Tartarughe Ninja: Caos Mutante, recensione: un reboot Cowabunga!

La recensione di Tartarughe Ninja: Caos Mutante, film d'animazione che ha imparato e fuso la lezione di Spider-Man: Into the Spider-Verse e Stranger Things. Finalmente le "Teenage Mutant Ninja Turtles" si comportano da veri adolescenti.

Tartarughe Ninja: Caos Mutante, recensione: un reboot Cowabunga!

Intramontabili, rassicuranti e, ormai, saccheggiati anni '80. La cultura pop riuscirà finalmente a lascarli andare? Non è questo il giorno a quanto pare. Quando si pensa a quel decennio è impossibile non andare con la mente al walkman, ai cabinati, a I Goonies e le Tartarughe Ninja. Proprietà intellettuale da rilanciare periodicamente (anche perché fa vendere ogni tipo gadget possibile), questa volta ci pensano Seth Rogen e l'amico Evan Goldberg - che insieme hanno scritto praticamente tutti i loro maggiori successi, da Su×bad a Sausage Party - a ridare vita alle avventure su grande schermo di Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo. La recensione di Tartarughe Ninja: Caos Mutante parte con una certezza: finalmente qualcuno ha reso giustizia a quel "teenage" che compone il nome originale, ovvero "Teenage Mutant Ninja Turtles", TMNT per gli appassionati.

Tartarughe Ninja Caos Mutante Teaser Trailer
Tartarughe Ninja: Caos Mutante, una scena

Nelle sale italiane dal 30 agosto, Tartarughe Ninja: Caos Mutante, diretto da Jeff Rowe, parte dalle origini, ma aggiorna diversi dettagli: come nel fumetto di Kevin Eastman e Peter Laird, pubblicato per la prima volta nel 1984, a trasformare le quattro piccole tartarughe in esseri antropomorfi dotati di parola è un liquido che cade nelle fogne. Non è però un incidente automobilistico a scatenare tutto: a creare l'agente mutageno è lo scienziato Baxter Stockman (doppiato nella versione originale da Giancarlo Esposito), dipendente della Techno Cosmic Research Institute (TCRI), che vuole impossessarsi della sua scoperta.

Quindici anni dopo l'assalto al laboratorio di Stockman, le tartarughe sono state cresciute dal topo Splinter (Jackie Chan), che, per difendersi dagli esseri umani, ha imparato le arti marziali e ha insegnato a combattere anche a quelli che ormai sono i suoi figli adottivi. Educati con l'idea che tutte le persone siano una minaccia, i quattro si sentono però attratti dalla vita in superficie. La loro speranza di integrarsi è alimentata dall'incontro con April O'Neil (la cui voce è di Ayo Edebiri, bravissima nel ruolo di Sydney nella serie The Bear), liceale che sogna di fare la giornalista televisiva, ma non regge la tensione davanti alle telecamere.

Il trailer di Tartarughe Ninja: Caos Mutante

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La trama di Tartarughe Ninja: Caos Mutante

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Tartarughe Ninja: Caos Mutante, una scena

La scoperta dell'esistenza di mutanti potrebbe essere la sua grande occasione per fare uno scoop e realizzare le proprie ambizioni. Peccato che esista anche un'intera gang di altri animali geneticamente modificati, guidata dalla mosca Superfly (Ice Cube), intenzionata a trasformare tutti i non umani, in modo da prendere il controllo della Terra. Le quattro tartarughe adolescenti dovranno quindi prendere una decisione: salvare gli umani, che li hanno sempre additati come mostri, o unirsi ai loro simili con ambizioni di sterminio?

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Tartarughe Ninja: Caos Mutante, una scena

Non godersi Tartarughe Ninja: Caos Mutante in lingua originale è un peccato. Non soltanto perché il cast di voci è ricchissimo di star (oltre ai nomi già citati ci sono anche Paul Rudd, Post Malone, John Cena e Rose Byrne), ma si perde così la sfumatura data a queste Tartarughe Ninja, che incarnano lo spirito di New York. Il loro slang, i tempi comici, l'urban style con cui sono vestiti sono magnifici. Come magnifica è la colonna sonora, firmata da Trent Reznor e Atticus Ross, che mescola insieme diverse hit anni '80, dai De La Soul a Vanilla Ice, fino all'uso perfetto della canzone What's Up? delle 4 Non Blondes in una scena di inseguimento.

La parte più forte di Tartarughe Ninja: Caos Mutante è però lo stile di animazione: il design scelto ricorda quello dei graffiti che ricoprono i vagoni della metropolitana di New York. Il tratto è sporco e ogni superficie, anche quella di oggetti squadrati come il monitor di un computer, non è mai dritta, dando un perenne senso di movimento e vitalità alle immagini.

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Tartarughe Ninja Caos Mutante
Tartarughe Ninja: Caos Mutante, una scena

Il film di Jeff Rowe ha imparato bene la lezione di Spider-Man: Into the Spider-Verse e, pur senza raggiungere quelle vette, cerca di ricreare quella stessa atmosfera familiare, vissuta, imperfetta e quindi molto più calda. Lo stile visivo ispirato a quello dell'ormai seminale film di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman (non a caso premiato con l'Oscar), si fonde con lo spirito di Stranger Things, che ha fatto conoscere e far amare gli anni '80 anche agli adolescenti di oggi. Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo finalmente parlano, pensano e si comportano davvero come ragazzini. Addirittura c'è chi porta l'apparecchio ai denti!

Pur non brillando di originalità in termini di storia (siamo all'ennesima variazione sul tema dell'accettazione della diversità propria e altrui, da trasformare in un punto di forza), questo nuovo capitolo delle avventure delle Tartarughe Ninja (già pronto a diventare una nuova saga) fa bene quello che ci si aspetta da un prodotto del genere: diverte senza troppe pretese e lo fa parlando la lingua del pubblico a cui è destinato. E meno male: visto che è già diretto verso almeno un sequel.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di Tartarughe Ninja: Caos Mutante, il film di animazione ha imparato e fuso le lezioni di Spider-Man: Into the Spider-Verse e Stranger Things. Il design è il punto di forza: lo stile ricorda i graffiti che si vedono per le strade di New York. La scrittura di Seth Rogen ed Evan Goldberg è intelligente: la storia non brilla per originalità, ma finalmente le Tartarughe Ninja parlano, pensano e si comportano come veri adolescenti. Intrattenimento che diverte senza prendersi troppo sul serio. In attesa dei sequel.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Il character design e lo stile dell'animazione, che ricorda quello dei graffiti di New York.
  • Il cast di voci originali, che spazia da Jackie Chan e Giancarlo Esposito, a Seth Rogen e Ice Cube.
  • La buona intuizione di far comportare le Tartarughe Ninja come veri adolescenti.
  • La colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross.

Cosa non va

  • La storia non brilla per originalità.