Star Trek: Picard 1x07, recensione: il ritorno del Numero Uno

La recensione del settimo episodio di Star Trek: Picard, con l'atteso ritorno di William Riker e Deanna Troi.

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Star Trek: Picard - Jonathan Frakes e Patrick Stewart nel settimo episodi

Con la recensione di Star Trek: Picard 1x07 arriviamo a un momento molto atteso, ma anche temuto: il ritorno in scena di William Riker e Deanna Troi. Perché se da un lato, sulla carta, sarebbe stato molto interessante rivedere due membri storici dell'equipaggio dell'Enterprise (Data, apparso solo come sogno/allucinazione nel primo episodio, è un caso particolare), dall'altro, avendo visto i sei episodi messi a disposizione finora, vi era un legittimo timore per quanto riguarda la gestione del fattore nostalgia da parte della serie, solitamente basata sul presupposto che tutti gli spettatori siano fan della prima ora, senza bisogno di troppe spiegazioni per la presenza di personaggi come Sette di Nove, Hugh e Bruce Maddox. Timore che il settimo episodio riesce ad appianare quasi del tutto: alcune sbavature rimangono, ma nel complesso questo è, finora, il miglior capitolo della prima stagione, e il merito è interamente di Riker e Troi.

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Vecchi amici

Patrick Stewart, Brent Spiner, Jonathan Frakes e il resto del cast di Star Trek: The Next Generation in una foto promozionale
Patrick Stewart, Brent Spiner, Jonathan Frakes e il resto del cast di Star Trek: The Next Generation in una foto promozionale

Parlare di questo episodio di Star Trek: Picard significa parlare dell'importanza di Marina Sirtis e soprattutto di Jonathan Frakes (già coinvolto nella stagione come regista): quest'ultimo, infatti, è stato un volto prezioso del franchise per quasi due decenni, apparendo in tutti gli spin-off televisivi tra il 1987 e il 2005 (sempre nei panni di Riker o, nel caso di Star Trek - Deep Space Nine, del suo clone malvagio) e nei quattro film dedicati all'equipaggio di Picard, firmando la regia di Star Trek: Primo Contatto e Star Trek: L'insurrezione. Negli ultimi anni è tornato all'ovile dietro la macchina da presa (e ha messo alla berlina il suo ruolo di culto in un memorabile episodio di Castle - Detective tra le righe), ma questa è la prima volta in quindici anni che lo vediamo sullo schermo nei panni di William Riker, un ritorno che sa anche un po' di redenzione: Frakes è stato infatti protagonista di uno dei momenti più bassi di tutto il franchise, il finale di Star Trek: Enterprise, un'operazione maldestra che, nel tentativo di omaggiare tutte le serie dell'universo di Gene Roddenberry, ha trasformato l'ultima avventura del capitano Archer in una simulazione olografica all'interno di un episodio di Star Trek: The Next Generation.

Star Trek: Il meglio e il peggio del franchise

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Star Trek: Picard - Patrick Stewart in una scena

Ed è decisamente una bella redenzione, la sua, in un episodio che sfrutta perfettamente la sua alchimia con Patrick Stewart e fa quello che nessun altro dei momenti nostalgici della stagione aveva potuto fare finora: rendere veramente l'idea di un legame profondo tra due personaggi che non si vedevano da tempo (l'abbraccio tra i due vecchi amici è da lacrime agli occhi). Con Data non era del tutto possibile a causa della natura del suo cameo nel primo episodio, mentre nei casi di Hugh e Sette di Nove la cosa era resa difficile dalla scarsa presenza del primo nella serie madre e dall'assoluta mancanza di interazioni sullo schermo fra la seconda e Picard fino a qualche puntata fa. Non è invece così tra Jean-Luc e l'uomo che chiamava affettuosamente Number One, e le loro scene insieme rendono l'idea di un vissuto comune il cui impatto emotivo si fa sentire sia per i fan di allora che per i neofiti. A questo contribuisce anche Marina Sirtis, avvantaggiata perché il suo personaggio è dotato di poteri empatici, ed è particolarmente bello, per non dire toccante, vedere che Deanna e Will, convolati a nozze nel 2002, siano ancora tutto sommato felici e contenti, un'ondata di positività in mezzo alla patina dark che ha caratterizzato finora il ritorno di Picard.

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E alla fine se ne va Hugh...

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Star Trek: Picard, un'immagine del terzo episodio

L'unico difetto delle sequenze con Riker e Troi è il fatto che sottolineino la debolezza dei personaggi nuovi a livello di caratterizzazione, un aspetto che l'episodio ci ricorda con una certa brutalità quando arriva l'obbligatorio segmento ambientato a bordo dell'Artefatto, ritornando con prepotenza alla trama orizzontale. Lì scopriamo che Elnor è ancora vivo, anche se separarlo da Picard, dato il legame tra i due e il potenziale drammatico dello stesso, sembra una scelta poco saggia sul piano strategico per ciò che rimane della stagione (certo, molto probabilmente tornerà a bordo dell'astronave, ma rimane da vedere come ci arriverà). Ed è ancora meno ponderata la scelta di uccidere Hugh, la cui dipartita vuole essere un momento tragico ma sa tanto di espediente gratuito, dato che al netto del carisma di Jonathan Del Arco le sue apparizioni nella nuova serie non sono state gestite in maniera ottimale. E con altri tre episodi per concludere la stagione, è lecito chiedersi se questo inizio faticoso fosse solo un incidente di percorso, in vista di altri orizzonti nella seconda stagione già confermata (e la terza che gli autori hanno in mente).

Conclusioni

Chiudendo questa recensione di Star Trek: Picard 1x07 aspettiamo il finale della prima stagione con un misto di interesse e scetticismo, poiché se da un lato questo episodio mette in scena il meglio del ritorno sullo schermo di Jean-Luc Picard e dei suoi amici, dall'altro sottolinea la debolezza drammaturgica della trama orizzontale. Da antologia le interazioni fra Patrick Stewart e Jonathan Frakes.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.9/5

Perché ci piace

  • Jonathan Frakes e Marina Sirtis tornano nel mondo di Star Trek con tutto il carisma intatto.
  • Frakes e Stewart si riconfermano un grande duo.
  • La parentesi più rilassata e ottimista è fondamentale dopo sei episodi piuttosto dark.

Cosa non va

  • Le sequenze legate alla storyline principale arrancano sul piano della scrittura.