Il tempo non sembra passare per Will Smith: la star americana sembra la stessa di Willy, Il Principe di Bel Air, serie televisiva datata 1990 che lo ha consacrato a divo mondiale: umile e sempre sorridente, Smith, durante i junket internazionali di Suicide Squad, nelle sale italiane dal 13 agosto, ha sempre scelto di farsi intervistare insieme ai suoi compagni, senza pretendere di avere un set tutto per sé, nonostante sia una delle stelle di maggiore grandezza tra tutti i membri del ricco cast. Solare, umile, in forma come sempre e dalla pelle perfetta nonostante si avvicini al mezzo secolo, Smith è una forza della natura, che sa farsi voler bene da pubblico e colleghi, anche quando interpreta un antieroe come Deadshot, uno dei pochissimi personaggi (parzialmente!) negativi della sua carriera.
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Lo abbiamo incontrato a Londra, durante i junket europei di Suicide Squad, insieme a Joel Kinnaman, che nel film è il soldato Rick Flag, e Jay Hernandez, il terribile El Diablo, mutante in grado di governare il fuoco. Prendendo spunto da una rivelazione di Smith fatta durante il talk show di Jimmy Fallon, ovvero di come con i suoi figli, Jaden e Willow, metta in atto il "Circle of Safety" (cerchio della sicurezza), durante il quale tutti possono parlare di qualsiasi cosa fino a che si trovano nel cerchio, abbiamo chiesto al tris di attori di rivelarci qualcosa di personale accaduto durante le riprese del film diretto da David Ayer.
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A quanto pare il lungo processo di prova è stato un vero e proprio "circle of safety": tutti gli attori si sono messi a nudo, rivelando segreti e traumi della propria infanzia, costruendo un legame profondo, sfociato in un'amicizia che dura ancora adesso. Come rivelato da Hernandez, tutto il cast si manda ancora messaggi attraverso una chat di WhatsApp chiamata "Suicide Squad Forever" e proprio l'interprete di El Diablo è rimasto stupito da Smith durante le prove: "Siamo onesti" ci ha detto, continuando: "Una cosa è se Jay Hernandez parla dei suoi problemi, tutta un'altra se a farlo è Will Smith: mi ha stupito. Si è raccontato in maniera completamente sincera". Mettersi a nudo non è stata però un'idea così positiva: prima di tutto perché Joel Kinnaman ha rievocato i suoi problemi con la legge sopraggiunti all'epoca del liceo: "È in prescrizione!" ci ha detto, con Smith che lo esortava a chiudere il becco: "Sì beh, ok, ma devono passare ancora due anni prima di poterne parlare apertamente: non vorrai metterti nei guai con la legge?!", in secondo luogo perché il regista David Ayer ha utilizzato le confessioni degli attori per sconvolgerli sul set e avere da loro reazioni più forti: "David ci ha tradito!" hanno detto in coro i tre attori.
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