I finali, lo abbiamo scritto, sono difficili. C'è però qualcosa di ancora più difficile dal punto di vista narrativo: i momenti di passaggio, i secondi capitoli delle trilogie, i passaggi interlocutori. Il volume 2 di Stranger Things 5 soffre di questa difficoltà: I primi 4 episodi dell'ultima stagione ci avevano convinti molto, perché preparavano il campo e iniziavano il cammino verso lo scontro finale nel modo giusto, mentre il tre episodi successivi pubblicati il 26 dicembre ci hanno lasciato qualche dubbio in più, perché proseguono e sviluppano, tirano le fila e spiegano, ma non possono arrivare a concludere. Per loro natura di blocco centrale, non hanno né un inizio né una fine e l'epicità ne risente almeno in parte.
Pur in linea, qualitativamente e narrativamente, con i precedenti, lasciano con una sensazione differente, con un maggior senso di incompiutezza che non ci aspettavamo. La stagione finale di Stranger Things 5 conferma, in ogni caso, l'alto valore produttivo, ma per impostazione rischia di lasciare i suoi spettatori, o almeno una parte di loro, con l'amaro in bocca. Un rischio calcolato, probabilmente, visto che la distanza di tempo dal finale vero e proprio era di una sola settimana invece del mese che separava il volume 1 dal volume 2, ma la sensazione leggendo le reazioni online è che almeno una parte del pubblico si aspettasse qualcosa di più o almeno di diverso. E forse anche noi.
Preparare la partita finale contro Vecna
Dal primo al secondo volume, cambiano in parte le esigenze: i primi quattro episodi riprendevano i singoli personaggi e il loro stato preparando il loro cammino verso il finale, i successivi tre episodi riuniscono buona parte delle strade separate che hanno percorso per portare il gruppo a essere unito verso l'episodio conclusivo che vedremo nella notte di Capodanno, quando sarà messo in catalogo alle 2 di notte, subito dopo i brindisi del caso. I tre episodi del volume 2, quindi, fa sì che i diversi personaggi non siano più divisi in sottogruppi, ma tornino a essere un insieme unico, unito, compatto e "senza paura" contro il nemico di sempre, contro Vecna e il suo piano di usare i bambini per distruggere il mondo fondendolo con quello malvagio e pericoloso che abbiamo imparato a conoscere come Sottosopra e che è riuscito a entrare con forza nell'immaginario collettivo.
Cos'è il Sottosopra di Stranger Things? Il momento delle risposte
Per Stranger Things è il momento delle spiegazioni, delle risposte a quasi tutte le sue domande e i suoi misteri, a cominciare dalla vera natura del Sottosopra, che è in realtà un wormhole, un ponte (come da titolo del settimo episodio) verso un altro mondo che Dustin denomina "L'Abisso", ovvero come in Dungeons & Dragons, "un regno di malvagità e puro caos", il luogo di provenienza dei Demogorgoni e tutte le altre mostruosità che abbiamo imparato a conoscere. I Duffer non si tirano indietro e concentrano tante risposte e informazioni in questo volume, riprendendo anche molte delle cose che già avevamo scoperto nel cammino della serie. Un modo per tirare le fila e fare il punto della situazione prima di andare verso il finale vero e proprio.
Un po' un "tutto quello che dovreste sapere prima del finale", sulla falsariga di tanti contenuti che noi sul web realizziamo per accompagnare i grandi titoli dell'intrattenimento contemporaneo a beneficio del pubblico... ma firmato dai suoi stessi autori. Giusto, anche doveroso, ma con la sensazione che il baricentro di questi nuovi episodi sia più spostato sulle informazioni che sulle emozioni, anche se i momenti carichi di emotività dei personaggi non mancano, se i confronti attesi arrivano. Anche su quel fronte gli autori chiudono i giochi e cercano di dar spazio a tutti, rendendo per quanto possibile giustizia alla coralità della serie.
La missione impossibile dei fratelli Duffer: cosa funziona e cosa no
Nel dividersi il tempo su schermo e lo spazio nell'evoluzione del racconto di Stranger Things 5, alcuni personaggi emergono più di altri e lasciano maggiormente il segno. Su tutti la Max di Sadie Sink, che si conferma una delle migliori scoperte della serie Netflix e dei Duffer. Così come il Derek di Jake Connelly, con in quest'ultima stagione minaccia, nei momenti in cui appare, di rubare la scena ai volti storici della serie. Bilanciare tutto è stata la missione impossibile dei Duffer verso il finale e come tutte le missioni impossibili aveva un gran rischio di fallimento. Ebbene questo insuccesso è stato evitato, ma qualcosa ha funzionato meno di altro in sette episodi che si prendono il loro tempo, probabilmente anche un po' più del reale necessario. Se il volume 1 chiudeva con una carica emotiva importante che riempiva il cuore e preparava il mese di attesa rispetto al secondo, manca in questi nuovi episodi quel climax, quella forza.
Per esempio tra i confronti tra i personaggi, ci è sembrato meno a fuoco quello tra Nancy e Jonathan, o forse semplicemente più forzato di altri per il momento in cui arriva, finendo per spezzare il ritmo del racconto, laddove funzionano invece quelli tra Robin con Will e poi con Vicky. Tra le delusioni c'è sicuramente il cammino finale della Undici di Millie Bobby Brown, che ha pagato lo scotto dello spazio reclamato da Will e la sua evoluzione emotiva e verso il ruolo di Stregone impostato nell'episodio conclusivo del volume 1, con tutto ciò che ne consegue. Ma siamo consapevoli che Undi avrà modo di rifarsi nel finale della serie, in cui il suo ruolo nello sconto con Vecna non potrà che essere chiave.
Cosa possiamo aspettarci dell'ultimo episodio?
E quindi cosa possiamo aspettarci dal finale in base a come sono state poste le pedine sulla scacchiera da parte dei fratelli Duffer? È evidente che tutto quello ciò che viene messo in campo e raccontato dai sette episodi dei due volumi di Stranger Things 5 serva a focalizzare l'attenzione su quella che è la mitologia base della serie in vista del finale, catalizzando l'attenzione su quello ciò che è veramente preponderante a dispetto di altre cose che nel corso delle quattro stagioni precedenti sono state raccontate. Un modo per sottolineare quel che conta di più rispetto ad altro, visto che è naturale che una storia in divenire come una serie tv abbia intrapreso nel corso del tempo strade che portano a vicoli ciechi narrativi.
I Duffer hanno colto l'occasione per abbandonare definitivamente quelle strade secondarie per costruire la superstrada verso il gran finale: bella, asfaltata e diretta pur nella sua lunghezza. Ora spazio allo scontro tanto agognato e a una chiusura definitiva che ci aspettiamo epica ed emozionante. Per l'ultimo episodio ci aspettiamo che siano i personaggi principali, il cast base che da questa serie è stato lanciato, a essere al centro dell'attenzione, come Endgame rimetteva al centro gli Avengers originali nel folto gruppo di altri eroi che nel corso del tempo avevamo conosciuto. Will, Mike, Dustin, Lucas e Undici sono gli Avengers di Stranger Things e non potranno che essere loro il cuore della conclusione della serie. Per chiudere il cerchio di una delle serie più importanti per l'immaginario popolare negli ultimi vent'anni. Lo meritano loro e lo meritiamo noi come spettatori.
Conclusioni
Se il volume 1 ci aveva convinti ed emozionati, il secondo ci lascia con una sensazione di incompiutezza in attesa del finale vero e proprio di Stranger Things. I fratelli Duffer dedicano molto tempo alle spiegazioni e le risposte, mentre portano i personaggi a riunirsi in vista dello scontro conclusivo con Vecna, ma manca quel climax epico che un mese fa ci aveva lasciati in attesa degli episodi conclusivi. Molto probabilmente è stato un rischio calcolato, vista la poca distanza di tempo rispetto al finale di serie di Capodanno, ma qualcosa è mancato sul fronte emotivo al netto delle ottime prove di alcuni membri del cast, su tutti Sadie Sink, e alcuni momenti particolarmente riusciti per quanto riguarda lo sviluppo dei personaggi.
Perché ci piace
- Sadie Sink e Jake Connelly, che col suo Derek ruba la scena ai protagonisti.
- La selezioni di canzoni, come sempre efficace.
- Alcuni momenti particolarmente riusciti ed emozionanti, tra Max e Will.
- Le spiegazioni di molti dei misteri della serie...
Cosa non va
- ... che però spostano un po' troppo il baricentro verso la parte informativa e di mitologia.
- Manca la componente epica con cui ci aveva lasciati il volume 1.