Samuel, un uomo dalla stazza imponente ma dal cuore gentile, è prematuramente rimasto vedovo dopo che l'amata moglie è morta in un drammatico incidente stradale, avvenuto nei pressi dello chalet di loro proprietà sulle Alpi italiane. Ora il protagonista si ritrova a dover crescere da solo la figlioletta, ma non è semplice per lui superare il lutto e al contempo gestire quella bambina anch'essa provata dalla perdita della madre.
In Sopravvissuti decide così di fare finalmente i conti con i suoi demoni e, dopo aver lasciato la piccola al fratello, parte per raggiungere suddetto chalet e chiudere una volta per tutte con quel doloroso passato. Ignaro che lì troverà una migrante afghana, Chehreh, in fuga dalle autorità poiché entrata illegalmente in Europa. Ma sulle sue tracce non vi è soltanto la polizia e anche tre bifolchi del luogo, dotati di drone e armati di fucile, intendono far sì che la donna non sorpassi il confine. Samuel decide di prenderne le difese e aiutarla a raggiungere la meta desiderata.
Sopravvissuti: metafore e tensioni
Una storia quanto mai contemporanea quella filtrata attraverso gli occhi di questo teso survival-movie, che già fin dal titolo italiano Sopravvissuti - su calco dell'originale francese - mette le cose in chiaro. La ricerca di una vita migliore da parte di questa maestra afghana, ritenuta traditrice dai talebani tornati al potere in quanto lei e il marito collaboravano con le forze francesi lì stanziate, si mescola al dramma privato di un gigante buono che si prende a cuore la sua causa. Non soltanto attuale per le vicissitudini che soltanto qualche mese prima - il film è uscito in patria nel 2022 - avevano scosso il Paese islamico, ma anche per un discorso sulla chiusura delle frontiere che riguarda l'Europa molto da vicino. E proprio l'Italia, confinante con la Francia, è condiviso teatro degli eventi, che culminano in un crescendo di suspense sempre più assillante.
Fuga per la libertà
La narrazione soffre di una parziale monotonia nella gestione della vicenda, giacché per tutta l'ora e mezzo di visione si assiste quasi esclusivamente alla disperata fuga della coppia di protagonisti tra queste montagne innevate, nell'improbo tentativo di sfuggire ai loro inseguitori, quanto mai instancabili e aguzzini. Figure antitetiche per altro caratterizzate su toni molto accesi, involontariamente quasi caricaturali nella loro cecità di vedute, che vuole in ogni caso farsi metaforica di un razzismo sempre più imperante nel Vecchio Continente. Va detto al contempo che la solida regia di Guillaume Renusson, al suo esordio nel lungometraggio, ha una certa personalità e soprattutto nel tour de force finale assistiamo ad un paio di ansiogeni piano-sequenza che seguono da vicino l'eroica e strenua missione di Samuel, pronto a tutto pur di fare la cosa giusta e aiutare una donna che fino a soltanto qualche ora prima era per lui una perfetta sconosciuta.
Un cast perfetto
La riuscita emozionale dell'operazione deve molto alle impeccabili scelte di casting, soprattutto per ciò che concerne i due ruoli principali. Zar Amir Ebrahimi, attrice franco-iraniana che ha ottenuto ribalta internazionale per l'ottima prova in un recente cult del cinema arabo quale Holy Spider (2022), che le è valso anche il premio a Cannes, è sofferta e struggente nelle vesti di questa donna provata dagli eventi. Mentre Denis Ménochet, fisico e volto da gigante buono, non è ormai più una sorpresa: basti ricordare tra le tante interpretazioni di rilievo degli ultimi anni quella nel monumentale As bestas: La terra della discordia (2022). La complementare alchimia tra i due personaggi cresce così con il passare dei minuti e seppur andando incontro ad alcuni risvolti improbabili e a un finale forse un po' frettoloso, Sopravvissuti svolge il suo compito di intrattenimento impegnato con ruvida efficacia.
Conclusioni
In cerca di ritrovare il proprio equilibrio dopo la tragica morte della moglie, il protagonista si prende a cuore il destino di una migrante afghana, che aveva trovato momentaneo rifugio nel suo chalet sulle Alpi. Al confine tra Francia e Italia i due dovranno sfuggire ad alcuni uomini armati che intendono catturare la donna ad ogni costo. Un teso survival-movie che si carica di significati, il cui parziale didascalismo e alcune ingenuità narrative vengono compensate da una solida messa in scena ad alta tensione e dalle ottime performance dei due protagonisti.
Perché ci piace
- Denis Ménochet e Zar Amir Ebrahimi perfetti nei rispettivi ruoli.
- Regia solida che sfrutta ottimamente il contesto ambientale, sia in interno che negli esterni.
- Tensione su alti livelli.
Cosa non va
- Una parziale monotonia.
- Alcuni risvolti narrativi parzialmente inverosimili e/o caricati eccessivamente.