SpongeBob non è solo “per bambini”: ecco perché parla a tre generazioni diverse

Al cinema dal 1° gennaio con il nuovo lungometraggio, Un'avventura da pirati, la spugna più famosa sullo schermo mette d'accordo tutti: ecco qual è il suo segreto.

Un'immagine di SpongeBob - Un'avventura da pirati

SpongeBob, un nome che tutti, grandi o piccoli, conosciamo, anche senza conoscere la serie animata originale. Un personaggio subito riconoscibile, e soprattutto amato. Complici l'umorismo semplice ma anche stratificato, le forme e i colori che saltano all'occhio, il ritmo frenetico e vivace delle battute: sono tante le caratteristiche che hanno fatto la fortuna della saga.

Spongebob Squarepants Scena Serie Animata
Una scena della serie animata

Un franchise nato nel 1996 in seguito alla cancellazione della serie animata La vita moderna di Rocko, da un'idea di Stephen Hillenburg, dal suo libro _ The Intertidal Zone_ per insegnare agli studenti la vita sottomarina. Al centro la vita di una spugna di mare antropomorfa nell'immaginaria città sottomarina di Bikini Bottom. All'attivo due spin-off animati, un musical a Broadway, videogiochi, libri, fumetti e quattro film per il grande schermo: l'ultimo, SpongeBob - Un'avventura da pirati, è in sala dal 1 gennaio con Eagle Pictures. Ma qual è il segreto di tutto questo successo che ha l'incredibile capacità di parlare a più generazioni?

SpongeBob vs. Millennials: dal fattore nostalgia allo humour a più livelli

Iniziamo con i Millennials, che hanno iniziato a seguire la serie animata già adolescenti. C'è un effetto nostalgia inevitabile ed insito nella semplicità del racconto, film in uscita compreso. La saga affronta le (dis)avventure quotidiane di un combinaguai come tutti, felicemente imperfetto che sta provando a crescere in un mondo tutto da esplorare; è proprio nel contesto che risiede la sua forza.

Il mondo sottomarino ha sempre affascinato qualunque generazione e come gli autori siano riusciti a giocare con tutte le sue componenti sott'acqua ha dell'incredibile, riuscendo a trasporre quell'universo in uno a misura d'uomo... e quindi uno in cui tutti ci possiamo facilmente riconoscere.

Battute comprese: c'è uno humour profondamente stratificato e leggibile a più livelli, pieno di citazioni e omaggi alla cultura pop. Nella pellicola il tema raddoppia e porta i protagonisti nel mondo piratesco dell'Olandese Volante, leggendario veliero fantasma dei Sette Mari: cosa volere di più?

Gen Z: dal caos (ordinato) all'ironia a misura di meme

La Generazione Z è quella del caos, tanto emotivo quanto intellettuale, forse perché nativa digitale, pronta a mettere tutto e tutti in discussione. Una sensazione ben rappresentata dall'irrequietezza di SpongeBob, sempre desideroso di aiutare i propri amici e soprattutto re incontrastato della confusione, tanto nella propria casa quanto sul posto di lavoro: un dialogo efficace e funzionale tra il personaggio sullo schermo e gli spettatori. L'ironia, poiché stratificata, è vicina a quella utilizzata dalla Gen Z: sagace, sottile... e a volte pungente.

Spongebob Avventura Pirati
Il mondo sottomarino fantasma del film

Molte scene e battute sono a misura di nativi digitali, e quindi facilmente trasformabili in meme: perfette per i social media e per le conversazioni e i messaggi quotidiani che si scambiano ragazzi e ragazze. Cresciuti con Internet, i rappresentanti della Gen Z sono molto più aperti e consapevoli della diversità intorno a loro, oltre che dotati di una coscienza ambientale molto più forte: tutti elementi ben presenti in SpongeBob: Squarepants, non solo per l'elemento acquatico che fa da contesto narrativo ma anche per la costruzione della propria autenticità da parte dei personaggi.

Gen Alpha: lunga vita allo slapstick

La comicità di SpongeBob non è solo intellettuale ma anche e soprattutto fisica: lo slapstick puro è l'elemento che più di tutti parla alla Generazione Alpha, i più giovani (e solo apparentemente distratti) tra noi.

Spongebob   Unavventura Da Pirati
I protagonisti di SpongeBob - Un'avventura da pirati

Abituati ad uno schermo e al touch fin da piccolissimi, rappresentano una sorta di incrocio tra mondo fisico (tattile) e digitale (fatto di pixel). Ecco perché si ritrovano nel mondo creato da Hillenburg, che ha ereditato nel modo migliore la grande tradizione della comicità cartoonesca che gioca con i corpi dei personaggi: allungandoli, restringendoli, schiacciandoli, ribaltandoli e così via.

Proprio come se fossero fatti di plastilina: la natura spugnosa del protagonista si presta perfettamente a questo scopo. Una comicità che non ha bisogno di dialoghi e scaturisce da esperienze e situazioni immediate e riconoscibili.