L'affermazione di Stefano De Martino nel format di punta di Rai 1 (escluso Sanremo, of course) è molto più rilevante di come potrebbe apparire. Oltre i dati Auditel, che continuano a premiare Affari Tuoi (nonostante l'avvio su Nove di Chissà chi è del "rivale" Amadeus), oltre la presenza scenica (chi più di un ballerino sa quanto è importante occupare il palco nella giusta misura?), l'avvento di De Martino ha rilevanza quasi sociale. Un'esagerazione? Non proprio.
L'ex ballerino di Amici è tra i pochissimi trentenni (trentacinque, per l'esattezza) ad essere conduttore assoluto di un programma televisivo che, ogni sera, racimola milioni di telespettatori. Di più, se consideriamo il suo percorso, la sua carriera, appare chiaro che la gavetta (unita alle giuste occasioni) sia fondamentale per acquisire una maturazione e una preparazione tale da poter essere viatico per qualsiasi sfida. Anche verso quelle sfide che appaiono impossibili: continuare ma intanto innovare (e diciamolo pure: spolverare) una garanzia come i pacchi di Affari tuoi.
La camicia bianca di Stefano De Martino
L'innovazione di cui sopra, tra l'altro, parte da un dettaglio, semplice ma determinante: Stefano De Martino, ogni sera, sette su sette, entra nelle case degli italiani in camicia bianca, con le maniche arrotolate fino al gomito. Un look preciso che abbatte il muro, avvicina, pone sullo stesso piano tanto il conduttore quanto i concorrenti e, soprattutto, lo fa assomigliare al pubblico a casa. Quasi a dire, "sono uno di voi", prendendo parte ad un rito quotidiano direttamente dal tavolo del salone, sedendosi a cena con quel pubblico trasversale e appassionato che contraddistingue Affari tuoi.
Una rottura rispetto alle giacche sbrilluccichine di Amadeus, alla compostezza, alla simpatia di "Ama", a volte, standardizzata e monotona nei modi e nei toni. In televisione tutto è finto, ma l'approccio di De Martino sembra, invece, di quelli veraci e diretti (e si nota la sua verve splendidamente campana). Va dritto al sodo, empatizza con i concorrenti, si immedesima nelle scelte che poi porteranno o non porteranno ad una lauta vincita. Se fino al giugno del 2024 Affari Tuoi, almeno per chi scrive, era esempio di avidità ed ingordigia (puntare ad una vincita maggiore, rinunciando ad un ottimo gruzzolo, era infatti il leitmotiv generale, generando una certo fastidio), la nuova edizione appare più umana, meno ragionata, più libera e istintiva. E infatti le vincite sembrano aumentate, senza però sfidare troppo la sorte: ogni tanto, accontentarsi, è giusto nonché consigliato. Da qui, piccolo inciso: polemica sterile che vedrebbe questa edizione maggiormente fortunata rispetto alle altre. Ma se è appunto questione di fortuna (per non dire altro), essendo un gioco con premi a soldi deciso dalla sorte (e non dalla bravura), di cosa ci si stupisce?
Esperienza, gavetta e prospetto generazionale
Tuttavia, il fattore Stefano De Martino, planato nell'access prime time della Rete di Stato, non si ferma solo all'estetica, o al modo in cui tiene i cinquanta minuti dello show registrato al Teatro delle Vittorie di Roma. È cambiato il clima, è cambiata l'alchimia: non c'è più l'impostazione assertiva delle scorse edizioni, ma qualcosa di più caldo e giocoso. Qualcosa di più diretto. Diremmo, qualcosa di più smart. Un approccio, quello di De Martino, frutto innanzitutto della generazione di cui fa parte. Una generazione a metà, di quelli nati alla fine degli Anni Ottanta, schiacciati dal peso delle generazioni precedenti, che continuano a sbracciare, a riempirsi di sé (nota a margine inerente: il Suzuki Music Party sembra infatti un'auto-celebrazione di Amadeus), a non lasciare spazio. E schiacciata dal peso della Generazione Z, a proprio agio con un mondo divenuto fin troppo veloce (guarda caso, per parlare con il Dottore, De Martino utilizza un telefono analogico e non uno smartphone).
Per questo, il percorso di Stefano De Martino, che sa bene cosa voglia dire fare esperienza e fare gavetta (da ragazzo ha fatto pure il fruttivendolo, scaricando le casse all'alba, imparando l'arte del sorriso insieme a quelle persone oggi ritrovate dall'altra parte dello schermo), è la sperata legittimazione della bravura, adattabile a qualunque situazione (che l'avrebbe mai detto che nel futuro di De Martino ci fosse la conduzione di un game show?), e soprattutto dosata in base alla circostanza: leggera, vivace, mai pesante, puntando al divertimento e al sorriso. Un talento coltivato, e non di certo trovato in un pacco fortunato. Insomma, per i trentenni c'è ancora speranza. E la camicia bianca di Stefano De Martino ce lo ricorda tutte le sere.