Chris Pratt ci ha preso gusto a interpretare il militare tutto muscoli e armi: dopo La guerra di domani di Chris McKay, è infatti ora il Navy SEAL in Terminal List, serie in otto episodi diretta da Antoine Fuqua (insieme a Ellen Kuras), disponibile dal primo luglio su Prime Video.
Se amate l'azione girata bene e la tensione costruita a dovere, la recensione di Terminal List è qui per dare delle certezze: il regista di Equalizer e Training Day non delude, puntando tutto su una fotografia cupa, che rispecchia la ricerca della verità del protagonista, e combattimenti ben coreografati.
Capo di una squadra a cui è stata affidata una missione delicata in Medio Oriente, Reece è l'unico sopravvissuto: i suoi ragazzi sono finiti in una trappola e non ha potuto salvarli. A causa di un'esplosione ha un trauma cranico: la sua memoria si confonde. Tornato a casa, comincia a rimettere insieme i pezzi e nulla sembra avere senso. Possibile che qualcuno dei suoi superiori stia complottando segretamente per eliminarlo? O è il suo cervello traumatizzato a fargli vedere la realtà in modo completamente diverso?
Terminal list: tra action e thriller psicologico
Reece è, sulla carta, l'americano perfetto, almeno secondo l'idea di sé che gli USA portano al cinema. Devoto alla propria famiglia, patriota, ligio alle regole. È per questo che cominciare a pensare a se stesso quasi come a un bandito lo disorienta: quando i suoi superiori gli impongono di mettere agli atti la sua versione dei fatti, Reece dubita di tutto. Ha ricordi completamente diversi dalla versione ufficiale. Di più: ha come la sensazione che stiano cercando di confonderlo intenzionalmente. Soltanto il suo migliore amico, Ben (Taylor Kitsch), ormai ritiratosi dall'esercito, sembra credergli.
Quando, però, mentre è dentro un macchinario per la risonanza magnetica, un gruppo di uomini mascherati addestrati al combattimento cerca di eliminarlo, non ha più dubbi: qualcuno non vuole che parli. Ma cos'è che dovrebbe ricordare? Da qui Terminal List fonde sempre più azione e thriller psicologico, lasciando indizi e suggestioni agli spettatori che brancolano nel buio alla ricerca di risposte esattamente come il protagonista. Se siete spettatori molto attenti potreste però riuscire a mettere insieme i pezzi ancora prima del confuso James Reece.
Antoine Fuqua e il sogno americano in Terminal List
Basato sull'omonimo romanzo di Jack Carr, Terminal List dà modo ad Antoine Fuqua di fare quello che sa fare meglio, ovvero costruire tensione attraverso l'azione. Questa volta però ha per le mani una storia molto più complessa, in cui male e bene sono sfumati e le motivazioni di ogni personaggio non fanno gridare immediatamente all'eroe o al cattivo. Attraverso i dubbi di Reece, il regista mette in discussione valori come la fiducia completa nelle istituzioni, arrivando a smantellare pezzo per pezzo il mito del sogno americano, secondo cui se lavori tanto e ti impegni al massimo ce la farai.
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Oppresso da rivelazioni troppo grandi per lui, il protagonista non sa più in cosa credere: la sua famiglia è l'unica certezza. Anche questo è uno dei temi interessanti della serie: in un presente in cui immagini e notizie si moltiplicano ogni secondo, dando un'idea sempre più frammentata della realtà, è difficile non perdersi, finendo magari per credere a fake news o notizie non verificate. La forza di volontà del protagonista, che cerca di rimanere lucido anche di fronte a chi vuole costringerlo ad accettare per buona una verità che non lo convince è una metafora perfetta di questi tempi pieni di tanti slogan urlati e ricerca di consenso populista. La razionalità, il giornalismo fatto bene, sono ormai le vere virtù da ricercare in questi tempi frenetici.
È per questo che il personaggio della giornalista Katie Buranek (Constance Wu), che vuole sinceramente scoprire la verità, diventa fondamentale. La donna rappresenta la luce della ragione e forse anche della speranza. In un mondo in cui il pensiero critico viene scoraggiato in favore della polarizzazione delle opinioni, qualcuno che guarda soltanto i fatti cercando di farli combaciare è un aiuto prezioso. È proprio lei a diventare l'arma segreta del protagonista: se Reece cerca risposte a colpi di pistola, Katie lo fa scrivendo sul suo portatile.
Termina List: Chris Pratt e Taylor Kitsch all'ultimo indizio
Come sempre Antoine Fuqua sa sfruttare al meglio il carisma dei suoi attori. Chris Pratt, Taylor Kitsch e Constance Wu non fanno eccezione: il loro ballo a tre alla ricerca della verità contro tutto e tutti è un gioco all'ultimo indizio davvero appassionante. Grazie alla loro bravura, gli attori confondono lo spettatore fino alla fine, con colpi di scena che arrivano uno dopo l'altro.
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Finalmente poi una serie che non ha paura di osare per quanto riguarda sangue e scene d'azione: sia Pratt che Kitsch hanno fatto davvero l'addestramento dei Navi SEAL e sono perfettamente credibili nel ruolo di macchine da guerra umane. Ve lo avevamo promesso: se il cinema d'azione vi piace, questa serie fa assolutamente per voi.
Conclusioni
Come scritto nella recensione di Terminal List, adattando per la tv l'omonimo romanzo best-seller di Jack Carr Antoine Fuqua costruisce una serie che mescola azione e thriller psicologico, coreografando con mastria combattimenti e sparatorie. La storia del Navy SEAL James Reeceae permette inoltre di riflettere sull'America di oggi, confusa da fake news e propaganda populista. Chris Pratt, Taylor Kitsch e Constance Wu sono un trio di protagonisti carismatici, che ci tengono con il fiato sospeso fino alla fine degli otto episodi.
Perché ci piace
- L'azione e la tensione perfettamente costruite da Antoine Fuqua.
- I protagonisti Chris Pratt, Taylor Kitsch e Constance Wu.
- La semina di indizi che soddisfa il pubblico più appassionato di crime.
Cosa non va
- Forse otto episodi sono troppi per un racconto che fa dell'azione il suo punto di forza.