Star Trek: le novità animate del franchise al Festival di Annecy

Il Festival di Annecy ha ospitato un panel di Paramount+, dove si è parlato anche delle novità in campo animato per il franchise di Star Trek.

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Star Trek: Lower Decks - Una scena tratta dalla serie

Il Festival di Annecy, kermesse francese che celebra il cinema d'animazione in tutte le sue forme, ha tra le sue sezioni il cosiddetto Studio Focus, dove una casa di produzione in particolare presenta i progetti che ha in cantiere. Un'iniziativa che coinvolge da anni realtà come la Warner Bros. Animation e la Sony Pictures Animation, per esempio (mentre gli autentici giganti come la Disney e la DreamWorks hanno diritto a eventi più grandi nella sala principale del festival). Quest'anno ha partecipato anche Paramount+, la ribattezzata piattaforma streaming di ViacomCBS (precedentemente nota come CBS All Access), che ha debuttato qualche mese fa negli USA nella sua nuova forma, destinata ad accogliere tutte le produzioni cinematografiche e televisive dell'azienda ed è disponibile anche in una manciata di paesi europei (principalmente quelli nordici, dove il servizio esisteva già in modalità ridotta). Inevitabile, nel corso del panel dedicato, che si parlasse anche di Star Trek, che dallo scorso anno ha iniziato a espandere il proprio franchise tirando in ballo anche l'animazione.

I piani inferiori

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Star Trek: Lower Decks - Un'immagine della serie disponibile su Amazon Prime Video

Dall'estate del 2020 esiste su CBS All Access, ora Paramount+ (a livello internazionale su Amazon Prime Video), Star Trek: Lower Decks, prima incarnazione animata ufficiale del franchise e parte integrante del recente progetto di espansione del versante televisivo del brand, tramite il produttore esecutivo Alex Kurtzman e la sua casa di produzione Secret Hideout. A parlarne è il creatore e showrunner Mike McMahan, la cui passione per l'universo creato da Gene Roddenberry risale agli anni Ottanta: "Sono cresciuto con Star Trek: The Next Generation, lo guardavo con i miei genitori. E il mio episodio preferito è quello dedicato ai piani inferiori dell'astronave, che non vediamo quasi mai." Per la serie animata, a cui McMahan è arrivato dopo aver già lavorato a Rick and Morty (è anche co-creatore di Solar Opposites, disponibile su Disney+ in Europa), la regola è molto semplice, a livello narrativo ed estetico: "Deve rispettare il canone di Star Trek, cosa che noi facciamo anche a livello di angolazioni, musica ed effetti sonori. Il principio inviolabile è che non possiamo compromettere l'integrità del franchise in nome della comicità." Non sorprende quindi che Paramount+ abbia già ordinato la terza stagione, prima ancora che il pubblico abbia avuto modo di vedere la seconda (che debutterà ad agosto). Seconda annata che, tra l'altro, è stata realizzata interamente a distanza: "100% modalità pandemica, dalla scrittura alla post-produzione." Uno dei vantaggi dell'animazione, medium che ha generalmente incontrato meno difficoltà rispetto al live-action durante la crisi sanitaria.

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Il ritorno di Janeway

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Star Trek: Prodigy, i protagonisti della serie animata

In arrivo, ma per ora senza una vera data d'uscita fissata, anche Star Trek: Prodigy, che avrà una distribuzione ibrida su Paramount+ e sul canale Nickelodeon, in quanto prima produzione del franchise ad avere un target esplicitamente più giovane. Protagonisti sono degli adolescenti alieni che devono imparare a gestire un'astronave abbandonata nel Quadrante Delta, con un ologramma di Kathryn Janeway, il capitano di Star Trek Voyager, a fungere da guida. A occuparsene sono i fratelli Dan e Kevin Hageman, già soggettisti di The Lego Movie, e il progetto è nato proprio da una volontà di rivolgersi ai più piccoli: "Siamo stati contattati da Secret Hideout dopo che Mike aveva già iniziato a lavorare alla sua serie, e ci hanno chiesto se fosse possibile insegnare i princìpi di Roddenberry a un pubblico giovane. Da lì l'idea di avere dei protagonisti adolescenti e un personaggio esistente che faccia da mentore."

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Non aspettatevi però gag a manetta come nell'altro show: "Noi siamo arrivati al franchise tramite i film, amiamo Star Trek II: L'ira di Khan. Non siamo delle enciclopedie viventi come Mike." McMahan, dal canto suo, commenta quanto il suo show sia accessibile ai neofiti: "Quando inseriamo qualcosa che ha a che fare con la mitologia di quell'universo facciamo sì che funzioni su due livelli: per i fan è un dettaglio che ricordano bene, magari rielaborato in chiave comica, e per i profani può essere uno stimolo per invitarli a recuperare ciò che è venuto prima." E a proposito di passato, alla domanda "Quale personaggio del franchise vorresti essere?" (i fratelli Hageman rispondono Miles O'Brian e James T. Kirk), per una volta si discosta dalla serie con cui è cresciuto: "Solitamente direi Data o Geordi La Forge, ma dopo un anno chiuso in casa con i miei figli direi Spock, perché potrei addormentarli con un pizzicotto."