La vita di Kara Zor-El non è facile ultimamente, da quando le sue azioni sotto l'effetto della kryptonite rossa hanno danneggiato la sua immagine agli occhi dei cittadini di National City. Per conquistare nuovamente la loro fiducia, dovrà sconfiggere Livewire, tornata in azione grazie a Silver Banshee. Per fortuna, ad aiutare Kara ci pensa Barry Allen alias Flash, un supereroe proveniente da un'altra dimensione e temporaneamente bloccato nell'universo di Supergirl. In attesa di tornare a casa, Barry avrà l'occasione di divertirsi dando una mano alla sua nuova alleata...
Incontro epocale
Per un curioso scherzo del destino, l'episodio di Supergirl dedicato all'incontro con Flash è andato in onda negli Stati Uniti il 28 marzo 2016, tre giorni dopo l'uscita americana di Batman v Superman: Dawn of Justice. Questo ha spinto molti critici e fan a sottolineare quella che è sempre stata la caratteristica fondamentale della serie e della sua protagonista, vale a dire l'ottimismo di fondo, elemento per lo più assente nell'attuale universo cinematografico della DC Comics nonostante la presenza di Superman, tradizionalmente il simbolo della bontà e della speranza. Ad incitare ulteriormente il paragone tra i due incontri è il fatto che l'episodio sia intitolato Worlds Finest, esattamente come la maggior parte dei team-up fra Batman e Superman.
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Ed è difficile negare che, da un punto di vista puramente filosofico e filologico, la Supergirl che vediamo attualmente in televisione sia una rappresentazione migliore delle qualità essenziali dell'Uomo d'acciaio rispetto all'avatar cinematografico contemporaneo del diretto interessato. Laddove Zack Snyder preferisce seguire un percorso quasi iconoclasta, il programma supereroistico della CBS ci ricorda, come aveva già fatto Superman Returns al cinema dieci anni fa, che i valori tradizionalmente associati al supereroe kryptoniano possono ancora essere rappresentati sullo schermo senza che ne derivi un prodotto involontariamente risibile.
Supergirl e Flash, amicizia interdimensionale
Si era parlato a lungo della possibilità di un crossover fra Supergirl e le altre serie DC, ossia Arrow e The Flash. A complicare le cose, oltre a questioni logistiche (le avventure di Oliver Queen e Barry Allen vengono girate in Canada, mentre la sede produttiva di Supergirl è a Burbank, negli studios californiani della Warner Bros.) e un piccolo problema di network (la cugina di Superman fa parte del palinsesto della CBS, le altre serie vanno invece in onda su CW), c'era di mezzo una certa incompatibilità narrativa poiché, come si è potuto evincere dal 2012, Freccia Verde e Flash vivono in un mondo dove Superman non esiste. Un ostacolo superato solo di recente, con l'introduzione del concetto di universi paralleli nella seconda stagione di The Flash (difatti, nel recente episodio ambientato su Terra-2, vediamo di sfuggita Supergirl quando i nostri eroi, viaggiando da un mondo all'altro, vedono vari universi possibili).
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E così finalmente assistiamo all'incontro fra Kara e Barry, i cui caratteri molto simili (entrambi amano quello che fanno e generalmente non reggono il peso del mondo sulle spalle) li rendono candidati ideali per un crossover spumeggiante e spassoso, che però non dimentica il lavoro fatto da Supergirl a livello di trama orizzontale negli ultimi mesi. L'episodio è pertanto perfettamente fruibile come storia autoconclusiva, sebbene in misura minore per chi segue solo The Flash (dove cronologicamente non siamo ancora arrivati al punto in cui Barry riesce a viaggiare da un universo all'altro semplicemente correndo), e anche ben costruito nel contesto della continuità generale della serie, in particolare per quanto riguarda il rapporto fra Kara e i cittadini di National City. L'unica nota parzialmente dolente è la sottotrama dedicata all'alleanza fra le due supercattive, le cui scene in tandem rubano tempo che sarebbe stato usato meglio per vedere insieme Melissa Benoist e Grant Gustin, armati di un'alchimia personale che impreziosisce i momenti più intimi dell'episodio.
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Cat Grant, al vostro servizio
Merita una menzione speciale anche Calista Flockhart, la cui performance nei panni di Cat Grant non è più la caricatura femminista vista all'inizio della serie. Siamo arrivati al punto dove lei è praticamente una risposta femminile a Perry White, con tanto di allusione alla possibilità che lei sia al corrente della vera identità di Supergirl (nei fumetti si allude spesso al fatto che Perry sia troppo intelligente per essere veramente all'oscuro del segreto di Clark Kent), il che rende le sequenze dedite alla vita professionale di Kara molto più interessanti. Anche se la concessione al versante "meta" del genere supereroistico non è dei più felici, con Cat che paragona Kara e i suoi amici al cast di una serie della CW. In caso il crossover diventasse un fenomeno ricorrente, sarebbe auspicabile evitare parentesi simili...
Movieplayer.it
4.0/5