La A24, la casa di produzione nata come indipendente e fattasi sempre più largo al cinema con prodotti anche molto più mainstream, andando spesso a co-produrre ed aiutare le altre produzioni indipendenti, si sta facendo conoscere anche in tv. Dopo i fenomeni Euphoria e The Idol, le autoriali Irma Vep, _Il simpatizzante, Lo scontro, The Curse e le indie Ramy e Hazbin Hotel (altro fenomeno), è pronta a proporre una nuova serie molto particolare, Sunny, anche perché è difficile incasellarla in un genere. Proprio come è difficile etichettare la sua protagonista, interpretata da Rashida Jones di Parks and Recreation (anche produttrice e già vista sul servizio streaming in Silo e On The Rocks) oppure il robot che le viene assegnato dopo la morte del marito, costruito da lui stesso, per provare a farle superare il lutto. In realtà ben presto la sua dipartita, insieme a quella del figlioletto, si rivelerà un mistero su cui indagare per arrivare alla verità sull'azienda per cui l'uomo lavorava e sulla società semi-futuristica in cui vivono tutti i personaggi. Pronti a tuffarvi dal 10 luglio nel nuovo appuntamento settimanale di Apple TV+?
L'AI come amica in Sunny
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Sunny riflette molto bene sui termini in cui si è parlato dell'AI in questi mesi, da quando è apparsa soprattutto nell'ambiente creativo e allo stesso tempo industriale dell'audiovisivo. Anzi fin dai tempi di Black Mirror che segnò un prima e un dopo nella serialità: la tecnologia non è buona o cattiva, lo sono gli esseri umani che vanno ad utilizzarla per i propri scopi (o per scopi futuri, visto che di presente futuristico si parla). Siamo a Kyoto, condita da una fotografia e dei colori che esprimono proprio questo setting futuristico. Suzie vi si è trasferita per lavoro e lì ha conosciuto Masa Sakamoto (Hidetoshi Nishijima, già apprezzato in Drive My Car), che lei sapeva si occupasse di frigoriferi e invece scopre fosse un progettista robotico. Sunny (con la voce e le movenze di Joanna Sotomura) prova a starle accanto e a farle superare il lutto-non-lutto - mentre la suocera impicciona e giudicante, Noriko (Judy Ongg), non si dà per vinta e crede che figlio e nipote siano ancora vivi. Tra donna e robot nascerà una strana amicizia e si ritroveranno anche a collaborare per scoprire la causa della scomparsa della famiglia di Suzie, la cui verità cela forse altri pericolosi segreti aziendali.
L'AI come nemica
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È così che Suzie e Sunny vengono a conoscenza di varie persone legate all'azienda e non solo: la barista Mixxy (annie the clumsy), Hime (You) e il robottista Yuki Tanaka (Jun Kunimura), tutti personaggi coloriti e sopra le righe e che gravitavano intorno alla famiglia Sakamoto senza che necessariamente i suoi membri lo sapessero. Suzie è cinica e ha messo un muro verso gli altri ancor prima della scomparsa dei suoi cari, Sunny invece è ingenua e pura come un bambino appena nato - o almeno così sembra - ed è stata programmata da Masa a immagine e somiglianza della moglie e delle sue abitudini e caratteristiche, proprio per starle vicino. Dieci episodi da mezz'ora che, tra alti e bassi, mostrano le ripercussioni dell'intelligenza artificiale sulla società, in una serie talmente ibrida da risultare alquanto surreale e respingente a tratti. Proprio perché ha un'identità così volatile, infatti, rischia di lasciare gli spettatori perplessi su cosa stiano effettivamente guardando.
L'AI come rimedio alla solitudine
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Creata da Katie Robbins, diretta da Lucy Tcherniak e basata sul libro Dark Manual del pluripremiato scrittore irlandese di origine giapponese Colin O'Sullivan, Sunny parla di solitudine e di come la tecnologia possa diventare uno strumento per combatterla. Basti pensare a come internet e i social network abbiano cambiato i rapporti tra le persone parecchio distanti l'una dall'altra o che si sentivano tali. Allo stesso tempo bisogna riuscire sempre a distinguere i rapporti virtuali tra quelli reali, almeno finché i primi non diventano anche i secondi. Nel serial non ci sono solo tutte le sottotrame di un sottobosco che Suzie scopre e che nemmeno sapeva esistesse ma soprattutto la consapevolezza che per sentirsi un po' meno soli a volte bisogna semplicemente avere il coraggio di fare il primo passo. Inoltre lo show parla di come non bisogni demonizzare la tecnologia e l'intelligenza artificiale, anche se era una "lezione" già impartita (meglio) da Black Mirror.
Conclusioni
Come abbiamo spiegato nella recensione, Sunny è una thriller comedy con elementi fantascientifici che strizza l’occhio a Black Mirror provando a non demonizzare lo sviluppo ed il progresso tecnologico, compresa l’intelligenza artificiale, ma piuttosto gli esseri umani dietro le macchine. Nel farlo e nel raccontare questa storia di elaborazione del lutto – espressa anche attraverso i colori e gli ambienti - che è anche un mystery condito di dark humour propone un prodotto ibrido e unico, che potrebbe lasciare interdetto il pubblico e che allo stesso tempo lo porta con sé in un viaggio alla scoperta dell'animo e dell'intelletto umani.
Perché ci piace
- Rashida Jones e il cinismo di Suzie e il carattere quasi opposto di Sunny.
- I personaggi coloriti che popolano il suo “nuovo” mondo.
- I temi dell’elaborazione del lutto e della solitudine.
- I colori e la fotografia della Kyoto futuristica.
Cosa non va
- La serie può risultare davvero strana e surreale, forse un po’ troppo.
- Forse troppe tematiche e sottotrame sul fuoco.