Suspense: il silenzio degli “innocenti” nel capolavoro horror con Deborah Kerr

Nel 1961 Suspense di Jack Clayton, tratto da Il giro di vite di Henry James e interpretato da una magistrale Deborah Kerr, si imponeva come una pietra miliare del cinema horror.

Tutti e due fanno, o sono costretti a fare da qualcuno, un gioco mostruoso. Io non pretendo di capire quale sia lo scopo, io so solo che sta accadendo qualcosa: qualcosa di ambiguo, di torbido... e di immondo.

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Suspense: un primo piano di Deborah Kerr

In una scena di Suspense, l'istitutrice Miss Giddens rivolge una domanda alla piccola Flora, ma l'attenzione della bambina è totalmente assorbita dallo spettacolo di una farfalla che, battendo le ali, tenta invano di liberarsi dalla morsa di un ragno. In un altro momento del film, Miss Giddens ha un improvviso moto di ribrezzo alla vista di un insetto che esce dalla bocca di una statua nel giardino della dimora. In questi frammenti, in apparenza casuali, è racchiusa una componente del fascino della pellicola di Jack Clayton: aprire uno squarcio sulla violenza, il grottesco, l'orrorifico che si annidano sotto il velo dell'ordine e della compostezza. Suspense, del resto, è costruito sui sottintesi, sul "non detto", sui diversi livelli di lettura di una realtà enigmatica che si spinge ben oltre la barriera del visibile.

Da Henry James al cinema: gli "innocenti" di Jack Clayton

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Suspense: Deborah Kerr e Pamela Franklin

Suspense, titolazione italiana dell'originale The Innocents, faceva il suo debutto il 24 novembre 1961 in Gran Bretagna, per approdare tre settimane più tardi negli Stati Uniti e nel maggio 1962 in concorso al Festival di Cannes. Alla base dell'opera ci sono Il giro di vite, breve romanzo pubblicato nel 1898 da Henry James e diventato un caposaldo della narrativa gotica, e una trasposizione teatrale firmata nel 1950 dal drammaturgo William Archibald, intitolata appunto The Innocents. Il testo di Archibald costituirà il perno della sceneggiatura del film di Jack Clayton, reduce dal suo acclamatissimo debutto nel 1959 con La strada dei quartieri alti, dramma a sfondo sociale con Laurence Harvey e Simone Signoret. Per il regista inglese si tratta ora di cimentarsi con un soggetto completamente diverso: una ghost story che, dopo aver fatto scuola in ambito letterario, avrebbe dato vita a uno degli horror più influenti nella storia del cinema.

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Suspense: un'immagine di Deborah Kerr
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Suspense: Deborah Kerr, Pamela Franklin e Martin Stephens

Destinatario, da allora, di ammirazione sconfinata tanto da parte di critici e accademici, quanto da parte di celebri cineasti (da François Truffaut a Martin Scorsese a Guillermo del Toro), Suspense si è imposto infatti come una pietra miliare per il modo in cui è riuscito a declinare l'orrore attraverso un meccanismo prettamente psicologico, smarcandosi dalle convenzioni dei film della Hammer e da altri titoli afferenti al filone degli spettri e delle possessioni demoniache. L'intero racconto viene filtrato da un unico punto di vista: quello di Miss Giddens (l'attrice scozzese Deborah Kerr), assunta per il suo primo impiego da istitutrice nella magione di campagna di Bly Manor, allo scopo di prendersi cura di una coppia di bambini, Miles (Martin Stephens) e Flora (Pamela Franklin), per conto di loro zio (Michael Redgrave, che compare in un breve cameo). L'iniziale entusiasmo di Miss Giddens si scontrerà però con il sospetto che Bly Manor sia infestata da oscure presenze, legate in qualche modo ai due piccoli "innocenti".

The Haunting of Bly Manor e Il giro di vite: il romanzo di Henry James che ha ispirato la serie

Il mistero di Bly Manor

Suspense
Suspense: Pamela Franklin e Deborah Kerr

Suspense recupera dal romanzo di Henry James l'ambientazione nella Contea dell'Essex in piena età vittoriana, e il personaggio di Miss Giddens (a cui ne Il giro di vite non era attribuito alcun nome) deriva direttamente da quel contesto storico e culturale: la repressione di ogni pulsione considerata disdicevole, la rispettabilità sociale come requisito imprescindibile e una sessuofobia rimarcata dalle conversazioni fra la donna e la governante di Bly Manor, Mrs. Grose (Megs Jenkins). "Si bisbigliava troppo in questa casa", è la chiosa di quest'ultima mentre allude alle azioni inconfessabili che si sarebbero consumate fra quelle pareti e, forse, perfino davanti agli occhi di Miles e Flora, corrompendo la loro innocenza. La gravità scandalizzata delle parole di Mrs. Grose alimenta la malizia di Miss Giddens, sempre più convinta che qualcosa di diabolico sia avvenuto a Bly Manor e rappresenti tuttora una minaccia per i due bambini.

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Suspense: un primo piano di Deborah Kerr
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Suspense: Megs Jenkins, Pamela Franklin e Deborah Kerr

È Truman Capote, ingaggiato da Jack Clayton mentre era alle prese con la stesura di A sangue freddo, a ricevere l'incarico di rielaborare il copione di William Archibald, per conferire un maggiore tasso di ambiguità alla vicenda. Ecco dunque che nelle mani di Capote Suspense si configura, prima ancora che una ghost story, come un raggelante thriller sulla paranoia, su un'angoscia scaturita dall'idea stessa del Male per trasformarsi, giorno dopo giorno, in un'ossessione divorante: quell'ossessione espressa magnificamente dal volto di Deborah Kerr, da uno sguardo in cui l'affetto e la premura verso i suoi allievi cedono il posto a una severità e a un'inquietudine che finiranno per rasentare la follia. Ed è in quest'ottica che Deborah Kerr, all'epoca alla soglia dei quarant'anni (e pertanto più adulta e meno 'ingenua' rispetto al personaggio creato da Henry James), si dimostra una scelta di casting a dir poco perfetta, convogliando in questo ruolo la sua immagine di diva dall'eleganza raffinata e dalla dolcezza materna e rassicurante.

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Suspense: un primo piano di Deborah Kerr

Un'immagine cucita per un decennio su Deborah Kerr da film quali Il Re ed io e Tè e simpatia, ma che qui viene incrinata in parallelo con la progressione degli eventi: non a caso Suspense si attesterà come la migliore performance nella carriera dell'attrice, quella in cui la Kerr si immerge più a fondo nel lato oscuro del proprio personaggio. Il contegno impeccabile nei gesti e nelle frasi di Miss Giddens tradisce un senso di turbamento che a tratti sfocia in una silenziosa nevrosi o in momenti di autentico panico: come nelle sequenze oniriche o durante le apparizioni di Peter Quint (Peter Wyngarde), quando la regia di Clayton e la fotografia di Freddie Franis assumono un taglio quasi espressionista, disegnando un sinistro intreccio di luci e ombre nei corridoi di Bly Manor e attorno alla figura di Miss Giddens. Ma non è soltanto l'elemento soprannaturale a offrirsi come fonte di tensione in Suspense: il conflitto primario della protagonista si combatte nella sua psiche, nella dicotomia fra attrazione e repulsione dipinta negli occhi sbarrati della Kerr.

The Innocents
Suspense: Martin Stephens e Deborah Kerr
Infant Kiss
Suspense: Martin Stephens e Deborah Kerr

Una dicotomia che prende forma nella scena in cui Miles si protende verso Miss Giddens e per alcuni secondi poggia le proprie labbra sulla bocca della donna, la quale reagisce con muto sgomento, ma arrendendosi a quel bacio. "What is this? An infant kiss/ That sends my body tingling?", recitano i versi della canzone The Infant Kiss, composta da Kate Bush ispirandosi proprio a Suspense e immedesimandosi nella parte di Miss Giddens. Ecco, il fremito di cui parla Kate Bush è la scintilla di desiderio che si accende sul volto dell'istitutrice, subito prima che, nell'epilogo, quel volto si tramuti in una maschera di frenesia e di ferocia. E in rarissimi casi, negli annali del cinema, un volto è stato in grado di incarnare l'orrore con la complessità inestricabile e la forza dirompente di cui Deborah Kerr ha dato prova in Suspense: se dopo sessant'anni il film è ritenuto ancora un capolavoro, il merito è in gran parte di questa attrice straordinaria.

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