Anche se, da questa primavera, già sapevamo che Supernatural sarebbe tornato per una sesta stagione, seppur orfano del suo papà Eric Kripke alla conduzione, è indubbio che la quinta stagione dello show avesse un sapore finale, che lasciasse un senso di scontro definitivo e fatale per i due fratelli Winchester protagonisti, reso ancora più evidente dall'inevitabile tentativo degli autori di riportare sul binario della storyline principale anche i momenti più ironici o autoconclusivi, altrettanto inevitabili in ogni stagione da oltre venti episodi dei principali network.
Non stupisce, quindi, che i tre episodi finali della stagione 5 siano tutti un unico ultimo chilometro di questa corsa verso il drammatico traguardo, uniti dal filo conduttore della ricerca degli anelli dei Cavalieri dell'Apocalisse, unica arma in mano a Sam, Dean e compagni per tentare l'assalto finale a Lucifero in persona.
Sia in The Devil You Know che in Two Minutes to Midnight, a dire il vero, il senso di tensione non è così palpabile come dovrebbe, ma il ritorno di Mark Sheppard nel ruolo di Crowley è efficace. I nostri sono costretti ad allearsi con lui per arrivare agli anelli mancanti ed è Bobbie in particolare a vendere, letteralmente, l'anima al demone, ottenendo in cambio nuovamente l'uso delle gambe.
Quello che resta dei due episodi è la finestra sul passato di Sam, che attraverso il personaggio di Brady, ex compagno di college di Sam, ci mostra come la vita del ragazzo sia stata gestita e controllata da forze superiori anche nel periodo di assenza da casa, quando aveva l'illusione di essere padrone della sua esistenza, uno sguardo al passato che nel successivo finale viene sottolineato anche da Lucifero.
Swan Song, invece, è un gioello di scrittura, in cui Kripke scende in campo dando la sua voce al profeta Chuck, la cui prosa fa da racconto fuori campo, fornendo un approccio narrativo alle battute finali della stagione. Il focus è sull'Impala, sull'auto che fa da casa viaggiante per i due Winchester: Kripke/Chuck ce ne racconta l'origine e ci descrive quei piccoli dettagli che la rendono l'auto dei due fratelli, la Metallicar che i fan tanto hanno amato.
Dopo la possessione, c'è poco da fare; Castiel e Bobby sembrano aver gettato la spugna, sullo sfondo di un'apocalisse che sta iniziando, ma Dean non ci sta, vuole raggiungere il luogo della battaglia tra Michael/Adam e il Diavolo: poco male se si tratterà soltanto di assistere alla morte del fratello per mano dell'angelo, meglio morire con lui.
L'intromissione innervosisce i due combattenti, soprattutto quando Castiel riesce ad allontanare temporaneamente Michael: tutto accade in un attimo, Lucifero disintegra l'ex angelo e liquida Bobby con un gesto incurante, ma a Dean decide di dedicare tutto il tempo possibile, per assicurarsi che il fratello che sta possedendo possa ascoltare il rumore di ogni osso che si frantuma.
Il finale ha un sapore malinconico, con Castiel redivivo e nuovamente investito dei poteri angelici, intenzionato a ripristinare l'ordine in un Paradiso lasciato senza custodia da Michael, riportato indietro da Dio, nuovamente intervenuto. Dean, dal canto suo, è devastato e non può far altro che rispettare la parola data al fratello nella loro ultima conversazione, quella di andare da Lisa per iniziare una vita normale.
E mentre il profeta Chuck termina il suo racconto, sparendo nel nulla, suggerendoci di essere in realtà il Dio non trovato nel corso dell'anno, un Dio meno assente di quello che sembrava, le ultime immagini sono per Dean accanto alla sua famiglia ritrovata, osservata dall'esterno da Sam, fermo sotto un lampione che si spegne.
Cosa questo voglia dire, lo scopriremo solo quando la sesta stagione prenderà le mosse il prossimo settembre.