Torna in prima serata la serie che ci mostra le relazioni sentimentali da un punto di vista diverso dal solito, quello dello studio dell'avvocato divorzista. Liberamente ispirata alla serie britannica The Split, Studio Battaglia, in onda dal 25 marzo 2022 su Rai 1, è una fiction prodotta da Palomar, Tempesta e Rai Fiction, che racconta su schermo le vite di una famiglia dove la maggior parte dei suoi membri sono avvocate di successo. Una madre e tre sorelle che sono prima di tutto quattro donne diversissime alle prese con la vita e con le relazioni, a partire da Anna Battaglia, che lascia il prestigioso Studio Battaglia della madre Marina, in cui lavora anche la sorella Nina, per un nuovo incarico allo Studio Zander, uno dei più quotati e rinomati di Milano, dove lavora anche un suo vecchio amico dell'università. Sarà qui che Anna farà vedere chi è, ovvero un'avvocata in grado di vincere anche i contenziosi più complicati non rinunciando mai al cuore e all'empatia verso i suoi clienti. Abbiamo ascoltato parlare del progetto il regista Simone Spada e le interpreti Barbora Bobulova, Lunetta Savino, Miriam Dalmazio e Marina Occhionero, protagoniste di una storia che intreccia il dramma e la commedia con il legal.
Una serie sulla famiglia
A prendere per primo la parola è stato Luigi Mariniello, capostruttura di Rai Fiction che ha presentato il progetto ai giornalisti: "Quando Palomar e Tempesta ci hanno proposto di lavorare a questa serie, il nostro entusiasmo è stato enorme. È un family drama vestito da procedurale e questo ci permette di raccontare cosa voglia dire essere una professionista affermata e una donna oggi. Abbiamo potuto raccontare il mondo degli avvocati, da noi poco esplorati nel mondo televisivo. La famiglia è rappresentata nella forma tradizionale, ma anche nelle sue altre forme, in tanti temi di cui si parla tutti i giorni. La ricchezza è anche nei personaggi, sono figure tridimensionali, sono avvocate ma anche alle prese con il loro personale, e nel racconto si pone la domanda: cosa succede quando ad andare in pezzi è la tua vita? C'è commedia, c'è drama, si ride e si piange e questo anche grazie ad un cast internazionale." Anche Nicola Serra, produttore di Palomar ha detto la sua: "Ci siamo divertiti. Abbiamo deciso subito di fare questo progetto. Oltre ad essere una serie molto moderna è larga e popolare, parla di relazioni personali e di famiglia. Ognuno si può ritrovare in uno dei ruoli che rappresentano una delle fasi della vita."
Studio Battaglia, la recensione: Questioni di famiglia
Simone Spada, regista della fiction, ha sottolineato come questa serie parli d'amore, anche grazie all'affiatamento del cast che è andato a crescere durante le riprese: "È una serie al femminile con un racconto molto ampio che si muove in maniera trasversale tra i generi. Appena l'ho letta ho pensato fosse una storia che parla di amore nell'accezione più classica del termine, facendolo in chiave moderna e contemporanea. In una delle ultime scene girate, in un'inquadratura ho avuto la sensazione che avessero veramente creato una famiglia e in quel momento ho pensato avessimo fatto bene."
Barbora Bobulova come Anna Battaglia
Barbora Bobulova, interprete di Anna Battaglia, parla così della sua esperienza, dalla preparazione del suo personaggio, alla scelta di proporre al pubblico qualcosa di unico e personale: "Quando ho letto la sceneggiatura ho pensato: che bello una storia al femminile. Mi sentivo una grande responsabilità e avendo visto The Split, la serie originale, ad un certo punto ho dovuto dire, no questa è un'altra cosa, ricominciamo da capo. È stato fatto tutto velocemente, tante scene al giorno e la preparazione è stata dura e in poco tempo. È stata una battaglia anche mia portare questo personaggio. Questa serie è stata un'impresa, ma è stato un buon lavoro e spero il pubblico apprezzerà." Alla domanda se sia più difficile il mestiere dell'attrice o quello dell'avvocata ha così risposto: "Credo che alla fine la mia conclusione sia che la vita di un'avvocata è più difficile di quella di un'attrice, deve essere sempre a disposizione e questo per me è inconcepibile, io alle 9:30 spengo il cellulare. Noi attrici abbiamo dei buchi in cui non lavoriamo, un'avvocata non se lo può permettere."
Le ispirazioni dietro i personaggi
Lunetta Savino, invece, interpreta Marina Battaglia, la madre delle tre protagoniste e figura di spicco della serie in cui interpreta una donna cinica ed estremamente capace, un'avvocata senza scrupoli che negli anni ha saputo imporsi nel settore: "In televisione ho avuto l'opportunità di fare personaggi unici che il cinema non mi ha proposto. Questo di Marina Battaglia è un personaggio nuovo e questa storia sulla carta per me era già vincente. Il mio è un personaggio piacevolmente scorretto e non vedevo l'ora di farlo. Tutto questo rivela un rapporto sentimentale con le sue figlie, è una donna che il suo affetto lo tiene mascherato. Ha una posizione molto diversa rispetto alle figlie e per me è stato interessante: la sua scorrettezza e cinismo, con le sue battute taglienti, mi hanno affascinato tantissimo. La storia poi si snoda e dà la possibilità di tirare fuori cose inaspettate. È una storia e un personaggio in cui molte donne possono riconoscersi." L'attrice ha anche dimostrato di amare e vedere spesso nella vita quotidiana le grandi serie procedurali: "Conosco poco della serie originale e per prepararmi ho parlato con una mia amica avvocata divorzista, per aggiungere qualcosa al puzzle del personaggio, per il resto, per altri dubbi, si parlava col regista e la sceneggiatrice. Ho visto The Good Wife e The Good Fight, poi ho visto Dameges con la fantastica Glenn Close, amo queste serie ed ero molto incuriosita nel vedere i vari approcci. Questi personaggi qualcosa hanno in comune con Marina Battaglia, anche se Marina ha un'ironia stupenda che Glenn Close non ha."
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Miriam Dalmazio interpreta Nina, sorella di mezzo della famiglia Battaglia e l'attrice ne ha parlato così: "È stato interessante approcciare al mio personaggio, perché lei rappresenta molti dei trentenni di oggi, che sono un po' persi, che non sanno chi sono e dove vogliono andare. Prima di chiedermi che avvocata fosse mi sono chiesta che donna fosse. Dovevo trovare delle cose che permettessero al pubblico di volerle bene anche se all'inizio in lei però vedevo solo cose brutte: ricerca di relazioni occasionali, una lingua pungente e tutto mi sembrava sinonimo di insicurezza e congelamento emotivo. Mi sono aggrappata a questo rapporto col padre perché mi sembrava fondamentale per il suo sviluppo, perché Nina è stata abbandonata dal padre."