L'equipaggio della USS Enterprise guidata dal Capitano Pike (Anson Mount) continua a esplorare strani nuovi mondi nella terza stagione di Star Trek: Strange New Worlds, su Paramount+ con 10 nuovi episodi. Spin-off di Star Trek: Discovery, racconta appunto la storia della crew prima dell'arrivo del Capitano Kirk. E sì, a bordo c'è anche lui, il personaggio più iconico della saga: Spock (interpretato da Ethan Peck).

Proprio lui lo vediamo in preda a pene d'amore in queste nuove puntate: l'intesa con l'infermiera Christine Chapel è infatti molto forte, ma ci sono diversi ostacoli a questo sentimento. Nella cabina di comando c'è poi Scotty, "l'ingegnere dei miracoli". A interpretare questa nuova versione dei personaggi della serie classica sono Jess Bush e Martin Quinn.
Nella nostra intervista gli attori ci parlano dell'incredibile rapporto tra la serie e i fan, di come la saga sia sempre stata veicolo di speranza e confronto e, soprattutto, cosa provano quando sentono le ormai leggendarie parole che accompagnano i titoli di testa: "Spazio, ultima frontiera".
Star Trek: Strange New Worlds 3: Jess Bush e Martin Quinn
L'universo di Star Trek nel 2026 compirà 60 anni. Eppure la frase dei titoli di testa, "spazio, ultima frontiera", non smette di far sognare e immaginare nuovi mondi inesplorati. Cosa provano i protagonisti quando sentono quelle parole?
Martin Quinn: "È buffo: ho iniziato a immergermi in questo universo semplicemente ascoltando la colonna sonora su Spotify, ma lì non ci sono le parole! Adesso è così strano immaginare la sigla senza testo. Per me è molto emozionante. I titoli di testa ti danno la giusta atmosfera, ti fanno immergere nella storia che stai per vedere. E adesso, quando vedo quelli della serie, penso: oh, mio Dio, è fantastico, ci sono anche io!".
D'accordo Jess Bush: "Per me è lo stesso. Da una parte dico anche io: che bello, ne faccio parte! E ora, arrivati alla terza stagione, è come ritrovarsi tra amici. Come una canzone che suoniamo insieme. Ogni volta che le sento provo una scarica di aspettativa ed emozione".
Il rapporto tra Spock e Chapel

In questi nuovi episodi di sperimenta molto. C'è un matrimonio e una puntata "murder mystery", in cui bisogna risolvere un giallo. E c'è l'impensabile: Spock viene frienzonato! Perfino lui non sfugge a questo destino. A farlo è proprio l'infermiera Chapel. L'attrice commenta così le azioni del suo personaggio: "È sicuramente scandaloso. E anche un po' piccante. Ricordo che quando ho letto la sceneggiatura ho pensato: cavolo! Ma lo capisco. Capisco questa scelta del mio personaggio. Però non posso dire molto al riguardo, perché potrebbe spoilerare qualcosa della terza stagione. Quindi mi limiterò a dire: è scandaloso".
Star Trek e la speranza
Il Capitano Pike ripete più volte al proprio equipaggio di "concentrarsi sulla speranza". È un bel consiglio. Ma non è sempre facile da seguire. Specialmente in tempi come quelli che stiamo vivendo. Come si fa a riuscirci?
Per Martin Quinn: "È complesso, vero? Sono tempi difficili. Però c'è sempre speranza. Devi solo cercarla. Devi rimanere ottimista. Anche se probabilmente io sono troppo cinico: sono la persona peggiore a cui chiedere della speranza! Ma ci sono molti motivi per essere ottimisti, anche se le notizie non te lo dicono. Serie come Star Trek, per esempio, sono davvero basate sulla speranza. E speriamo che l'arte possa aiutarci a superare i momenti difficili".

D'accordo Jess Bush: "Penso che un buon modo per rimanere in contatto con la speranza sia rimanere in contatto con la propria comunità e concentrarsi sul lato positivo delle persone, perché c'è sempre del buono nelle persone se ti impegni abbastanza da trovarlo. E penso che riconoscere la bontà reciproca sia un ottimo modo per rimanere consapevoli che essere ottimisti è possibile".
Il rapporto di Star Trek con i fan

Nell'episodio speciale giallo, in cui si mette in scena una serie tv che sembra una parodia della vera Star Trek, si dice che un programma come quello è in grado di aiutare le persone, perché può spingerle a farsi delle domande. Ecco: è questo il segreto del successo della saga?
Per Quinn: "Ogni volta che si va alle convention, mi sembra che si riesca a cogliere il vero sapore della saga. Non sono stato a molte, ma lì si capisce davvero quanto questa serie sia in grado di dare alle persone. I fan sembrano davvero identificarsi molto con i personaggi. Dà loro speranza. Ed è così bello far parte di qualcosa del genere. Ha un effetto positivo su così tante persone. E magari può davvero mostrare una via: Star Trek ci fa immaginare un futuro più positivo se restiamo tutti uniti, mettendo da parte le differenze. Sarebbe bello se questo potesse davvero riflettersi nella vita reale".

Per Bush: "Star Trek affronta questioni morali più ampie. La serie pone domande filosofiche, di natura morale. Si interroga su cosa significhi far parte di qualcosa, sulla natura umana. E allo stesso tempo si occupa anche di relazioni interpersonali molto strette. Quindi pone domande anche su come ci relazioniamo gli uni agli altri, quale sia il significato dell'amicizia, della comunità, della fede. E penso che in questo modo sia uno strumento davvero potente per aiutare le persone. La serie offre una catarsi, perché permette di comprendere alcuni sentimenti che possono essere complessi nella vita reale. Quindi penso che sia un veicolo per elaborare alcune cose davvero difficili, domande complesse che le persone potrebbero porsi sulla vita e sulle loro relazioni. Per questo il pubblico si identifica così tanto. È vero, siamo nello spazio, abbiamo a che fare con razze aliene, viaggi folli, ma è tutto molto umano".