarefatto, incerto, i toni eroici lasciano in posto ad atmosfere ironiche o surreali. Anche la chimica tra Rosa e Santino è tutt'altro che scontata. Sia Alessandro Borghi che Nadia Tereszkiewicz sembrano più concentrati sull'evoluzione "in solitaria" dei loro personaggi che sul rapporto di coppia, breve e dominato per lo più da incomprensioni e incomunicabilità. Lo stesso titolo, che echeggia il misconosciuto spaghetti western di Piero Pierotti del 1969, ma con un punto di domanda alla fine a intorbidire il tutto, riflette sui diversi punti di vista della storia mettendo a confronto la narrazione epica della storia di Rosa tramandata oralmente da Buffalo Bill coi fatti realmente accaduti.

Un finale emblematico

John Ford ci aveva già messo in guardia ne La leggenda di Liberty Valance, mettendo in bocca a un personaggio il celebre motto "Nel West, quando la leggenda supera la realtà, si pubblica la leggenda". I registi di Testa o croce? mettono in pratica l'assunto trasformando Buffalo Bill in un narratore inaffidabile che mitizza e amplifica gli eventi per avvincere lo spettatore, per semplice vanagloria o più semplicemente perché è così che funziona la trasmissione orale delle leggende che tanto affascinano i due cineasti.

Ma con Rosa troverà pane per i suoi denti, come dimostra il sorprendente finale in cui non è casuale la sorte toccata al suocero di Rosa, interpretato dalla star degli western all'italiana anni '70 Gianni Garko. Il confronto finale tra Rosa e il suocero sancisce la decostruzione del genere attraverso l'attacco alla tradizione per reinventare una nuova mitologia che prla femminile e al viaggio dell'eroe contrappone quello dell'eroina.

Conclusioni

Pellicola istrionica e atipica che reinventa il mito del West attraverso una riflessione sul genere che capovolge il paradigma per scommettere su un personaggio femminile. Intrigante la presenza di Alessandro Borghi, Nadia Tereszkiewicz e John C. Reilly in ruoli sorprendenti e tutt'altro che banali e scontati.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • L'entusiasmo dei registi Matteo Zoppis e Alessio Rigo De Righi per la materia.
  • La capacità di omaggiare i maestri per poi tradirli con intelligenza.
  • L'eroina atipica di Nadia Tereszkiewicz.
  • La scelta di reinventare un genere tradendo la tradizione.

Cosa non va

  • L'alchimia tra la coppia composta da Alessandro Borghi e Nadia Tereszkiewicz funziona a tratti.
  • Qualche divagazione rischia di distrarci facendoci perdere il focus degli eventi.