Star Trek: Discovery 2, episodio 7, la recensione: e alla fine arriva Spock…

La recensione di Star Trek: Discovery 2x07 con il debutto ufficiale di Ethan Peck nei panni di un personaggio molto amato.

Stark Trek Discovery The Sounds Of Thunder 6
Stark Trek Discovery: Hannah Cheesman nell'episodio The Sounds of Thunder

Eccoci ad un nuovo appuntamento con la recensione di Star Trek: Discovery 2x07, arrivati esattamente a metà della seconda stagione: questo è il settimo episodio su quattordici, un traguardo davanti al quale ci sentiamo in dovere di fare un bilancio provvisorio. Un bilancio tutto sommato positivo, seppure con qualche riserva: ogni settimana, infatti, lo show continua ad offrire nuovi spunti per mandare avanti le trame orizzontali e approfondire la mitologia del franchise in modo interessante, per poi diluirle in parte con sbocchi narrativi o caratterizzazioni che non conducono da nessuna parte. Questo Star Trek: Discovery 2x07 che in altre circostanze sarebbe quasi sicuramente stato il finale midseason, conferma questa tendenza, soprattutto per quanto riguarda un'altra, fastidiosa abitudine della serie: il famigerato fan service.

Il fratello ritrovato

Avevamo lasciato l'equipaggio della Discovery alle prese con le possibili conseguenze (che non vengono menzionate) delle azioni di Saru sul suo pianeta natale, e con Michael Burnham che, ispirata dall'amico alieno, ha deciso di tornare su Vulcano per cercare di rammendare il suo rapporto con il fratellastro Spock. In quel momento ci eravamo interrogati su un possibile buco di logica (perché partire dal presupposto che Spock, ricercato dalla Flotta Stellare per omicidio, sia in un posto dove tutti lo cercherebbero?), buco che Light and Shadows sistema praticamente subito con una spiegazione accettabile: sì, il celeberrimo comprimario con le orecchie a punta si trova su Vulcano, dove la madre lo tiene nascosto per evitare che sia consegnato alle autorità da Sarek (il quale, aderendo ai precetti della logica, farebbe arrestare il figlio senza alcun rimorso poiché i bisogni della maggioranza hanno la meglio). È celato in una grotta dove i segnali telepatici non possono entrare, e dove lui è libero di sfogare un'apparente perdita di senno: non fa che ripetere i principi della logica e una serie di cifre.

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Star Trek Discovery Stagione 2 Light And Shadows 3
Star Trek Discovery: un primo piano di Sonequa Martin-Green nell'episodio Light and Shadows

"Non è come lo ricordi", dice Amanda Grayson per preparare Michael all'incontro con il fratello. È una frase rivolta anche a noi, poiché per la prima volta in cinque decenni di Star Trek il personaggio più amato del franchise non ha, sul piccolo schermo, il volto di Leonard Nimoy. Solo che la nostra preparazione sarà protratta: con l'espediente dell'infermità mentale provvisoria, a cui si aggiunge un ruolo limitato in questo episodio, è difficile valutare la performance di Ethan Peck. Per quanto concerne invece la storyline di Spock, il suo difetto principale è che dovrebbe e vorrebbe far evolvere il personaggio di Burnham, in teoria la protagonista della serie ma nei fatti, fin dal primissimo capitolo un anno e mezzo fa, sempre oscurata dagli altri personaggi, anche in questo caso. Il fatto che tutto ruoti intorno a lei, anche quando lo show vorrebbe andare in altre direzioni, non fa che rendere l'universo immaginato da Gene Roddenberry più piccolo, come dimostra la rivelazione sui genitori di lei, uccisi dalla Sezione 31. Presumibilmente sono tutte strade che convergeranno nel finale di stagione, e a meno che non ci siano dei miglioramenti drastici per quanto riguarda la gestione di Burnham sarà una convergenza non priva di buchi.

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Ritorno al passato

Star Trek Discovery Stagione 2 Light And Shadows 2
Star Trek Discovery: una scena dell'episodio Light and Shadows

L'altro elemento pericoloso, il già menzionato fan service, si fa ancora più potente in Star Trek: Discovery 2x07 in almeno due modi, uno implicito e l'altro fin troppo esplicito. Nel primo caso, abbiamo a che fare con la trama secondaria di Pike e Tyler che indagano su una distorsione temporale, generando una dose efficace, per quanto prevedibile, di suspense. A prima vista sembra la classica distrazione che forse più avanti risulterà legata all'Angelo Rosso (ricordiamo, un umanoide che in teoria proviene dal futuro), ma alcune immagini suggeriscono, non si sa ancora bene in quale contesto (anche perché in termini di cronologia la cosa non quadra), che potremmo rivedere sul piccolo schermo i Borg, temibili avversari degli equipaggi di Jean-Luc Picard e Kathryn Janeway. Un'idea di per sé intrigante, se non si pensa troppo a come bisognerà evitare di contraddire il canone degli spin-off precedenti. Non intriga invece per nulla il secondo caso, quello che chiude l'episodio e si ricollega alla nozione di un universo narrativo che si restringe: quelle cifre ripetute costantemente da Spock non sono casuali, bensì le coordinate di un pianeta. Per l'esattezza, Talos IV, dove ebbero luogo gli eventi del celebre episodio scartato del 1966, con Pike al posto di Kirk. E con questo, l'ultima frontiera sembra ridursi a una festa di quartiere, per quanto piacevole possa essere. I prossimi episodi ci smentiranno? È possibile, ma non particolarmente logico.

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3.0/5