Tartarughe comiche alla scoperta dei mari
Sin dai tempi del suo debutto in sala, la stereoscopia ha diviso il pubblico in estimatori e detrattori. A chi esaltava le potenzialità del nuovo mezzo espressivo si contrapponevano coloro che vedevano nel 3D solo un espediente per rimpinguare le casse semivuote degli esercenti, attirando al cinema frotte di spettatori qualunquisti e indifferenziati, pronti a premiare la vuota spettacolarità a tutto svantaggio delle opere di qualità.
Certo è che in diverse occasioni la tecnologia non è stata utilizzata al meglio, alimentando le polemiche di chi la considerava uno specchietto per le allodole, e uno specchietto nemmeno troppo accattivante. Ma è altrettanto vero che, quando non si tratta di un'operazione posticcia di post produzione, il 3D può rappresentare un'esperienza visiva esaltante, tanto da poter essere sfruttata per aggiungere un pizzico di intrattenimento anche a prodotti realizzati con fini prettamente educativi. E' quanto messo in atto da numerosi acquari, musei e planetari di tutto il mondo e, in un certo senso, anche dai registi Jean-Jacques e François Mantello in Oceani 3D. Non è un vero e proprio documentario, quanto il racconto in prima persona di un viaggio attraverso gli abissi, questo film prodotto da Jean-Michel Cousteau (figlio del noto esploratore e oceanografo), ma tra i suoi obiettivi annovera certamente quello di farci conoscere un mondo meraviglioso e che, come scopriamo ai titoli di coda, è anche in grave pericolo.
Tanto la sinuosa manta, quanto l'ipnotica medusa, e perfino il temibile squalo grigio vengono fatti oggetto di gag e battute che, se da un lato contribuiscono a distaccare la pellicola dalla piattezza tipica del documentario classico, dall'altro distolgono l'attenzione dalla bellezza delle immagini, impreziosite da un 3d non troppo invasivo ma comunque di notevole impatto. A generare una certa insofferenza non è tanto la quantità, ma la qualità degli sketch che, fin dalle prime sequenze, si muovono all'interno di uno schema prestabilito, sempre uguale a se stesso. Se all'inizio le gag del trio, per quanto piuttosto prevedibili, riescono a intrattenere piacevolmente, con l'avanzare del viaggio si rimpiange l'assenza di momenti di pausa. Un'alternanza più calibrata tra scene parlate e mute avrebbe inoltre permesso di godere appieno della colonna sonora che, quando si ritaglia lo spazio che merita, sa accompagnare sapientemente le immagini, esaltandone la componente emozionale.
Oceani 3D rappresenta un'occasione per esplorare un mondo quasi del tutto invisibile, ma non per questo privo di fascino, e per vedere da vicino, forse per l'ultima volta, stupendi esseri viventi che l'atteggiamento sprovveduto dell'uomo ha quasi certamente condannato all'estinzione. Un uso più pacato della verve comica di Aldo, Giovanni e Giacomo avrebbe giovato all'equilibrio della pellicola, ma il pubblico più giovane, a cui il film è indirizzato in modo particolare, saprà comunque apprezzare la natura giocosa e ironica dell'intervento del trio.
Movieplayer.it
3.0/5