Stregati dalla Lana
A conclusione di un'estate cinematografica non particolarmente ricca di titoli horror degni di nota, arriva nelle nostre sale Black Sheep, debutto alla regia di Jonathan King, ambientato nelle verdi distese della Nuova Zelanda, nelle quali fa ritorno il giovane Henry, figlio di un allevatore di pecore, che a causa di uno scherzo di cattivo gusto fattogli da suo fratello, alcuni anni prima, ha sviluppato una vera e propria fobia per questi questi animali. Il fratello di Henry, in collaborazione con un team di studiosi, sta tentando degli esperimenti genetici per creare una razza di pecore eccellente, che porterà il cognome della sua famiglia. Prevedibilmente, la situazione gli sfugge di mano - anche a causa di una coppia di animalisti un po' pasticcioni - e il suo esperimento scientifico ben presto si trasforma in un incubo.
Non è un film facilmente catalogabile, questo Black Sheep, che ha i suoi punti di forza nelle magnifiche ambientazioni e nell'idea di base che incuriosisce lo spettatore, ovvero quella di trasformare un animale-simbolo dell'innocenza e della bontà in una bestia feroce capace di assalire e infettare gli esseri umani con il suo morso, ma allo stesso tempo è privo dell'ironia graffiante di gioielli della horror-comedy come Shaun of the Dead, e della tensione narrativa sempre più crescente di capisaldi del genere come Gli uccelli o Un lupo mannaro americano a Londra.
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Ci si aspetterebbe di più da un'idea semplice e che almeno sulla carta suscita una certa curiosità e immediata simpatia, ma è anche vero che le idee valide devono essere sviluppate con arguzia, altrimenti tendono a spegnersi molto prima dei titoli di coda.
Movieplayer.it
2.0/5