Immaginare un film di Star Wars senza le musiche di John Williams è praticamente impossibile: dal tema della Forza alla Marcia imperiale, il compositore ha regalato al mondo del cinema alcuni dei brani più iconici di sempre.
La notizia che l'artista si sarebbe occupato anche del settimo episodio, Il risveglio della forza, non poteva quindi che rendere felici gli appassionati e suscitare curiosità nell'attesa di scoprire cosa sarebbe rimasto della musica delle due trilogie precedenti che, anche nel caso dei lungometraggi meno riusciti, non aveva mai deluso le aspettative.
I 23 brani che compongono la tracklist di Star Wars: Il Risveglio della Forza rispecchiano il lavoro compiuto da J.J. Abrams in modo fedele e, pur essendo evidente la connessione con il passato, Williams introduce degli elementi nuovi e originali, ricchi di sfumature e coinvolgenti. Non si tratta del migliore lavoro della carriera del compositore, questo è indubbio, tuttavia l'ascolto è estremamente piacevole e almeno uno dei temi si potrebbe inserire tra le più interessanti partiture ideate da Williams negli ultimi anni.
Ritorno al passato
Il compito di dare il via alla narrazione è ovviamente affidato al Main Title che, fin dal 1977, è ormai l'intro musicale immancabile in ogni episodio della saga. Impensabile una sua assenza dagli schermi e dalle tracklist: quel minuto è necessario a condurci ancora una volta in una galassia molto lontana, seppur in questo caso con alcune modifiche quasi impercettibili probabilmente dovuti a un cambiamento di chiave o all'aver affidato a Gustavo Dudamel il compito di condurre l'orchestra.
L'atmosfera assume subito sfumature cupe grazie alla seconda parte del primo brano della tracklist: Attack on the Jakku Village, in cui si dà spazio all'azione con un buon susseguirsi di cambio di ritmo, la giusta costruzione della tensione e l'introduzione della musica che accompagnerà l'entrata in scena di Kylo Ren, tema purtroppo per ora soltanto accennato e probabilmente sviluppato - e ce ne sarà l'occasione - in occasione dei prossimi lungometraggi.
The Scavenger inizia a proporre qualcosa di realmente diverso nel mondo della saga, anche se si potrebbe riconoscere la firma del suo autore risultando al primo ascolto quasi una fusione tra il mondo magico di Harry Potter e l'essenzialità dell'approccio musicale a Prova a prendermi. Il personaggio di Rey, in attesa del tema che appare più avanti nella tracklist, viene presentato con un'ottima partitura che riesce a suggerire malinconia e azione in egual misura, lasciando spazio nella parte finale a una leggerezza che si scontra con il successivo I Can Fly Anything, concitato e ben scandito dall'esecuzione dell'orchestra, perfettamente in linea con il susseguirsi di eventi.
Rey Meets BB-8 è un piacevole intermezzo divertente e molto semplice, con una parte finale più cupa che si evolve in Follow Me, brano caratterizzato da un inizio semplice che costruisce con bravura il concitato ritmo della seconda parte, dove è presente anche un passaggio del tema utilizzato per la Ribellione.
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Un tema ricco di sfumature per Rey
Il punto di forza della colonna sonora di Star Wars: Il Risveglio della Forza è, però, senza alcun dubbio Rey's Theme. Il brano composto per il personaggio interpretato da Daisy Ridley è il più emozionante e complesso ideato da Williams per il film ed è persino in grado di incorporare alcuni riferimenti in note alla Forza, risultando originale con il suo uso dei legni in crescendo e l'introduzione degli archi nei momenti in cui è necessario cambiare ritmo.
The Falcon è uno dei pezzi all'insegna dell'azione e sembra quasi seguire tutti i movimenti dei personaggi, creando inoltre alcune suggestioni musicali che riportano all'azione dei precedenti film della saga, ricordando in alcune note anche l'epico Duel of the fates.
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La tracklist prosegue con That Girl with the Staff che potrebbe quasi essere divisa in tre parti: un'introduzione lenta e quasi malinconica, una parte centrale ritmata e ricca d'azione, e un epilogo a sfumature dark grazie ai toni bassi. Il brano successivo, The Rathars, non spicca nell'insieme per originalità e appare quasi ripetitivo nei suoi passaggi cadenzati e nell'utilizzo di passaggi già proposti in precedenza.
Finn's Confession riporta quindi l'atmosfera su un terreno più emozionante e malinconico grazie alla presenza massiccia degli archi che sostengono la costruzione musicale con bravura; Maz's Counsel renderà felici i fan della trilogia originale grazie a una partitura che conduce con delicatezza all'ormai famoso tema della Forza; The Starkiller è uno dei brani più malinconici e essenziali della colonna sonora, mentre Kylo Ren Arrives at the Battle e The Abduction enfatizzano con la consueta bravura di Williams l'azione e le emozioni dei personaggi coinvolti, a cui viene dato il giusto spazio in modo equilibrato e attento.
Il ritorno dei temi iconici
Il grande ritorno dei temi classici avviene con Han e Leia che, come prevedibili, riprende con un arrangiamento nuovo i temi musicali associati ormai da decenni ai personaggi interpretati da Harrison Ford e Carrie Fisher, ai Ribelli e alla Forza, aggiungendovi dei passaggi più malinconici e cupi.
Ben più decisa e ritmata, March of the Resistance sembra essere uno di quei brani destinati a tornare nei prossimi capitoli della nuova trilogia per la sua immediata riconoscibilità e per la partitura che si presta sicuramente ad arrangiamenti inediti e all'inserimento in passaggi orchestrali più ampi.
Il brano sicuramente più dark tra quelli composti da Williams è Snoke, ideato per il misterioso personaggio di cui si devono scoprire ancora molti dettagli: l'uso delle voci maschili è l'elemento più importante all'interno di un contesto breve e orchestralmente essenziale, e l'atmosfera creata dalla traccia è sicuramente d'effetto, anche se non raggiunge il fascino dei temi ideati per Darh Vader o l'Imperatore.
La tracklist propone poi On the Inside: un brano di passaggio che conduce alla struggente Torn Apart, una delle tracce più interessanti della colonna sonora grazie a un uso importante ma equilibrato degli archi che danno ritmo a un intersecarsi di strumenti che rappresentano con efficacia lo scontro tra bene e male, in un crescendo che poi introduce una parte finale più concitata che riporta in primo piano il tema della Forza fino alla successiva The Ways of the Force, di grande impatto nel suo suo arrangiamento che unisce passaggi musicali conosciuti a intermezzi originali, proprio come accade nel trascinante Scherzo for X-Wings.
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Un finale emozionante tra presente e passato
Gli ultimi due brani della colonna sonora proseguono nella commistione tra le musiche originali e quelle classiche della saga, creando dei punti di contatto tra il tema di Rey e la trilogia classica e dando vita a un'atmosfera suggestiva. Farewell and the Trip accompagna molto bene l'ascoltatore a The Jedi Steps and Finale in cui John Williams è riuscito ottimamente e tradurre in musica il senso di aspettativa necessario alla sequenza finale del film. L'ultima traccia, inoltre, dal secondo minuto ritorna sul percorso tanto amato dai fan con un arrangiamento leggermente modificato rispetto a quello dei lungometraggi del passato.
La chiusura della colonna sonora è dedicata a un riepilogo in note dei brani precedenti e la sintesi è obiettivamente efficace e interessante dal punto di vista orchestrale, eliminando i punti deboli e ripetitivi e lasciando spazio solo al meglio delle composizione ideate per Il Risveglio della Forza.
Conclusione
Come accaduto con il film, la colonna sonora di Star Wars: Il Risveglio della Forza riprende in modo consapevole molti degli elementi della trilogia originale di George Lucas, per creare continuità e ovviamente soddisfare i fan, inserendoli in un nuovo contesto. Entrambi gli obiettivi vengono raggiunti da John Williams senza troppo sforzo, anche se il compositore regala forse un unico vero tema originale all'altezza del confronto con quanto offerto in passato: quello di Rey. L'epicità di Duel of the Fates è lontana, il romanticismo mantenuto ai livelli minimi, l'azione ben gestita ma senza troppi guizzi di genio, tuttavia il risultato finale è piacevole e soddisfacente, emozionante nei momenti giusti e in grado di svelare dettagli nuovi a ogni ascolto, nonostante la scelta di non utilizzare la storica London Symphony Orchestra, l'assenza di Williams alla direzione in alcuni brani e le registrazioni effettuate in uno studio diverso dalla qualità sonora leggermente inferiore.
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