Recensione TMNT (2007)

Come era facile aspettarsi, tutto è diventato più adulto, non solo le quattro tartarughe, e, nonostante non manchino abbondanti strizzatine d'occhio al pubblico dei più piccoli, il film sembra voler stuzzicare i fan di vecchia data.

Tartarughe Ninja alla riscossa!

Create nel 1984 da Peter Laird e Kevin Eastman, le Tartarughe Ninja originariamente vennero utilizzate per un fumetto in bianco e nero con una tiratura di sole 3000 copie. Da allora, hanno percorso chilometri: sono diventate un cult dell'animazione televisiva e per oltre 20 anni, i loro pupazzetti sono stati tra i giocattoli più venduti in Usa, Europa e Australia. Un successo planetario che tenta di ritornare in auge attraverso un restiling non da poco. L'artefice di questo ritorno è Kevin Monroe, una delle promesse della computer grafica, che non solo dirige ma anche scrive questo TMNT (che sta per Teenage Mutant Ninja Turtles).

Le Tartarughe Ninja sono cresciute, adesso, ognuna di loro, si dedica ad una diversa attività: Donatello (il genio della tecnologia) fornisce supporto telefonico per i guasti al computer, Michelangelo (la "spalla comica") fa il clown per le feste dei bambini, Raffaello (il più cupo dei quattro fratelli) ogni notte indossa i panni del "Nightwatcher", un vigilante solitario in lotta contro il male. Lontano da loro, nella giungla più profonda, si trova Leonardo, ritiratosi in eremitaggio per approfondire le sue abilità marziali. I quattro fratelli si riuniranno insieme, con l'aiuto di April O'Neil, Casey Jones e Splinter, per combattere una nuova minaccia (i mostri del magnate Maximilian J. Winters) e una vecchia conoscenza (il Clan del Piede).

Il character design scelto per l'opera, si distanzia da quello a cui la Pixar ci ha abituato in questi anni di strapotere tridimensionale: meno "puffoso" e rassicurante, più deciso e aggressivo. Sullo sfondo una New York molto dark dal cielo plumbeo e dalle strade sporche e ombrose, neanche fosse Gotham City. TMNT spinge il pedale dell'adrenalina, si nutre di sana avventura e si butta a capofitto in pirotecniche scene d'azione, con la macchina da presa (se così può essere definita) che si muove all'impazzata, schizzando via e ondeggiando pericolosamente. Un gran giro sull'otto volante, insomma.

Come era facile aspettarsi, tutto è diventato più adulto, non solo le quattro tartarughe, e, nonostante non manchino abbondanti strizzatine d'occhio al pubblico dei più piccoli, il film sembra voler stuzzicare i fan di vecchia data; ai quali, un grosso brivido di nostalgia è garantito fin dalle prima scene. Chi, invece, delle tartarughe non ha mai sentito parlare, si sentirà inevitabilmente escluso oltre che confuso (ma che ci fanno quattro testuggini antropomorfe a New York?). Solo per gli appassionati, quelli mai cresciuti.