Sono una testa di panda, la recensione: Un anno nella mente di Giacomo Bevilacqua

La recensione di Sono una testa di panda, il nuovo albo a fumetti firmato da Giacomo Bevilacqua e pubblicato da Bao Publishing.

Sono una testa di panda, la recensione: Un anno nella mente di Giacomo Bevilacqua

Tutti amiamo A Panda piace, potremmo anche dire, parafrasandolo, che A noi piace A Panda piace. E per estensione amiamo il suo autore Giacomo Bevilacqua, fumettista tra i più popolari e interessanti del nostro paese, sia per il suddetto personaggio/alter ego che l'ha reso famoso, sia per le altre sue storie a fumetti che nel corso degli anni abbiamo imparato ad apprezzare, che ci hanno fatto riflettere ed emozionare, come Il suono del mondo a memoria e Troppo facile amarti in vacanza. Ci siamo avvicinati con molta curiosità al suo ultimo lavoro, di cui vi parliamo in questa recensione di Sono una testa di Panda, trovandoci a sfogliare e leggere un albo molto più personale, toccante e profondo di quanto ci saremmo aspettati.

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Un anno di vita, un anno di cambiamento

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Ha una scansione temporale Sono una testa di Panda, è un albo che copre un anno di tempo e lo scandisce con il passaggio dei mesi: gennaio, febbraio, marzo si susseguono fino a dicembre mentre l'autore illustra cosa gli piace o meno di ogni periodo dell'anno nel suo classico approccio da A Panda piace.... Eppure non è solo questo, non è solo una raccolta di vignette di Giacomo Bevilacqua sui più disparati argomenti con il filo conduttore dello scorrere del tempo e delle stagioni, è piuttosto il diario di un cambiamento in atto, di una riflessione su se stesso, sul suo (malsano?) approccio al lavoro e l'impegno da professionista del fumetto. È una confessione intima, un racconto che nel riflettere sulle proprie abitudini e debolezze suscita spunti di riflessioni altrettanto forti in chi legge.

Nella testa del Panda

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Entriamo nella testa di Giacomo Keison Bevilacqua, sotto la maschera del panda per scoprire l'essere umano al di là del personaggio, le emozioni oltre le idiosincrasie, i sentimenti nelle loro sfumature e contraddizioni. È un lavoro prezioso Sono una testa di Panda, per come è pensato, costruito, scritto e disegnato. Per il gusto e la delicatezza nel disegno, per la leggerezza del racconto che scivola via fluido, scorrevole ma mai banale. Per la profondità dei pensieri che emergono tra le vignette, che vanno a riempire gli spazi bianchi di tavole pulite e di grande impatto. Bevilacqua accenna più volte alla qualità del suo disegno, denigrandolo: non credetegli, è l'unica cosa non vera che dice nelle pagine del volume, perché sono perfetti nella loro purezza e immediatezza.

Bevilacqua tra passioni e ossessioni

Quello di Sono una testa di Panda è un racconto ordinato nel tempo, ma libero di spaziare nelle suggestioni, focalizzato su Roma ma capace di incursioni nella sua New York e in tanti diversi momenti intimi e personali dell'autore, esplorando quel difficile e sottile confine tra passioni e ossessioni: c'è la musica, dalla iniziale citazione dei The National, ci sono i videogiochi e la misura autoimpostasi nella loro fruizione, c'è autoironia nel parlare del maniacale approccio ai platani di cui Roma è piena. Ci sono soprattutto i rapporti interpersonali che ruotano attorno a Bevilacqua, dalla compagna di una vita al figlio, passando per Zerocalcare, con cui nutre una profonda amicizia e di cui ci racconta origini e dinamiche (e di cui include alcune tavole realizzate tempo fa per un volume di A panda piace).

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Per questo Sono una testa di Panda riesce ad aggiungere spessore all'idea di Bevilacqua che chi lo segue ha già, ma allo stesso tempo è un modo per imparare a conoscerlo, tanto che potrebbe essere l'albo da cui iniziare il proprio cammino nella sua produzione a fumetti. E noi consigliamo di farlo.

Conclusioni

Arriviamo alle battute finali della recensione di Sono una testa di Panda e rievochiamo le emozioni provate e i sorrisi sbocciati durante la lettura di un albo che riesce a divertire e colpire con le sue riflessioni personali ma condivisibili. Il disegno dell’autore si conferma perfetto per accompagnare la sua idea di racconto, il suo umorismo e quella capacità di parlare di se stesso inglobandoci nelle sue passioni e ossessioni. Un volume prezioso per chi già segue l’autore di A panda piace, ma capace di raggiungere anche nuovi lettori che proprio da questa nuova pubblicazione di BAO Publishing potrebbero iniziare a conoscere Giacomo Keison Bevilacqua.

Movieplayer.it
4.0/5

Perché ci piace

  • Il disegno, pulito e semplice, ma perfetto per rappresentare l’intento dell’autore.
  • La semplicità di fruizione che nasconde una profondità di riflessioni e spunti.
  • La costruzione, che parte da una scansione in mesi per raccontare un cambiamento in atto.

Cosa non va

  • Come summa dell’opera di Bevilacqua, potrebbe non piacere a chi non ne apprezza il lavoro.