Un'astronave atterra a Central City. I suoi occupanti, detti i Dominatori, intendono invadere la Terra, e Flash si rende presto conto di non poterli sconfiggere da solo. Vengono quindi chiamati in causa il Team Arrow, le Leggende e persino Supergirl, reclutata tramite un viaggio interdimensionale. La battaglia si annuncia però più difficile del previsto, poiché le recenti azioni di Flash non solo creano attriti con i suoi alleati, ma sono anche legate al motivo dell'invasione...
Puntuali come l'influenza
Due anni fa è stata inaugurata la tradizione del crossover pre-natalizio tra le serie della CW tratte dai fumetti della DC Comics. Il prototipo, che coinvolgeva solo Arrow e The Flash, serviva soprattutto a sottolineare le differenze tra i due programmi in termini di atmosfere (il primo è tradizionalmente più dark, il secondo più allegro) e la necessità della coesistenza di avventure dai toni diversi (una lezione che la DC cinematografica sta ancora imparando). Il secondo round era invece un espediente per porre le basi per Legends of Tomorrow (il terzo serial del cosiddetto Arrowverse), inaugurato ufficialmente all'inizio del 2016 con risultati divertenti ma discontinui.
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Adesso l'evento annuale prevede l'unione di tutti e tre gli show, con l'aggiunta di Supergirl che è recentemente migrato sulla CW - la prima stagione è andata in onda su CBS - ma rimane collocato in un mondo a parte (ufficialmente battezzato Terra-38 proprio in questo nuovo crossover). Una distinzione evidente non solo a livello di titolo (l'episodio con protagonista la cugina di Superman si chiama Medusa, mentre gli altri tre serial condividono l'appellativo Invasion!), ma anche sul piano narrativo: nonostante la storyline legata ai Dominatori sia stata promossa come un evento in quattro parti, una al giorno (in America, dove le quattro serie vanno in onda dal lunedì al giovedì), la puntata di Supergirl è in realtà una storia autoconclusiva, fatta eccezione per la scena finale dove Barry Allen chiede aiuto a Kara (un momento che viene spudoratamente riciclato per intero nell'episodio di The Flash). Inoltre, per motivi sui quali ritorneremo più in là nell'articolo, il capitolo Arrow si concentra più su eventi strettamente legati a quella serie, lasciando all'uomo più veloce del mondo e alla squadra di cronoviaggiatori il compito di portare avanti la trama orizzontale (e difatti sono quei due episodi ad avere un apposito logo quadruplo nei titoli di testa).
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Tutta colpa di Barry
Dato il numero di personaggi coinvolti, è facile immaginare quanto sia stato difficile per i vari showrunner coordinare l'operazione senza perdere d'occhio le trame orizzontali di tre serie diverse - Supergirl non incide sugli eventi dell'Arrowverse - e facendo contemporaneamente in modo che il crossover sia fruibile anche da chi non segue religiosamente tutti gli show chiamati in causa. La soluzione, logica ma anche un po' maldestra, è quella di sfruttare il racconto quadruplo soprattutto per chiudere più o meno definitivamente il discorso iniziato con Flashpoint, ponendo al centro Barry Allen e le conseguenze del suo egoismo al termine della seconda stagione di The Flash. Per quanto concerne gli altri due programmi, la nuova squadra di Oliver Queen appare solo brevemente, privilegiando i membri tradizionali, mentre la storyline principale della seconda stagione di Legends of Tomorrow (l'alleanza tra Damien Dahrk e Eobard Thawne, ai quali devono ancora unirsi Malcolm Merlyn e Captain Cold) non viene neanche menzionata, nonostante l'ipocrisia della ramanzina di Sara Lance nei confronti di Barry per aver alterato il presente (cosa che lei voleva fare nella premiere di Legends of Tomorrow quando ha cercato di uccidere Dahrk).
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Un tentativo di equilibrio encomiabile, ma non del tutto soddisfacente, poiché di conseguenza tutto il crossover sembra più un episodio esteso di The Flash che una vera sinergia tra le varie serie. A risentirne è soprattutto Supergirl, la cui inclusione è più simbolica che altro, ma con la promessa di un nuovo incontro, questa volta solo tra Kara e Barry, in un futuro non troppo lontano (il già annunciato crossover musicale). La sua è comunque una partecipazione gradita, grazie alla performance sempre spumeggiante di Melissa Benoist, ed è irresistibile l'inside joke sulla somiglianza tra Kara e la cugina di Ray Palmer (il cui interprete Brandon Routh è stato Superman dieci anni fa). Ed è comunque efficace la decisione di rendere le Leggende delle guest star anche nel loro proprio episodio, per quanto questo sottolinei il problema continuo della debolezza narrativa di Legends of Tomorrow rispetto al resto dell'Arrowverse (d'altronde già la premiere della seconda stagione era più una puntata fuori formato di Arrow, e non è certo un caso che gli antagonisti principali della nuova annata siano tutti avversari di Freccia Verde e Flash). Detto ciò, è innegabile che, a livello puramente spettacolare, quello che Felicity chiama "Best team-up ever!" funzioni alla grande, giustificando almeno superficialmente l'evento speciale.
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Arrow: 100 episodi e (quasi) non sentirli
Come abbiamo detto altrove, l'episodio di Arrow è un po' diverso dagli altri, e il motivo è piuttosto succulento: il traguardo della centesima puntata (The Flash ha festeggiato, dal canto suo, la cinquantesima non molto tempo fa). Un anniversario che è stato celebrato con quello che forse è l'episodio migliore in assoluto, un omaggio a tutta la serie che, ispirandosi al celeberrimo racconto a fumetti Per l'uomo che aveva tutto di Alan Moore (una delle storie più belle di Superman), immagina un mondo che potremmo chiamare Arrowpoint, dove Oliver vice felice insieme a Laurel, entrambi i genitori sono ancora in vita e le attività da vigilante sono in mano a Diggle. Un ritorno alle origini che ci ricorda quanto sia ancora importante, nonostante alcuni scivoloni narrativi negli ultimi due anni, la prima serie dell'Arrowverse, ancora capace di colpire, divertire e - questa una discreta sorpresa - anche commuovere. Un viaggio nel passato che guarda anche al futuro, un connubio simboleggiato alla perfezione dall'ultimo, straziante addio fra Oliver e Laurel, l'ultimo personaggio di cui ci saremmo aspettati di sentire la mancanza nelle prime fasi dello show. Anche solo per questo piccolo gioiello, che lascia presagire un avvenire promettente nel quale la serie sarà finalmente libera da alcune catene drammaturgiche come i flashback, è difficile disprezzare in toto l'operazione del crossover, un po' gratuita ma molto divertente, nonché capace di ricordarci perché continua a piacerci seguire le gesta di questi personaggi.
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Movieplayer.it
4.0/5